Sulla tragica morte del noto giornalista Andrea Purgatori continua l’indagine della procura di Roma. E la notizia è rilevante. Secondo quanto emerge “concordemente” dagli esami istologici completati oggi, Purgatori, al momento del decesso, non avrebbe avuto “metastasi al cervello”.
Il risultato dell’autopsia
La morte di Purgatori risale allo scorso 19 luglio, quando il conosciuto autore e conduttore di “Atlantide” si è spento dopo una malattia fulminante. Proprio per cercare di fare luce sul decesso, la procura di Roma ha aperto un fascicolo (gestito dal sostituto procuratore Giorgio Orano e dall’aggiunto Sergio Colaiocco) per ricostruire il periodo che va dal 24 maggio, giorno in cui Purgatori scopre di avere un tumore di 7 centimetri al polmone, alla data del decesso.
Nel registro degli indagati figurano due medici con l’accusa di omicidio colposo: il professor Gianfranco Gualdi, considerato un luminare nel suo campo, e il collaboratore Claudio Di Biasi. L’indagine ruota attorno alle diverse diagnosi ricevute dal giornalista: gli indagati avevano riscontrato la presenza di metastasi al cervello, dando così avvio alla radioterapia; diagnosi però confutata da altri colleghi e dal professor Alessandro Bozzao, secondo cui tali metastasi non ci fossero mai state.
La nota della famiglia Purgatori
I risultati degli esami istologici, emersi oggi, sembrano portare verso la seconda ipotesi, anche se occorre ancora capire se siano state le terapie radiologiche a far scomparire le metastasi o se invece vi sia stato un errore diagnostico. Dalla famiglia, intanto, arriva solo una scarna nota: “Gli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silveri comunicano che, in relazione ai risultati preliminari della consulenza tecnica, circolati oggi, la famiglia Purgatori prende atto dell’assenza di metastasi cerebrali a carico di Andrea Purgatori e, come fin dall’inizio di questa vicenda, continua ad confidare nell’operato della Magistratura, con l’unico intento di far accertare la verità degli eventi e le eventuali responsabilità”.
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