E già questo è un bell’ossimoro all’italiana: un’associazione di partigiani senza partigiani! Bene, per evidenti motivi anagrafici, quel momento sembra ora arrivato, tanto che prima con Carla Nespolo, presidente dal 2017 al 2020, e ora con Gianfranco Pagliarulo, presidente in carica, persino il capo dell’organizzazione non ha mai fatto la Resistenza (Pagliarulo è nato addirittura nel 1949).
Questo fa sì che, anche per giustificare i cospicui finanziamenti pubblici ricevuti ogni anno, l’ANPI debba, come accade ad ogni ente di questo tipo, giustificare la propria esistenza, e quindi nel caso specifico vedere “fascismo” da ogni parte. Ma soprattutto fa sì che essa diventi un’associazione politica a tutti gli effetti, con presidenti già eletti alle Camere fra i vecchi comunisti del PCI (la Nespolo) o i nuovi di Rifondazione (Pagliarulo). In questa loro doppia appartenenza c’è però una coerenza: l’ANPI rappresenta da quasi subito dopo la nascita solo la parte comunista, fra l’altro comunque maggioritaria, della Resistenza italiana.
In effetti, nel 1948 uscirono da essa i cattolici e gli autonomi; e l’anno seguente li seguirono persino gli azionisti, o i loro eredi. Come meravigliarsi allora se per l’ANPI la colpa sia sempre, e quindi anche nel caso dell’Ucraina, degli occidentali e dei più biechi capitalisti che hanno libero corso nel nostro mondo?
Corrado Ocone, 27 febbraio 2022