“Noi come Comunità Palestinese di Roma e del Lazio non scenderemo in piazza il 5 ottobre. Dopo il diniego della Questura abbiamo deciso che faremo la manifestazione il 12 ottobre a Piramide”. Così si è espresso il presidente dell’associazione filopalestinese Yousef Salman dopo il secco no del neo questore capitolino Roberto Masucci, poi confermato dal Tar del Lazio, che aveva vietato le manifestazioni Pro Pal annunciate dagli attivisti anti-Israele per sabato 5 ottobre, a due giorni dal primo anniversario della strage targata Hamas dello scorso 7 ottobre. La Comunità Palestinese fa dunque dietrofront e si sfila saggiamente dalla manifestazione non autorizzata indetta per il 5 ottobre.
Il passo indietro non c’è invece nel caso di centri sociali e collettivi studenteschi, più che mai decisi a sfidare i divieti e a scendere comunque in piazza nonostante i ripetuti no delle istituzioni. “Scendere in piazza il 5 ottobre è un atto minimo di disobbedienza, contro Israele e i suoi crimini, contro la NATO che ci ha portati nel baratro della guerra, contro il Governo Meloni, prima che sia troppo tardi, prima che non esistano più le libertà fondamentali”, scrivono in una nota i Giovani Palestinesi d’Italia, che poi aggiungono dai loro profili social: “Il 7 ottobre torna l’intifada studentesca”. E infine avvertono minacciosi: “Saremo oltre 30 mila”.
Leggi anche:
- E invece è sbagliato vietare il corteo Pro-Pal
- Gli islamici pregano per Nasrallah. A Roma, non a Beirut
Insomma, se da un lato c’è una Comunità Palestinese rispettosa dei divieti e delle decisioni, condivisibili o meno, assunte dalle istituzioni, dall’altra esiste una galassia di attivisti completamente allergica alle regole e mossa più da sentimenti antiatlantici e antisemiti che dalla reale volontà di manifestare per la pace. Anzi, i manifestanti Pro Pal, sprezzanti, non si nascondono neppure e inneggiano con orgoglio all’eccidio del 7 ottobre dando pubblicamente sfogo al loro odio innato verso Israele.
Non solo. Con le loro parole e i loro atteggiamenti gli attivisti filopalestinesi dimostrano tutta la loro avversione ideologica verso l’Alleanza atlantica e nei confronti dell’esecutivo in carica, condita da un irrefrenabile desiderio di arrivare allo scontro frontale con i rappresentanti di quello Stato democratico che così tanto detestano. Altro che pacifismo. Una larga fetta dei manifestanti che sabato sfideranno arditamente il palazzo è rappresentata da violenti antidemocratici che faticano ancora ad accettare la sconfitta elettorale del 25 settembre, o da ferventi antisemiti desiderosi di assistere alla distruzione di Israele. È bene essere chiari. È questa la loro reale natura. Contrariamente, si sarebbero già accodati alla Comunità Palestinese e avrebbero rinunciato a celebrare l’anniversario di un massacro.
Salvatore Di Bartolo, 4 ottobre 2024
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis)