Politica

Antonio Tajani cerca onorevoli: cosa temono in Forza Italia

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Archiviate quelle parigine, sono iniziate le Olimpiadi politiche, con Antonio Tajani a caccia di medaglie sotto forma di deputati, una sorta di reincarnazione di Mino Raiola il mitico procuratore dei calciatori.

Il già perdente Giuseppe Conte vive infatti nel terrore di vedere ulteriormente rimpicciolito il suo gruppo, dopo la coraggiosa partenza del senatore Antonio Trevisi e di diversi consiglieri regionali. Peraltro, fonti grilline danno in uscita a settembre altri otto parlamentari del Movimento 5 Stelle. Mentre Matteo Renzi è ad un bivio: continuare a farsi supportare e sopportare a sinistra o volare verso Forza Italia, come vorrebbe forse la famiglia Berlusconi e per ovvi motivi certamente non Tajani, il cui attivismo politico crea qualche mal di pancia anche a Giorgia Meloni abituata ad averlo a sua disposizione.

Secondo un sondaggio riservato giunto a Palazzo Chigi, almeno il 30 per cento dei voti di Fratelli d’Italia provengono dal fantastico mondo berlusconiano. C’è da chiedersi fino a quando Tajani vorrà tenere insieme i suoi tre incarichi (segretario di FI, vicepremier e ministro degli Esteri), soprattutto in un quadro internazionale così difficile. In situazioni molto meno intricate altri leader italiani ben ancorati al Ppe come lui, quali Amintore Fanfani e Ciriaco De Mita, furono costretti a fare un passo indietro.

Motivo in più per Tajani che oggi, non decollata la sua candidatura a Bruxelles al posto di Ursula von der Leyen, subito pragmaticamente appoggiata per il rinnovo, può legittimamente puntare al Quirinale. Ma per raggiungere questo traguardo deve fare spazio nella squadra di Forza Italia che, anche con lui, è sempre in mano ad un cerchio magico di pochi. Una maledizione che si ripete sin dai tempi di Berlusconi, che oggi, senza il carisma di Re Silvio, rischia di creare problemi.

Ma chi sono gli uomini – sì, purtroppo solo uomini- attorno al segretario di Forza Italia? Al di là di due figure storiche come i capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, il resto del plotoncino appare modesto, a partire dall’imprenditore agricolo ed oggi portavoce Raffaele Nevi, deputato umbro, più esperto quindi in zucche che giornalisti, soprannominato il «semaforo dei tg» poiché decide chi deve andare o meno in tv.

Vediamoli riferendoci dai «Fantastici quattro», i fumetti della Marvel modellati sui quattro elementi della natura. L’elemento Terra è senz’altro rappresentato da Francesco Battistoni, deputato 57enne di Montefiscone, provincia di Viterbo, un ras contadino, dall’aspetto opposto a quelli che piacevano al Cavaliere: capelli grigi lunghi e arruffati. Al Fuoco si avvicina, senza paura di bruciarsi, Alessandro Battilocchio, l’unico del gruppo che prende voti, deputato di 47 annidi Tolfa, provincia di Roma, dove è stato sindaco per dieci anni, vecchia gloriosa scuola socialista di Gianni De Michelis. Coltiva il suo collegio come si faceva una volta tra parroci e suorine.

L’elemento Acqua si addice invece al versatile Mauro D’Attis, politico brindisino. Soffocato da Raffaele Fitto in Puglia, ha cercato protezione in Tajani e quando il Ministro, che Silvio aveva soprannominato «cucciolo», è passato a Fratelli d’Italia non gli è sembrato vero di diventare commissario regionale di Forza Italia. Si fregia comunque di essere vicepresidente della Commissione Antimafia, dove la presidente Chiara Colosimo non gli fa toccare palla. Per non parlare di qualche intellettuale come il senatore Francesco Silvestro in perenne lotta con i congiuntivi «avevo promesso a mia moglie che non mi avrei più candidato». Promessa non esaudita.

Dei «Fantastici Quattro» vorrebbe far parte anche una donna, in rappresentanza dell’elemento Aria. Chi meglio di Letizia Moratti, sostenitrice generosa e fresca europarlamentare? L’abilità nel volteggiare inutilmente da Renzi e Calenda è nota. L’ultima volta è apparsa alla bella cena organizzata da Barelli per un saluto estivo all’Antico circolo del Tiro al volo, il luogo preferito dal deep state romano. Di bianco vestita, ha fatto il suo ingresso come una regina per poi accomodarsi, però, non sul trono ma su una normale sedia nell’indifferenza degli astanti. E poco possono fare i suoi due ultimi attendenti, Alessandro Sorte e Stefano Benigni, soprannominati Stanlio e Ollio, che hanno un fiuto tartufesco verso chi ha dei tesoretti alle spalle: prima l’imbullonata d’Arcore Marta Fascina con il suo eclettico papà, ed ora proprio Letizia Moratti, che li ha portati a Bucarest con il suo jet privato offrendogli champagne. Per i due «ragazzi», una missione da raccontare ai nipoti.

D’altronde, a surfare nel mare della politica sono ben abituati. Arrivano in Parlamento nel 2018 dalla Lombardia grazie a Gregorio Fontana e a Maria Stella Gelmini, subito traditi per Giovanni Toti, salvo poi tornare in Forza Italia, grazie ai buoni uffici di Licia Ronzulli, infedeli anche con lei per la già citata Marta, dopo aver appena fiutato che adArcore stava cambiando il vento. Ma questo è solo «colore». La ciccia in Forza Italia sta altrove: Calabria e Campania, dove i voti, a differenza del Lazio, ci sono davvero, grazie al lavoro rispettivamente del governatore Roberto Occhiuto, poco amato da Tajani che lo vede come un concorrente insidioso e dell’eurodeputato napoletano Fulvio Martusciello. Altresì la domanda che tutti a volte maliziosamente si fanno è sempre la stessa: la famiglia Berlusconi, padrona di Forza Italia, da che parte sta?

Certamente, per onorare il suo fondatore unico e irripetibile, non ne vuole proprio sapere del «Premierato» ed è ancorata al Ppe senza se e senza ma. Su giustizia e fisco, inoltre, la riforma dovrà essere reale mentre sui diritti civili, come sugli extraprofitti, la strada è stata già segnata con chiarezza dalla primogenita Marina.

Tajani, per il suo ruolo nel governo, è la persona giusta per confrontarsi con la Meloni o è troppo accomodante? E la classe dirigente attuale è all’altezza di queste sfide ? E forse è proprio per questo che nelle segrete stanze di Villa Grande sono iniziate delle audizioni per reclutare leve fresche ancora in servizio nella società civile, sulla scia di Franco Frattini e di Antonio Catricalà. Chissà se di questo parleranno Giorgia e Marina in un vertice super segreto che qualcuno sembra stia preparando in Sardegna, magari per anticipare la discesa in campo di Pier Silvio, infastidito dai progetti di Fratelli d’Italia sul riordino del sistema televisivo e sempre più tentato dal grande salto. Forse senza dover aspettare le prossime Olimpiadi.

N.B. A proposito di Forza Italia, non possiamo non fare gli auguri a Gianni Letta, da poche ore super bisnonno del piccolo Filippo.

Luigi Bisignani per Il Tempo dell’11 agosto 2024

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