Sono giorni complicati per la giudice Iolanda Apostolico. Nota per aver sconfessato il decreto Cutro (due volte), la toga è finita nella bufera per una serie di video risalenti al 2018 che la ritraggono impegnata in una manifestazione di estrema sinistra contro l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. E non è finita qui. Le telecamere di Quarta Repubblica hanno infatti pizzicato la magistrata pro ong a bordo di un motorino guidato dal marito ma senza casco.
Una clip imbarazzante, l’ennesima, per la Apostolico. Ma cosa rischia ora la giudice? Il casco è obbligatorio per chiunque guidi o sia trasportato su un veicolo a due ruote, indipendentemente da età e cilindrata. Le deroghe concesse sono poche e comunque non riguardano il caso della magistrata di Catania. Impossibile accampare presunte esenzioni mediche: a differenza di quanto può avvenire con le cinture di sicurezza in auto, nessun certificato medico ha il potere di liberare un conducente o un passeggero dall’obbligo.
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Le norme che regolano l’utilizzo del casco sono contenute nell’articolo 171 del Codice della strada e bisogna tenere conto di una serie di fattori. Entrando nel dettaglio della sanzione, la violazione viene punita con una sanzione pecuniaria minima di 83 euro, che può arrivare a 332 euro. Anche per l’articolo 171 del Codice è previsto il pagamento in forma ridotta a 58,10 euro se effettuato entro cinque giorni, mentre al contrario l’importo sale a 166,50 dopo il sessantesimo giorno.
Ma non è tutto. La legge di conversione del decreto Infrastrutture e Trasporti 2021 ha apportato un’importante modifica alle responsabilità del conducente di una moto in caso di mancato uso del casco del passeggero (o trasportato). Eliminato il riferimento alla minore età del passeggero, disponendo che “quando il mancato uso del casco riguarda un trasportato, della violazione risponde anche il conducente“. In altri termini, oltre alla Apostolico, dovrebbe essere sanzionato anche il conducente del motorino, ossia il marito.
Ma la Apostolico può tirare un sospiro di sollievo, forse. L’accertamento con multa casa è possibile solo se c’è un agente accertatore che vede l’infrazione, segna la targa e nella relazione scrive che non è stato possibile fermare subito il soggetto per vari motivi. Il video non è sufficiente come prova per accertamento dell’infrazione. In altri termini, la giudice potrebbe ricevere la multa solo in caso di presenza di un qualche agente (polizia, carabinieri, municipale) che ha visto quanto successo.
Massimo Balsamo, 11 ottobre 2023