Apprendisti stregoni

Non aspettatevi rami d’ulivo da Trump: rimane pur sempre un presidente americano

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Usa geopolitica

Perché Roosevelt, dopo averlo aiutato a vincere la guerra con denari e forniture – anzi, praticamente salvato dai tedeschi – ha diviso il mondo con Stalin? Perché malgrado la reciproca spartizione della Polonia tra Urss e Reich, l’Inghilterra, alleata dei polacchi, dichiarò guerra solo a Hitler? Sono solo un paio dei grandi interrogativi lasciati dall’ultima guerra mondiale. Alla luce dei recenti avvenimenti, tuttavia, è peccato malpensare che, in fondo, a certe teste d’uovo angloamericane la Guerra Fredda non spiacesse poi tanto?

Intanto, per difendere l’Europa dalla minaccia sovietica l’hanno punteggiata di basi militari, punteggiamento che è proseguito, per ora, fino alla guerra clintoniana nei Balcani (c’è una grande base americana, adesso, nel Kosovo). Crollato il comunismo sovietico e il suo impero, però, qualcuno avrebbe potuto chiedersi: e mò che ci fanno tutte queste basi americane, pure nucleari, in tutta Europa, Italia e Germania, ovviamente, in primis? La Russia gorbacioviana e, peggio, quella eltsina, era ridotta col cappello in mano, quasi alla fame. Putin, con calma e pazienza, l’ha fatta tornare grande potenza mondiale. E la cosa alle teste d’uovo angloamericane non poteva andar bene. Nemmeno ai loro sudditi della Ue, anche se così firmavano il loro suicidio.

Una Russia respinta in Asia, una Germania fortissimamente ridimensionata, un’Europa non più competitrice sul piano economico era quanto le Potenze di Mare, Usa e GB, andavano perseguendo. Solo che la memoria insegna che gli apprendisti stregoni sono bravi soltanto ad aprire vasi di pandora, senza mai essere capaci di richiuderli. Basti porre mente al fatto che l’islam non è stato un problema globale fino a quando Khomeini non l’ha rilanciato come totalitarismo politico. E a chi dovette il potere l’ayatollah supremo? Ai soliti angloamericani e alla loro “dottrina Brzezinski”. Mettiamoci anche i francesi, che tenevano in caldo l’uomo a Parigi nel caso ci fosse da far saltare lo scià, cosa che infatti avvenne.

Secondo le teste d’uovo suddette ciò doveva far da detonatore alle confinanti repubbliche sovietiche musulmane. Cioè, la manovra serviva a destabilizzare tutto il meridione sovietico, così da mettere in difficoltà l’Urss. Invece ha fatto da detonatore a tutti tranne che ai sovietici. Bel colpo. L’altra zona da destabilizzare e mantenere in ebollizione perenne? Il Medioriente. Ma in essa si è abilmente infilata la Turchia di Erdogan, il che non era previsto e complica il quadro, visto che la Turchia è anche nella Nato. Ora, è stato giustamente detto che, per quanto riguarda gli Usa, i guerrafondai sono sempre stati i presidenti dem, Obama-Nobel per la Pace compreso. Ma il duplice attacco al “mostro” Saddam (titolo oggi passato ad Assad) tramite la più grande coalizione militare della storia è stato firmato da Bush, repubblicano. Il che significa che, dal punto di vista della politica estera, sbaglierebbe chi si aspettasse rami d’ulivo da Trump, che rimane pur sempre un presidente americano e, se non per amor patrio, dovrà agire in base agli interessi di chi ci mette i soldi. Che sono, al di là, dei proclami e di Hollywood, il solo motivo per cui gli americani combattono.

Lo stesso Reagan, che pur aveva pregato e digiunato il mercoledì come chiedeva la Madonna a Medjugorje, quando fu il caso di Sigonella (e anche di Gheddafi), dovette fare l’americano, come Craxi e Andreotti impararono a proprie spese. Oggi, sulla crisi israeliana, tutti a ripetere il mantra “due popoli , due stati”. Compresi Mattarella e Tajani. Ma voi lo vorreste ai vostri confini uno Stato che vi spara addosso giorno e notte? I c.d. palestinesi lo Stato lo avrebbero anche, quello di Abu Mazen, ma chi ci comanda è Hamas. Così come in Libano comanda Hezbollah. La storia insegna che l’islam politico capisce solo la forza. Forse una vittoria schiacciante di Israele potrà servire a indurre un esperimento-Khomeini al contrario: la sconfitta dell’islam politico molto probabilmente ridimensionerà le pretese di quello emigrato in Europa e lo incoraggerà a integrarsi come faceva prima perfino in Afghanistan.

Intanto, la guerra ucraina ha ridimensionato, economicamente, l’Europa a tutto favore, economico, degli Usa. Ma sì, in fondo in un reich millenario a stelle e strisce non siamo stati così male, è vero. Ma dipendere dalle importazioni filosofiche di Manhattan e Hollywood significa portarsi in casa Lgbt, trans, matrimoni samesex, planned parenthoods, rap, e quanto di volgare e pacchiano le solite teste d’uovo escogitino per le plebi loro soggette. Già una volta Graecia capta ferum victorem cepit. Si potrebbe rifare, con vantaggio di tutti. Anche loro.

Rino Cammilleri, 19 dicembre 2024

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