Insomma, Arcuri nelle sue esibizioni mediatiche ci ha abituato alla narrazione di una realtà parallela all’effettività delle disfunzioni organizzative della sua struttura. A maggio venne stabilita l’implementazione di 5.500 posti letto di rianimazione, ma il bando di gara è stato pubblicato solo ad ottobre. Sul flop della tempistica delle procedure per incrementare le terapie intensive il commissario si è lestamente smarcato, dirottando le responsabilità sulle regioni.
Oggi dichiara che il sistema della rianimazione ospedaliera è immune dalle criticità, ma viene smentito dai medici che smascherano il deficit di dotazione organica che vanifica il potenziamento delle attrezzature sanitarie e produce un circolo vizioso. In sei mesi nulla è stato fatto per attivare i canali di reclutamento del personale medico con procedure semplificate e autorizzate dallo stato di emergenza. Tuttavia, per Arcuri “tutto va ben, madame la marchesa”, tranne qualche “piccolo” particolare.
Andrea Amata, 17 novembre 2020