Salottino di Fabio Fazio, domenica 15 novembre. Conversano amabilmente il conduttore, Ferruccio de Bortoli e il commissario Domenico Arcuri. L’uomo che “siamo stati straordinari”, “chi critica dal divano non è onesto”, indossa un’elegante mascherina nera. Ma appena Fazio manda la pubblicità, mentre le telecamere ancora lo inquadrano, si affretta a togliersela. Palesando così quel fastidio troppo umano di indossare il bavaglio, che però nessuno, in questo regime di polizia sanitaria, può avere l’ardire di confessare.
Ma allora, perché Arcuri portava la mascherina? Serviva a proteggere lui e l’operatore? Oppure solo a educare il popolo in diretta tv, tipo commissario sovietico? Ovvero, solo ai fini dello show pandemicamente corretto? Ci fanno il pippone sui comportamenti, fate i bravi ma niente cenone di Natale, andate al lavoro ma non al ristorante; viviamo in una sorta di Urss stile Breznev, in cui le luci si spengono alle 18 e di sera si sentono solo pochi passi lungo i viali (per citare Alexanderplatz di Battiato); e poi proprio lui, Arcuri, quando pensa di non essere inquadrato, si toglie la mascherina? A proposito, commissario del popolo, esperto di tutto, collezionista d’incarichi: a che punto siamo con l’autosufficienza? Non era stato lei a promettere che a settembre avremmo inaugurato l’autarchia delle mascherine?
Nicola Porro, 17 novembre 2020