Esteri

Armi Nato contro la Russia. Quale sarà la prossima linea rossa da superare?

Giocare con il fuoco è pericoloso, ma qualcuno non sembra averlo capito: passare dai giubotti antiproiettile ai missili può portare all’escalation

© olrat e ewg3D tramite Canva.com

Giocare con il fuoco è pericoloso, ma qualcuno non lo vuole capire. Non è bastata la provocazione del presidente francese Emmanuel Macron, pronto a spedire soldati francesi in Ucraina per aiutare il Paese di Zelensky contro la Russia. Ora l’asse Nato, dagli Stati Uniti alla Germania, è pronta ad autorizzare Kiev a colpire in territorio russo con le armi fornite dall’alleanza atlantica. Nessuna boutade, nessuna azione di deterrenza: la conferma è arrivata direttamente dai vertici. Per il momento il Cremlino non ha preso posizione, ma nel corso degli ultimi due anni le cose sono mutate in maniera palpabile: dal sostegno con giubotti antiproiettile ai missili per colpire l’area vicino a Kharkiv.

Il presidente statunitense Joe Biden ha ordinato al suo tema di garantire che l’Ucraina sia in grado di utilizzare le armi americane a Kharkiv a scopo di controffensiva. Un cambio di rotta importante, mirato ad aiutare Kiev a difendersi. In altri termini, le truppe di Zelensky possono ricorrere alle armi statunitensi – razzi e lanciarazzi – per abbattere missili o bombardieri russi oppure per colpire truppe ammassate appena oltre la frontiera. L’Ucraina non potrà utilizzare queste armi per colpire infrastrutture civili o lanciare missili a lugno raggio, ma questo cambia poco: nell’ottica russa – ma non solo – è stato fatto un altro passo avanti. Un balzo che potrebbe condurre a un’escalation del conflitto, ipotesi da scongiurare in ogni modo.

Washington ha motivato questa mossa in ottica di un adattamento rispetto a ciò che sta realmente accadendo sul campo di battaglia. La richiesta di utilizzare le armi dell’occidente è arrivata direttamente da Kiev, bisognosa di colpire le forze di Mosca ammassate sul lato russo del confine. Ma, come anticipato, non è tutto. Anche la Germania ha detto sì all’uso di armi tedesche per colpire obiettivi di Mosca su territorio russo. “L’Ucraina ha il diritto, garantito dal diritto internazionale, di difendersi dagli attacchi russi e può anche utilizzare le armi previste per questo scopo, comprese quelle che le abbiamo consegnato, ha detto il portavoce del cancelliere Olaf Scholz, Steffen Hebestreit.

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Berlino, come Washington, aveva sempre escluso l’uso delle armi fornite a Kiev sul territorio russo per timore di un allargamento del conflitto. La paura è svanita? Se sì, per quale motivo? Putin non ha ritirato le minacce sull’uso dell’arma nucleare, eppure ecco l’ulteriore “sforamento” a favore dell’Ucraina. Zelensky ovviamente ha esultato, parlando di “passo in avanti” che consente “la possibilità di difendere la nostra gente che vive nei villaggi di confine”. La speranza è che nessuno voglia la Nato in guerra con la Russia, l’Italia fortunatamente mantiene la sua posizione di buonsenso: no a militari italiani in Ucraina e  no all’utilizzo di armi nostrane al di là dei confini ucraini. Seguiranno – temiamo – aggiornamenti.

Franco Lodige, 31 maggio 2024

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