Armi Nato in Russia, ci fregano con la tecnica della rana bollita

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La tecnica psicologica usata per far accettare all’opinione pubblica l’ingresso diretto in guerra è quella della rana bollita. Si basa essenzialmente su due elementi: paventare e rassicurare.

Tranquille rane nel pentolone: nessuno vuole la guerra, si fa solo per mettere un po’ di paura al nemico per quello che ha fatto, con sanzioni e invio di armi. L’acqua nel pentolone è ancora tiepida.

Paventare la possibilità della guerra nucleare e rassicurare dicendo che verranno al massimo usate armi nucleari ma “solo” convenzionali e “solo” a scopo difensivo. Ma si tratta solo una lontana ipotesi. La rana trova la temperatura dell’acqua ancora tutto sommato gradevole.

Paventare l’invio di soldati e rassicurare dicendo che manderemo “solo” addestratori. La temperatura comincia qui a salire. Paventare un conflitto diretto con la Russia e rassicurare dicendo che noi consentiremo agli ucraini di colpire in territorio russo con le nostre armi ma “solo” se si tratta di obiettivi militari. La temperatura ora infastidisce la rana, il calore sale lentamente ma si sente.

Dovremo mandare soldati, ma tranquilli “solo” professionisti… poi dovremo mandare anche soldati di leva, ma tranquilli saranno protetti nei tank mica col fucile in trincea. Poi moriranno, ma tranquilli lo hanno fatto per tutti noi. La rana è ormai indebolita e non è più in grado di reagire alla temperatura ora veramente eccessiva.

La Russia dopo aver invaso l’Ucraina avrebbe invaso anche noi. Non c’erano alternative. Dovevamo noi invadere la Russia. (E dire che già lo abbiamo fatto e non è andata molto bene). La rana è cotta.

E così, piano piano, si è preparata l’opinione pubblica ad accettare l’inizio della terza guerra mondiale, perché una guerra contro la Russia non può che rappresentare questo. Non c’è il due senza il tre. La rana a questo punto è cotta.

La domanda è: ci saremo ancora dopo? O alla fine saremo tutti (o quasi) rane morte bollite ?

Paolo Becchi, 31 maggio 2024

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