Arriva il “reato di misoginia”: verrà paragonato al terrorismo

La mossa a sorpresa in Gran Bretagna. Il ministro Yvette Cooper cala la mannaia. Di cosa si tratta?

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misoginia

In Gran Bretagna, con la scusa della battaglia contro la discriminazione di genere, si sconfina nell’esagerazione. In un momento storico in cui i temi legati al genere guadagnano crescente attenzione mediatica e pubblica, il governo laburista del Regno Unito ha intrapreso azioni incisive contro l’estremismo di genere, ponendo un accento rilevante nell’eliminazione di pratiche e ideologie misogine, considerate, da ora in poi, alla pari con altre forme di estremismo radicale. Tipo il terrorismo.

La mossa del ministero dell’Interno britannico, sotto la guida di Yvette Cooper, segna un cambio di paradigma nell’approccio alle questioni di genere, elevando la lotta alla misoginia al rango di priorità nazionale nel contrasto all’estremismo. Cooper ha espresso preoccupazione per la diffusione dell’odio nei confronti delle donne, che registra un aumento sia online che nelle comunità locali, sottolineando come questo fenomeno minacci l’integrità delle comunità e dei principi democratici. Il ministro ha inoltre messo in evidenza la necessità di adottare strategie mirate per sradicare le radici di queste ideologie che perpetuano discriminazione e che portano ad abusi e violenza contro le donne.

Nella pratica, la strategia del ministro prevede di mappare e monitorare le tendenze estremiste per cercare di evitare che giovani e meno giovani ne vengano attratti. Per poi approvare norme utili a “reprimere coloro che spingono credenze dannose e odiose e violenza”. La revisione della strategia antiradicalizzazione verrà completata entro l’autunno e sarà la base per le iniziative che il ministero lancerà dall’inizio del prossimo anno.

Secondo la proposta, per esempio, gli insegnanti dovrebbero essere obbligati ad indirizzare alunni sospettati (ripetiamo: sospettati!) di misoginia estrema a Prevent, il programma antiterrorismo del governo britannico (criticato da più parti per la sua incapacità di contrastare il radicalismo islamico). Chi viene segnalato a questo programma viene “attenzionato” dall’autorità di polizia locale per capire se occorre intervenire per de-radicalizzare. Nel 2022-2023 sono state registrate 6.817 segnalazioni, in gran parte generiche “vulnerabilità”, mentre nel 19% si trattava di presunti estremisti di destra e nell’11% di presunti estremisti islamici.

“Per troppo tempo, i governi non sono riusciti ad affrontare l’aumento dell’estremismo, sia online che nelle nostre strade, e abbiamo visto crescere il numero di giovani radicalizzati online – ha detto Cooper – L’incitamento all’odio di ogni tipo frattura e logora il tessuto stesso delle nostre comunità e della nostra democrazia. L’azione contro l’estremismo è stata gravemente vanificata negli ultimi anni, proprio quando avrebbe dovuto essere più necessaria”.

A dire il vero, nel mirino del ministero non finirà solo la misoginia, ma si estenderà all’esame di tutte le forme di estremismo che affliggono la società britannica, inclusi estremismo islamista e di estrema destra. Tuttavia il fatto che il presunto “odio estremo verso le donne” (chi definirà qual è “estremo” e quale invece “accettabile”?) venga paragonato agli sgozzatori islamici rende bene l’idea di quanto l’approccio appaia un tantino ideologico. Il ministero dell’Interno ad oggi classifica diverse categorie di estremismo considerate preoccupanti, tra cui appunto il “celibato involontario”, cioè uomini che incolpano le donne per la loro mancanza di opportunità sessuali.  

Nei giorni scorsi, il vice capo della polizia Maggie Blyth, responsabile nazionale della polizia contro la violenza contro le donne e le ragazze (VAWG), ha affermato che l’influenza esercitata sui giovanissimi online è “piuttosto terrificante”. Tanto che secondo il governo britannico alcuni influencer potrebbero radicalizzare giovani uomini e ragazzi portandoli alla misoginia estrema. In pratica come se fossero degli imam dell’odio verso le donne.

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