Donna chiama donna: sex and the streets. Matteo Salvini e Stefano Donnarumma, i signori delle ferrovie e delle strade italiane, potrebbero presto essere travolti dall’effetto “Wonder Woman” innescato da Giorgia Meloni, che continua a trovare alleate lungo il percorso. E mentre i due cavalieri fanno a gara per modernizzare l’Italia tra scioperi e buche da rattoppare, un’onda rosa fa il suo ingresso nel dibattito: “Ultima Spiaggia”. Un collettivo quasi tutto al femminile che unisce lotta, proposta civile, indignazione e pragmatismo, e che si sta espandendo rapidamente in tutta Italia.
Partito dalla remota e isolata Calabria, il movimento di queste professioniste toste ed agguerrite vuole porre al centro del dibattito politico i disastri della logistica italiana. Con il tipico pragmatismo femminile, si parte da un primo caso simbolo: la Costa ionica dei Gelsomini, terra di luoghi incantevoli come Bianco, Gerace, Riace, Stilo, Monasterace che sono praticamente irraggiungibili se non armati di pazienza e di un’auto pronta a schivare buche e improbabili deviazioni. Alla guida del movimento, l’avvocatessa Loredana Severoni, 54 anni, due figli, mai sfiorata dalla politica, ma da sempre impegnata nel sociale. Il movimento, la cui mission può essere sintetizzata in ‘prima più treni e strade, poi piste ciclabili e monopattini’, conta numerose adesioni in altre città italiane – Roma, Milano, Bologna, Napoli, Firenze, Parma, Ravenna, Ascoli, Pisa – ciascuna con i propri problemi e soluzioni da proporre per dare una scossa alla viabilità nazionale. Tali proposte verranno esaminate nel corso del prossimo anno, coinvolgendo presidenti di regione, sindaci e assessori.
Guru del movimento il reggino Padre Nilo, mitico custode del monastero greco-ortodosso di San Gìovanni Theristis a Bivongi, noto nel mondo, soprattutto in questi tempi di guerra, per essere un punto d’incontro e di preghiera tra cattolici e ortodossi sia ucraini che russi. Con la sua benedizione, già nei prossimi giorni Severoni e le sue suffragette saranno ricevute da Nicola Zaccheo, presidente dell’Authority dei trasporti, già a capo dell’Enac, che ha aperto un tavolo riconoscendo ad ‘Ultima spiaggia’ un ruolo propositivo, tanto da sollecitare il ministro Salvini e l’Ad di FS Donnarumma ad intervenire per togliere la Calabria dal limbo dell’isolamento infrastrutturale. Benvengano il potenziamento della direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria e della linea del quadrilatero Napoli-Bari-Taranto-Gioia Tauro che saranno interconnesse dall’Alta Velocità. Ma per la Calabria jonica le prospettive sono ancora incerte, tanto che si parla di andare oltre il 2030. E così si punta a portare a casa un primo risultato immediato: il ripristino di un collegamento ferroviario diretto e moderno con Roma, attraverso l’Intercity “Jonio Express”, accompagnato da un percorso turistico pedonale sulla scia dell’antico Dromo che attraversa il centro storico delle città joniche rivierasche. Il movimento punta ad invertire il trend dello spopolamento, lanciando un progetto che lega cultura, turismo e ambiente, e prevede investimenti in infrastrutture vitali come l’elettrificazione della tratta ferroviaria e la creazione di un anello viabilistico regionale.
Secondo il professor Michele Costabile, calabrese doc e docente di marketing alla Luiss, “lo ‘Jonio Express’ non solo ridurrebbe l’isolamento socioeconomico mettendo in luce l’effervescente imprenditorialità locale, ma consentirebbe di valorizzare le risorse culturali, religiose e paesaggistiche dell’area, garantendo una mobilità adeguata ai cittadini, soprattutto quelli malati o con disabilità.” Per ora il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, per lenire gli imperscrutabili tempi di realizzazione delle ferrovie, ha chiuso un accordo con Ryanair, aumentando i voli da e per la regione, ma di fatto, anche in questo caso, tutta la dorsale jonica resterà tagliata fuori.
E mentre “Ultima spiaggia” non si limiterà a guardare solo la Calabria, di esempi di tenacia calabrese al femminile ne abbiamo: l’antesignana Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario. Anche lei ‘attivista culturale’ fin da ragazza, rappresenta tutto quello che, con competenza e capacità, sono in grado di portare avanti le donne. Adele Cambria, giornalista, alla pari di Camilla Cederna e Oriana Fallaci, con il suo claim “Vado, vedo, scrivo”, e molte altre. Donne in grado di fare rete per affrontare sfide o per promuovere una cittadinanza attiva, capace di scrivere un nuovo alfabeto civile che superi il gender gap, in cui i ruoli sono stati storicamente definiti.
Dall’altra parte del mondo, in Sud Corea, prendono molto seriamente il tema dell’empowerment femminile tanto da avere un’università per sole donne – l’Ewha Womans University – che prepara le future manager e leader del mondo, insegnando loro anche a comandare. Si stanno organizzando per la ‘quarta rivoluzione industriale’, quella dell’interconnessione e dell’intelligenza artificiale. E al ‘gender gap e AI’ è dedicato il recente convegno tenutosi a Roma di PWN- Professional Women’s Network’, la cui vicepresidente, Clelia Piperno, è la prima donna della storia ebraica ammessa alla traduzione dall’aramaico all’italiano del Talmud babilonese, un ‘corpus’ di 5.400 pagine: un’impresa monumentale. Come quella di portare i treni e le strade in Calabria. Cu’ voli fari grandi cosi, ha’ cominciari cu’ picculi, Chi vuole fare grandi cose, deve cominciare con le piccole, dice un famoso proverbio calabrese.
Luigi Bisignani per Il Tempo 15 dicembre 2024
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