Cronaca

Aspesi, elogio di una femminista controcorrente - Seconda parte

Dalla polemica su Biancaneve al “no” ad una donna al Quirinale: le battaglie della Aspesi

Se il femminismo è questo, non un cambio di mentalità ma un riproporre gli stessi schemi al contrario, io non ci sto, ha detto in sostanza in quella occasione la Aspesi. Un’offesa non è un crimine e chiedere l’ergastolo, come è stato fatto, significa sputtanare le vere battaglie, ad esempio quelle delle donne che sul lavoro perdono la vita, come la povera Luana di Empoli che lavorava in condizioni precarie per portare avanti la famiglia e un figlio avuto con uomo irresponsabile che l’aveva abbandonato.

Il colpo finale, la Aspesi lo ha assestato però l’altro giorno, quando, in contemporanea con l’appello di alcune donne ipercorrette (e spesso anche iperbanali) a favore della scelta di una donna per il Quirinale, la Aspesi ha detto “no grazie”. “Non è il momento”, ha specificato, e poi, ha aggiunto,  “le donne di cui circola il nome non hanno il physique du role”. Come dire: una donna comunque e a prescindere no, è populismo puro, seppur di sinistra.    In fondo, è una forma di ghettizzazione e non di emancipazione. Che l’idolo della Aspesi sia una donna come la regina Elisabetta non è un caso: fatti, non parole, questo ci dice questa vecchia, giovane, signora milanese, colta e raffinata e anche con qualche vezzo che non è mai frivolezza ma sempre antica e perduta saggezza.

Corrado Ocone, 6 gennaio 2022

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