Assalto alla polizia: questo video deve scandalizzarvi

Le immagini sugli scontri di piazza a Roma (ma non solo) sono un allarme vero e proprio: adesso basta, questa è presunzione di impunità

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scontri polizia

Presunzione di innocenza o presunzione di impunità? Questo il giusto titolo per l’ennesimo epispdio in cui questi “bravissimi ragazzi” hanno assaltato a Roma il Reparto Mobile sabato sera scorso in zona San Lorenzo.

Queste immagini meritano un’inchiesta parlamentare per capire come sia possibile far trattare gli uomini in divisa in questo modo. Perché tutta questa presunzione di impunità? Perché chi fa queste cose sa benissimo, in modo preordinato, che non gli succederà mai nulla, che assaltare i poliziotti oggi è uno sport nazionale e, pure laddove qualcuno dovesse essere fermato, tempo qualche ora e torna subito a casa. Così il giorno dopo può di nuovo scendere in piazza a tirare bombe contro gli agenti.

Vorrei farvi notare, non molti ne hanno parlato, che una delle bombe carta è rimasta incastrata nella grata di sicurezza di un blindato del Reparto (mezzo che, ci tengo a specificare, di blindato non ha nulla): se solo fosse esplosa un centimetro oltre avrebbe causato più schegge di una granata! Un altro bombone è scoppiato sul volto di un collega del Commissariato, causandone il ferimento!

Gli uomini dello Stato sono stati messi lì ad aspettare lo sfogo di questi bambini viziati e poi, solo molto tempi dopo, è stata fatta partire la carica per evitare che succedesse il peggio. Una carica giusto per far allontanare i facinorosi perché un istante dopo è arrivato l’ordine di “tornare indietro”. Tornare indietro? Bisognerebbe arrestare questa gentaglia, bisognerebbe assicurare alla giustizia chi commette questi gravi reati.

Per questo, nell’interpellanza parlamentare che proporremo, chiederemo quante persone sono state fermate, quanti arresti, quanti sono finiti davanti al magistrato, quanti arresti convalidati, quanta gente è in carcere! La risposta la conosciamo benissimo ma deve essere un organo superiore dello Stato a comunicare a tutta Italia la realtà dei fatti. Noi siamo consapevoli che il nostro lavoro sia anche quello di prendere schiaffi e subire violenze, volendo anche di morire, ma a guardare queste immagini sembra un film. Sembra come se fosse tutto scontato, sembra come se fossimo noi il giocherello di questi imbecilli che forse nemmeno sanno cosa è accaduto al giovane e povero Ramy, morto tragicamente per colpa di un sistema che non educa alla legalità.

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Ora, è facile parlare ma in quei frangenti a noi è chiesto di essere impeccabili e perfetti. E lo siamo. Poi però appena qualcuno lamenta fantomatiche violenze della polizia nelle cariche, ecco che escono fuori le solite associazioni, i soliti politicanti e i soliti giornalisti a parlare di “numero identificativo” e “manganellate”! Siamo alla follia. Non è mai accaduto che chi ha eventualmente ecceduto non sia stato letteralmente consegnato alla magistratura, con tanto di nomi e cognomi spiattellati pure nei bagni degli Autogrill. Ci mancherebbe: noi siamo per la trasparenza e chi sbaglia paga, ma ci spiegate per quale motivo a questi che puntualmente ci assaltano non viene fatto mai nulla? Un processo, una condanna! A cosa serve inventare leggi come il daspo urbano se poi sono impossibili da applicare? Perché non si riesce a indagare questi ragazzi per associazione a delinquere?

È tutto preordinato: escono di casa con bombe carta molte volte artigianali (e quindi si mettono a riempirle di chiodi ed altro materiale altamente pericoloso), si riforniscono di bottiglie di vetro, di bastoni e scudi artigianali, caschi e tirapugni. Questa non è questa un’associazione a delinquere preordinata? Perché le Amministrazioni degli Interni e della Giustizia non pensano a modalità di fermo e repressione giudiziaria nei confronti di questi delinquenti? Questo vogliamo sapere!

Perché un poliziotto che sbaglia deve pagare e paga. Migliaia e migliaia di delinquenti mascherati da manifestanti, invece, sono sempre liberi di organizzarsi per poi commettere reati gravi! Il bello è che sono sempre gli stessi. Il bello è che non hanno paura. Il bello è che cambiando slogan ogni volta, una volta è la Palestina, una volta è Ramy, ma si autogiustificano per divertirsi a fare la guerra mentre gridano alla pace. Si autoproclamano innocenti. La cosa grave è che lo Stato li rende innocenti.
La libertà di manifestazione è insindacabile e inalienabile ma esiste il TULPS che autorizza la Polizia a sciogliere gli assembramenti non autorizzati, non preventivamente comunicati e soprattutto violenti…ad oggi il TULPS è la Legge meno applicata della storia dell’Italia!
Ed intanto loro possono e fanno tutto, indisturbati, innocenti e impuniti…..

Andrea Cecchini, 13 gennaio 2025
*Segretario Italia Celere

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