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“Assalto fascista”, Concita De Gregorio prende un granchio

La giornalista di Repubblica, Concita De Gregorio, ribalta clamorosamente i fatti di Firenze: “Era la sinistra a fare volantinaggio”

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Se all’interno di un’aula di Tribunale, l’imputato può essere prosciolto con la formula “assolto per non aver commesso il fatto”; in gergo giornalistico potremmo ribaltare il principio e affermare: “Assolto per non aver compreso il fatto”. E questa volta è il caso di Concita De Gregorio, che sulle colonne de La Repubblica è tornata a commentare la vicenda di Firenze, offrendo però una versione diametralmente opposta alle prime ricostruzioni.

Innanzitutto, per ricordare la vicenda, un gruppo di sei giovani di Azione Studentesca è al centro delle polemiche per aver aggredito due giovanissimi appartenenti ai collettivi dell’estrema sinistra. Se inizialmente il racconto mainstream parlava di “aggressione fascista” e di “squadrismo”, le ricostruzioni di questi giorni sembrano portare verso violenze nate da un diverbio verbale tra i ragazzi a seguito di un volantinaggio davanti ai cancelli della scuola.

Più che di un assalto premeditato “dell’estrema destra”, sembra insomma trattarsi di una rissa politica. Ovviamente, nessuno è qui a giustificare le violenze, che paiono riportare il nostro Paese indietro, nei momenti più bui degli anni di Piombo. Nonostante tutto, è un dovere giornalistico riportare i fatti in modo terzo, senza indossare alcun elmetto politico, né di destra né di sinistra.

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Eppure, Concita De Gregorio non sembra – appunto – aver compreso il fatto. Nel pezzo, per esempio, si parla di “spedizioni punitive”, cercando di affermare come gli aggressori sarebbero in realtà adulti, quando invece i denunciati sono nati tra il 2002 ed il 2007. E ancora, De Gregorio si chiede perché nessuno abbia presentato interrogazioni in Parlamento, cosa invece fatta da Fratelli d’Italia pochissime ore dopo la triste vicenda.

Ma non finisce qui. Concita afferma che sarebbero stati “i ragazzini di sinistra a fare volantinaggio fuori da scuola”. Cosa assolutamente cassata da qualsiasi ricostruzione dei giornali e della polizia. Insomma, un ribaltamento della realtà che, in pochissime righe, contiene almeno tre errori decisivi nella ricostruzione del fatto. Si arriva poi ad un finale ai limiti dell’incomprensibile, in cui la giornalista lamenta il fatto che la vicenda non abbia avuto rilievo perché “non è entrata in tendenza, nei social, dunque non rileva”. E parte la supercazzola: “È come se accadesse solo quello che succede in favore di telecamera, è come se lo schermo fosse l’unica dimostrazione dell’esistenza in vita. Eppure, pensate. Ci sono milioni di persone in carne ed ossa che fanno cose, a volte politica, per certe mezz’ore non hanno voglia o non hanno tempo di aggiornare il feed. Se la vita reale tornasse protagonista del dibattito pubblico, specie a sinistra, smetteremmo di parlare del nulla e forse qualcosa, qualcosina si rimetterebbe in moto”.

Avremmo voluto qualche riga anche sulla piazza di ieri, sempre a Firenze, dei collettivi di sinistra al grido “Meloni fascista, sei la prima della lista”, “Viva le foibe“, accompagnate da bandiere della Jugoslavia e dell’Unione Sovietica. Forse, però, Concita De Gregorio ha deciso di non parlarne. Sapete com’è: “Non è entrata in tendenza, nei social, dunque non rileva”.

Matteo Milanesi, 22 febbraio 2023