Salute

Astrazeneca ritira il vaccino: il grande abbaglio dei talebani del siero

La conferma dell’azienda anglo-svedese: “Non c’è più stata domanda per il vaccino Vaxzevria”. I dubbi sugli effetti collaterali

Come ampiamente riportato dalla stampa internazionale, il vaccino contro il Covid di AstraZeneca è stato ritirato in tutto il mondo dopo che l’azienda ha riconosciuto per la prima volta che Vaxzevria – il vaccino sviluppato dal colosso farmaceutico anglo-svedese – può causare trombosi come raro effetto collaterale e pericoloso. Ciò è  quanto riporta, con dovizia di particolari, il quotidiano britannico The Telegraph.

In particolare, AstraZeneca avrebbe spiegato la decisione col fatto che dalla pandemia in poi sarebbero stati sviluppati molti altri vaccini più aggiornati, specifici per le nuove varianti del virus, e che ciò avrebbe portato ad un calo della domanda per il loro vaccino realizzato con il tradizionale vettore virale. L’azienda aveva chiesto il ritiro dell’autorizzazione alla commercializzazione lo scorso 5 marzo: il ritiro è diventato effettivo ieri, martedì 7 maggio.

Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato su ilpost.it, “negli ultimi anni al vaccino di AstraZeneca erano stati attribuiti effetti collaterali che provocavano coaguli di sangue e problemi circolatori, e l’azienda era stata citata in giudizio da decine di persone che avevano avuto reazioni avverse, compresi alcuni decessi.”

E sebbene già nell’aprile del 2021 l’Agenzia europea dei medicinale (EMA) ammettesse che le medesime reazioni avverse potevano essere effettivamente attribuite al vaccino AstraZeneca, essa continuò a sostenere che i benefici di questo ennesimo siero magico fossero di gran lunga superiori rispetto ai rischi relativi al Covid-19, malgrado già dai primi riscontri risultasse ben chiaro che ben oltre il 99% della popolazione immunocompetente non avrebbe avuto alcun bisogno di vaccinarsi.

D’altro canto, a beneficio dei sostenitori più o meno prezzolati di una campagna vaccinale di massa senza precedenti nella storia, direi che giunti a questo punto, in cui anche i più ciechi dovrebbero aver compreso il grande abbaglio dei vaccini anti-Covid, sarebbe il caso di riabilitare la reputazione di alcuni scienziati, su tutti Luc Montagnier e Giulio Tarro, i quali avevano sostenuto l’impossibilità concreta di realizzare un vaccino per qualunque coronavirus, data la loro estrema capacita di mutare in tempi rapidi, e l’assurdità di vaccinare le persone in piena pandemia, forzando ulteriormente le medesime mutazioni.

Se avessimo seguito i loro illuminati consigli, adottando le stesse modalità che si utilizzano per le influenze stagionali, ci saremmo risparmiati parecchi problemi, evitando di gettare letteralmente nello sciacquone importanti risorse che avrebbero dovuto essere impiegate per curare ben altre malattie gravi.

Claudio Romiti, 8 maggio 2024

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