Anche quest’anno il 25 aprile è diventato ostaggio di una manica di facinorosi che, al grido di “Palestina Libera, Palestina Rossa”, hanno protestato contro la Brigata Ebraica e sono riusciti addirittura a fischiare un gruppo di ex internati dei campi di concentramento.
In mezzo alle bandiere palestinesi nella piazza di Milano – e forse anche in altre – si sono viste le bandiere a due stelle della Siria, rappresentanti del regime di Bashar al Assad. Ormai dal 2011, infatti, una certa sinistra (e destra) estrema, ha adottato Assad ergendolo a simbolo della lotta all’imperialismo americano e “sionista”.
Ora, mettendo per un secondo da parte la narrativa sulla questione palestinese, proviamo a rispondere ad una domanda elementare: cosa significa ergere il regime siriano a simbolo dell’antifascismo? Per trovare la risposta, basta una brevissima descrizione del soggetto in questione.
La Siria degli Assad è il simbolo dell’antisemitismo: non solo per la sua dichiarata volontà di distruggere Israele ma anche perché, proprio il regime siriano ha sempre portato avanti i peggiori stereotipi razzisti. Basti qui ricordare che proprio in Siria, nel 1984, il generale Mustafa Tlass – all’epoca ministro della difesa – finanziò la pubblicazione del libro “Azzima di Sion”, nel quale venivano ripetuti i peggiori cliché anti-ebraici.
L’esaltazione del regime di Assad, però, significa anche un (in)diretto sostegno agli alleati di Damasco, in primis al regime iraniano. Un regime teocratico e misogeno, che non solo legalmente consente il matrimonio minorile – ergo legalizza la pedofilia – ma considera anche la vita e la testimonianza di una donna davanti ad un giudice la metà di quella di un uomo. Neanche a dirlo, anche in questo caso, si tratta di un regime che promuove ufficialmente il negazionismo e in cui il solo ebreo buono è quello sottomesso alla Sharia.
Dalla prima domanda, quindi, ne deriva una seconda: che Paese sarebbe quello in cui a primeggiare fossero i valori esaltati a Damasco e Teheran? Semplicissimo: un Paese di fanatici estremisti, esaltatori della purezza ariana, in preda a sentimenti di profondo odio antisemita.
In poche parole, un Paese in cui il 25 aprile neanche esisterebbe…