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Accordo commerciale Uk-Australia, pietra angolare del cordone democratico intorno alla Cina

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Londra ha capitalizzato la presidenza del G7 ponendosi al centro di un fronte delle democrazie liberali in via di formazione per contenere la Cina con le armi del commercio e delle infrastrutture.

Il primo grande accordo di libero scambio negoziato da zero dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione è stato concluso dal primo ministro britannico Boris Johnson e dall’omologo australiano Scott Morrison in un incontro a Downing Street seguito al vertice di Carbis Bay in Cornovaglia.

La presidenza britannica aveva invitato ai lavori dei 7 grandi Paesi industrializzati anche l’Australia, la Corea del Sud e l’India per lanciare la suggestione D10: un cordone democratico attorno alla Cina nell’area dell’Indo-Pacifico.

Alla conclusione del vertice, è arrivato l’accordo con Canberra. Dal punto di vista commerciale, il FTA con l’Australia è la porta d’ingresso per l’Uk nella regione in rapida crescita dell’Indo-Pacifico attraverso il CPTPP, una delle più grandi aree di libero scambio del mondo, che rappresenta 10.000 miliardi di sterline di Pil e 11 nazioni del Pacifico (Australia, Brunei Darussalam, Canada, Cile, Giappone, Malaysia, Messico, Perù, Nuova Zelanda, Singapore e Vietnam).

L’accordo con l’Australia mostra le ambizioni della politica commerciale indipendente Uk. Il FTA non è limitato alle merci, zero tariffe e zero quote, ma copre anche servizi e commercio digitale e disciplina la trasmissione trans-frontaliera di dati. In particolare, le disposizioni sul libero flusso delle informazioni e il divieto di localizzazione dei dati permetteranno alle imprese di stabilirsi nei reciproci mercati senza il costo e l’onere burocratico di dover gestire dei server locali.

Dal punto di vista strategico, il FTA con Londra è la prima risposta alle tensioni Sino-Australiane ed una dimostrazione del potenziale del D10 in azione. Pechino aveva imposto tariffe fino all’80 per cento su una serie di prodotti strategici tra cui carbone, orzo, carne, aragoste e vino, dopo che l’Australia aveva denunciato la violazione dei diritti umani a Hong Kong, nello Xinjiang e in Tibet. Canberra ha sperimentato il pericolo di un’eccessiva dipendenza dal commercio con Pechino e da allora è impegnata ad aprirsi a mercati alternativi per diversificare le proprie esportazioni e neutralizzare il boicottaggio cinese.

Il G7 ha poi elaborato una strategia di difesa dall’aggressività cinese approvando un piano globale sulle infrastrutture per i Paesi a basso reddito in risposta alla Nuova Via della Seta. Come affermato nel comunicato diffuso dalla Casa Bianca, il programma possiede “alti standard di trasparenza” in opposizione all’opacità cinese. L’iniziativa, proposta su impulso americano con un asse geografico che si estende lungo il Commonwealth britannico, si chiamerà Build Back Better World (B3W).

Il segretario al commercio internazionale Liz Truss è ora impegnata in un bilaterale a Londra con l’U.S. Trade Representative Katherine Tai per il loro primo incontro faccia a faccia dopo l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca. Truss e Tai hanno dichiarato di voler discutere “un approccio globale al commercio, focalizzato sugli strumenti e sulle regole necessarie per affrontare le pratiche distorsive del libero mercato da parte della Cina”.

La dichiarazione congiunta arriva dopo le notizie diffuse questa settimana, secondo le quali Usa e Uk hanno raggiunto un accordo per eliminare le tariffe ritorsive sulla disputa AirbusBoeing. Usa e Uk hanno formato un fronte comune per concentrarsi sulla minaccia posta dalla nascente industria aeronautica cinese. Il Dipartimento di Stato aveva concepito una soluzione permanente attraverso due trattati – uno tra Usa e Ue e un altro accordo post-Brexit tra Usa e Uk – su nuove regole di base per l’aerospazio. Ma con gli interessi tedeschi in Cina ad offuscare l’operazione, l’Uk ha riempito lo spazio geopolitico. L’ordine emergente del G2, con Usa ad Occidente e Cina ad Oriente, stava nascendo inadeguato per mantenere la stabilità globale. L’Uk lavora per una terza gamba multilaterale. Nel G3, Londra gioca a tutto campo e a cavallo di Atlantico e Pacifico, cercando un equilibrio tra gli interessi commerciali e l’alleanza basata sui valori.  Così faceva William Ewart Gladstone durante il regno della Regina Vittoria. Tutto ritorna nel mondo che cambia.