Se il regime iraniano minaccia anche i think tank

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Ormai quasi due settimane fa, come parte della politica di reazione alle sanzioni americane, il regime iraniano ha deciso di imporre delle sanzioni contro un noto think tank americano: l’FDD, ovvero il Foundation for Defense of Democracies.

In questi anni l’FDD si è contraddistinto per la serietà del suo lavoro, che ha permesso di denunciare molti dei crimini del regime iraniano, soprattutto per quanto concerne il programma nucleare e missilistico e il sostegno al terrorismo internazionale. Un lavoro, come suddetto, di massima professionalità, anche grazie ai contributi del noto esperto italiano Emanuele Ottolenghi.

La decisione di mettere sotto sanzioni l’FDD è stata annunciata dal Ministero degli Esteri iraniano il 24 agosto, in un folle comunicato che imputava all’FDD di aver mentito contro la Repubblica Islamica, contribuendo a far approvare le sanzioni americane contro “il popolo iraniano” (come se le agenzie di intelligence statunitensi non esistessero e la Casa Bianca prendesse ordini dai vari think tank presenti nel Paese).

Purtroppo, però, la parte più drammatica del provvedimento non è tanto la decisione di sanzionare l’FDD, quanto la chiosa finale del comunicato del Ministero degli Esteri iraniano, dove viene esplicitamente affermato che l’Iran si riserva di prendere tutte le necessarie misure amministrative, giudiziarie e delle organizzazioni istituzionali e di sicurezza, al fine di perseguire e punire i membri dell’FDD, il suo direttore Mark Dubowitz e i collaboratori dell’FDD iraniani e non iraniani.

In altre parole, una diretta minaccia alla stessa incolumità fisica dei membri dell’FDD e dei suoi collaboratori. Una minaccia inaccettabile, che viene da un Ministero iraniano, guidato da un supposto moderato (Zarif) e soprattutto dallo stesso regime che ha approvato – e ancora tiene in vigore – la fatwa contro Salman Rushdie. Peggio, il Ministero degli esteri iraniano ha annunciato che a breve verrà rilasciata una lista di nomi e cognomi di tutti coloro inseriti nella lista delle sanzioni per le loro relazioni con l’FDD.

Il direttore dell’FDD Mark Dubowitz ha reagito alla notizia delle sanzioni denunciando le minacce, ma sottolineando che il solo risultato sarà quello di rafforzare il lavoro del think tank, al fine di raccontare la verità sull’Iran. Purtroppo, nonostante alcune esplicite richieste via Twitter, da think tank italiani come IAI, Ispi e CeSi, non è arrivata una singola parola di solidarietà verso i loro colleghi americani. Evidentemente, c’è chi all’affermazione del valore della libertà di pensiero, preferisce garantirsi le ospitate e i sorrisi accattivanti di Zarif…

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