Dopo quasi nove mesi dalla sua presentazione al Comitato per gli Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti USA, la mancanza del quorum ha bloccato il voto sul Ukraine Cybersecurity Cooperation Act of 2017, proposto dal Rappresentante democratico della Pennsylvania Brendan Boyle. Il Rappresentante Boyle propone di creare una collaborazione per la sicurezza informatica dell’Ucraina, mirata a ridurre la dipendenza ucraina dalla tecnologia russa, e di aiutare Kiev a costruire le sue capacità tecnologiche per la condivisione di informazioni legate alla cybersicurezza nel contesto della cooperazione internazionale.
In risposta agli attacchi informatici del 2014, il premier ucraino Petro Poroshenko ha enfatizzato la necessità di creare un sistema di sicurezza informatico nazionale, necessario per combattere sul “campo di battaglia per l’indipendenza dello Stato.” La risoluzione di Boyle comporterebbe una serie di accertamenti della sicurezza informatica nel campo delle infrastrutture pubbliche, militare e dei sistemi bancari, per identificare le maggiori vulnerabilità, così definite da Washington. Insieme alla richiesta di avanzare la creazione di una Incident Management Center alla NATO (per il monitoraggio degli eventi di sicurezza informatica), la proposta prevede il diretto intervento degli Stati Uniti nello sviluppo di strategie di difesa informatica con Kiev, attraverso laboratori di addestramento in un’operazione congiunta mirata al contrasto degli scenari di crisi informatiche.
Decisamente una proposta ambiziosa e discutibilmente rischiosa per le implicazioni geopolitiche. In un saggio puntuale pubblicato su Foreign Affairs nel 2014, il politologo stanunitense John Mearsheimer sostiene che l’intervento degli Stati Uniti e la NATO abbia alimentato la crisi ucraina nell’attuazione di una politica quasi-espansionistica in pieno contrasto con il principio dell’egemonia regionale, quella di Mosca. Queste tensioni, secondo Mearsheimer causate dall’Occidente, potrebbero essere riaccese dalla proposta di Boyle, dove una stretta collaborazione informatica sull’asse Kiev-Washington rappresenterebbe realisticamente una minaccia per Mosca.
La risposta di Kiev. Il Golos ucraino ha pubblicato il 7 febbraio la Legge sui Principi Fondamentali della Cibersicurezza Ucraina. La legge definisce gli obiettivi infrastrutturali del paese che richiedono maggior attenzione per meglio assicurare la sicurezza nazionale. La legge pone le basi strutturali e legali per la protezione degli interessi cruciali, i diritti dei cittadini ucraini, e gli interessi informatici dello Stato ucraino. La risposta di Kiev pone le basi per una maggior collaborazione con le forze NATO e statunitensi su quello che potrebbe definire il futuro dei rapporti tra l’Ucraina, gli Stati Uniti e la Russia.
La risposta del Congresso e la Casa Bianca. Sostenuta da molti Repubblicani alla Camera, è probabile che la proposta avrà una forza bipartisan anche al Senato. La decisione finale rimane comunque alla Casa Bianca e dato il suo alto costo, combinato alle diverse preoccupazioni geopolitiche, è improbabile che Trump la farà diventare legge.