All’Eurovision supplementari di Sanremo: Achille Lauro tenta la rivincita in quota San Marino

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Surprise surprise: il principe dell’anticonformismo e della trasgressione, l’inventore dell’auto-battesimo come nuova pratica canora, sì proprio lui, Achille Lauro, parteciperà all’imminente Eurovision Song Contest condotto da Alessandro Cattelan, Mika e Laura Pausini, nonostante abbia perso clamorosamente Sanremo. Il tutto grazie ad un escamotage concepito per aggirare la bocciatura sul palco dell’Ariston. Non essendo riuscito ad ottenere il posto desiderato in Italia, rappresenterà la Serenissima Repubblica di San Marino, San Marèin per gli autoctoni (pochi, molto pochi: 33.909 abitanti).

Pensavamo che, con la vittoria di Mahmood e Blanco, la 72esima edizione del Festival di Sanremo fosse terminata. Invece no, assisteremo ai supplementari. Perché i due vincitori del Festival della canzone italiana gareggeranno di nuovo con Achille Lauro, che pur di vincere ricorrerà molto probabilmente a nuove trovate carnevalesche e falsamente dissacranti. Il “triello” fra italiani, a cui si aggiungeranno cantanti provenienti da tutti i Paesi europei, verrà celebrato presso il PalaOlimpico di Torino dal 10 al 14 maggio. Non ci affrettiamo a dare giudizi, anche se dubitiamo che ad accompagnare la gara saranno le straordinarie musiche di Ennio Morricone, né ci aspettiamo che i concorrenti indosseranno lo storico poncho dell’Uomo Senza Nome interpretato da Clint Eastwood nella Trilogia del Dollaro.

Ma il punto non è questo. Dopo essersi aggiudicato un mediocre 14esimo posto nella classifica sanremese, Achille Lauro ritenterà l’impresa all’Eurovision grazie ad una mossa non proprio all’altezza di un irregolare della musica, un mezzuccio degno, piuttosto, di un personaggio di Alberto Sordi escogitato per finire ancora una volta sotto i riflettori acquisendo un alto grado di visibilità agli occhi del pubblico internazionale. Scelta che, ci pare, mal si addice al titolo di “ribelle” che i media mainstream gli hanno impropriamente affibbiato in questi anni.

Come scrisse il celebre aforista Dino Segre Pitigrilli, si nasce incendiari e si finisce pompieri. Immaginate la scena: “Signore e signori (anzi, signor* per adeguarsi alla vulgata corrente), ecco a voi Achille Lauro, chiamato a rappresentare la Repubblica di San Marino!” Chissà, in caso di vittoria potrebbero pure conferirgli l’Ordine di Sant’Agata, dedicato alla santa protettrice della Repubblica. In tal caso, però, Lauro dovrebbe sconfessare quell’esibito anti-clericalismo su cui il direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Monda, ha speso parole definitive:

“Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi. Perché Sanremo è Sanremo. L’Osservatore è L’Osservatore. E in questo caso si limita ad osservare che, volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta.”

Come si direbbe in gergo nautico, colpito e affondato.

P.s. Facciamo ovviamente i migliori auguri ad Achille Lauro. Anche perché, in caso di sconfitta all’Eurovision, egli non avrebbe nulla da temere. Può sempre ripresentarsi l’anno prossimo. Magari, stavolta, come rappresentante della Città del Vaticano.

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