Divieto di B&B a Firenze, il nuovo sindaco persevera nell’attacco alla proprietà

Ancora una volta un’amministrazione di sinistra impone una regolamentazione locale profondamente ingiusta e irrispettosa della libertà di impresa

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Negli ultimi mesi, a Firenze si è acceso un dibattito riguardante il divieto di aprire nuove attività di Bed & Breakfast in proprietà private. Questo divieto, emanato dall’amministrazione comunale fiorentina, è stato motivo di grande controversia, specialmente alla luce del fatto che a livello nazionale una legge che regolamentava severamente queste attività è stata recentemente abrogata. La nuova amministrazione, con a capo la neo eletta sindaco Sara Funaro, ha invece ribadito la volontà di proseguire con il divieto.

Il contesto nazionale

In Italia, l’ospitalità turistica, incluso il Bed & Breakfast, è stata oggetto di numerose regolamentazioni nel corso degli anni. La legge nazionale che imponeva restrizioni significative su questa attività è stata abrogata, allineandosi a una tendenza verso una maggiore liberalizzazione del settore turistico. Questo cambiamento normativo è stato accolto positivamente da molti operatori del settore, che vedevano nelle vecchie restrizioni un ostacolo al libero esercizio delle loro attività.

La decisione del Comune di Firenze

Nonostante la liberalizzazione a livello nazionale, il Comune di Firenze ha deciso di adottare una linea più restrittiva. Il divieto di hospitality in Bed & Breakfast in proprietà private nella città è stato giustificato dalle autorità locali con la necessità di preservare il tessuto urbano e sociale del centro storico, che negli ultimi anni ha visto un’esplosione di attività turistiche a scapito delle residenze.

Secondo il Comune, il proliferare di Bed & Breakfast ha contribuito ad un aumento degli affitti a breve termine, riducendo la disponibilità di alloggi a lungo termine per i residenti e alterando la vita quotidiana dei quartieri centrali. Questo fenomeno ha spinto le autorità a intervenire per garantire un equilibrio tra le esigenze del turismo e quelle dei residenti.

Le reazioni

Ma tutto ciò ha l’amato sapore di un ricatto. Le reazioni alla decisione fiorentina sono state miste. Da un lato, i residenti che hanno appoggiato il divieto, vedendolo come un passo necessario per preservare il carattere autentico della città e prevenire la gentrificazione. Dall’altro lato, gli operatori turistici e i tanti proprietari di immobili destinati a Bed & Breakfast hanno criticato duramente la decisione, accusando il Comune di ostacolare l’imprenditorialità e di ignorare l’importanza del turismo per l’economia locale.

Gli esperti di settore sottolineano che, sebbene la regolamentazione locale possa in prima battuta sembrare una risposta a problemi specifici, rischia di creare un quadro normativo frammentato e disomogeneo a livello nazionale. Questo potrebbe portare a difficoltà per gli operatori del settore, e addetti ai lavori turistici, che devono navigare tra regolamentazioni contrastanti e in continua evoluzione.

Il futuro del turismo

Il divieto fiorentino di aprire nuovi Bed & Breakfast in proprietà private solleva questioni importanti sul futuro del turismo e della residenzialità nelle città storiche italiane. Mentre la legge nazionale sembra favorire una maggiore liberalizzazione, le decisioni locali come quella di Firenze indicano un crescente interesse per la protezione del tessuto sociale e urbano contro gli effetti potenzialmente negativi del turismo di massa.

Un approccio da contrastare

Sarà cruciale una dura opposizione a questo approccio che uccide di fatto la libertà individuale e l’uso della proprietà. Partiti come Forza Italia, da sempre al fianco delle libertà, come il padre fondatore Silvio Berlusconi che per primo ne ha tracciato la via, dovranno contrastare questo processo di distruzione della proprietà “sacra e inviolabile”.

C’è inoltre da capire se altre città seguiranno l’esempio di Firenze, adottando misure simili per controllare l’espansione delle attività turistiche. L’equilibrio tra l’accoglienza turistica e la qualità della vita dei residenti sicuramente è un tema al centro del dibattito politico e sociale, ma non per questo è giustificabile un divieto assoluto.

Il caso di Firenze rappresenta un esempio significativo di come le regolamentazioni locali possano influenzare negativamente il panorama economico e sociale, anche in presenza di leggi nazionali più permissive, aperte a dare maggiore respiro ad un tessuto economico e d’impresa già messo a dura prova.

Forza Italia ha sempre difeso la libertà d’impresa mediante regole liberali e liberiste, per una concorrenza leale (sia legale che fiscale) e a difesa del diritto di proprietà delle famiglie. Mai Forza Italia negli anni ha scelto di schierarsi apertamente (e politicamente) contrapponendosi a categorie come Confedilizia o a favore di Federalberghi o di Confturismo Confcommercio, proprio perché da sempre si connota in politica con una visione strategica che valuta e tutela tutte le imprese e le famiglie, cercando una sintesi utile.

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