Economia

Ecco perché è impossibile un ChatGPT europeo: grave ritardo rispetto agli Usa

L’Europa finanzia i carrozzoni e dimentica le startup innovative. Parlano i creatori di “Peperoni AI”: “Fatevi da parte, lasciate spazio a giovani nerd”

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Perché nonostante molte innovazioni partano dall’Europa – e parliamo di cose importanti quali il World Wide Web, il microprocessore, il formato Mp3, Linux, gli esempi sono numerosissimi – sembra che tutto venga dagli Stati Uniti? E soprattutto, come mai sono solo gli States che sembrano essere in grado di creare giganti quali Google, Facebook e, ora, OpenAI?

Il ritardo dell’Europa nell’AI

Il 9 febbraio scorso Atlantico Quotidiano ha pubblicato in merito un articolo in cui si riprendeva il grido d’allarme di Tarik Krim riguardo il quasi incolmabile ritardo accumulato dall’Europa nel settore dell’Intelligenza artificiale.

Uno dei problemi, affermava Tarik, la consuetudine di finanziare con i ricchi programmi europei quasi esclusivamente i colossi-carrozzoni storici quali Alitalia, Tim e Gaia-X, ma non le startup innovative, quelle che sono da sempre il motore della Silicon Valley. 

Per verificare nei fatti se la situazione è grave come descritta dall’”imprenditore seriale” francese, Atlantico ha deciso di ascoltare non un gigante del settore, ma proprio una delle giovani aziende innovative che meriterebbero di essere aiutate a svilupparsi.

L’impresa di 22HBG

Si tratta di un’agile struttura composta da una ventina di persone che ha appena lanciato quella che ancora oggi risulta essere l’unica applicazione di intelligenza artificiale destinata al grande pubblico disponibile sugli app store. Ne abbiamo parlato con il fondatore Gianluca Busi e il ceo Renzo Marrazzo.

MARCO HUGO BARSOTTI: Due parole su di voi e su 22HBG 

GIANLUCA BUSI: Sono nato nel mondo della radio in quanto mio padre da sempre costruisce trasmettitori. Quello era il mio mondo: antenne, valvole, mosfet. Ma all’età di 30 anni, quando stava per nascere Spotify, ho capito che avrei dovuto intercettare un cambiamento storico che stava per arrivare nel mondo dei media (il passaggio dal lineare all’online/on-demand, ndr) e che dovevo lanciarmi.   

Ho creato 22HBG, dove per otto/dieci anni abbiamo fatto praticamente solo ricerca e sviluppo. I prodotti sono arrivati solo dopo. Oggi ci occupiamo non solo di radio ma di applicazioni di gestione di contenuti in senso lato per ogni tipo di settore aziendale. Renzo Marrazzo è il nostro ceo. 

MHB: Parliamo dell’articolo di Tarik Krim e della sua idea che l’Europa non sia in grado di capitalizzare sulle invenzioni europee, come lo sono state il web stesso, l’Mp3, Linux ecc. L’accusa all’Europa è di finanziare solo carrozzoni e non giovani imprenditori promettenti. È vero, corrisponde alla vostra esperienza? 

GB: È tutto vero. Se non avessi avuto la mia perseveranza avrei chiuso subito. Soprattutto perché volevamo sviluppare progetti innovativi, cose che danno i propri frutti dopo anni di sviluppo

MB: Ma tu hai provato a bussare alla porta dei venture capital

GB: Certo, ne avevamo uno all’inizio, ma in generale per queste strutture è importante monetizzare rapidamente. Il problema è che per molti progetti serve più tempo. Io ti dico che dopo dieci anni, se non avessimo avuto i nostri amici, in pratica investitori e clienti oltre a qualche network che ha creduto in noi… non sarei andato da nessuna parte. 

Fondi europei 

MHB: E i fondi europei? 

GB: In parte esistono. Noi abbiamo un progetto in Senegal per il quale abbiamo creato una società specifica. È finanziata da Cassa depositi e prestiti che ha preso un Equity: nei prossimi anni conto di restituire il prestito e riacquisire il controllo della società.

MHB: Perché in Senegal? 

GB: Da un certo punto di vista il Senegal non è tanto lontano dall’Europa, come numero di abitanti e come livello culturale. E poi per noi piccoli è importante non andare dove vanno i big, ma cercare opportunità dove queste hanno possibilità di successo.

Nessuno finanzia le startup

MHB: Quindi stai dicendo che l’unico modo per una piccola società che ha ottimi progetti e tecnologia ma manca di fondi è identificare progetti in qualche modo di nicchia?

GB: Sì, ma guarda che le cose stanno anche peggio: noi siamo stati finanziati in quanto avevamo una storia di anni, con bilanci consolidati. Non eravamo certo una startup. Nessuno finanzia le startup

Impossibile un Facebook europeo 

MHB): Dunque stai dicendo che in Europa non esiste nessun (cattivissimo) Peter Thiel, il sospetto amico di Trump che nel 2004 ha staccato un assegno da 500.001 dollari ad un certo Mark Zuckerberg permettendo la nascita di Facebook in cambio solo del 10 per cento della società…

GB: È Così.

MHB: Quanto fatturavate e quanti eravate quando vi hanno finanziato?  

GB: Diciamo una ventina di collaboratori, con una struttura consolidata. Il fatturato non era importante. 

Intelligenza Artificiale, non solo ChatGPT

MHB: Veniamo alla questione generale della competitività dell’Europa nel mondo della AI. Intanto cosa avete messo sugli store

RENZO MARRAZZO: Si chiama Peperoni AI, ed è lo spinoff di un più ampio progetto di gestione contenuti. L’obiettivo è mettere a disposizione degli utenti un bot intelligente basato su IA in grado di generare contenuti creativi

MHB: Oggi tutti usano ChatGPT, che ovviamente funziona su server OpenAI che stanno presso Microsoft negli Stati Uniti e quindi sono soggetti alle leggi Usa. L’unica alternativa sembrerebbe essere Google, anch’esso negli Stati Uniti.   

RM: Purtroppo è così. Pensa che noi da sei anni stavamo lavorando su una nostra Intelligenza Artificiale. Un sistema trainato da noi. Ma poi è arrivato GPT-3 (ChatGPT)  e abbiamo capito che era molto meglio, non potevamo competere. Il livello di complessità dei modelli della dimensione di ChatGPT è irraggiungibile con i sistemi disponibili ai più. 

Quindi oggi ci siamo specializzati nel verticalizzare, nell’allenare la Intelligenza Artificiale di OpenAI in settori specifici. Il primo quello radiofonico, da cui proveniamo in parte, ma abbiamo in essere progetti per studi legali, per catene commerciali. Noi diamo al cliente un prodotto in grado di rispondere alle domande rilevanti per il proprio settore di attività.

Nel mondo della radio, come dicevo quello da cui siamo partiti, il nostro sistema è oggi in grado di creare un palinsesto, fare un clock, inventare gli interventi, fare gli annunci. Tutto.

MHB: Perché il vostro sistema non poteva competere con ChatGPT

RM: Potenza di calcolo. Trainare un modello richiede tempi lunghissimi, su sistemi molto molto potenti

MHB: Sì, ma noi in Italia non siamo messi male. Dalla famosa lista Top 500 risulta che disponiamo del quarto computer più potente del mondo, Leonardo del Cineca. Oltre 200 peta-flops (200 mila milioni di milioni di operazioni in virgola mobile al secondo). In Italia, non in Francia o in Germania.

Una risorsa tanto strategica che durante il Covid è stata utilizzata in joint venture con la milanese Dompè,  per un progetto di ricerca di primissimo piano. L’Europa, anzi, l’Italia potrebbe forse utilizzarlo anche per creare una nostra intelligenza artificiale, evitando di lasciarla al 100 per cento in mani straniere, evitando che altri guadagnino e ci lascino col cerino in mano? 

GB: Penso che ci siano anche progetti oltre a quelli Usa. Ad esempio in Cina, magari anche più evoluti di ChatGPT

Il prodotto siamo noi 

GB: Ma c’è un altro pericolo. Il cloud ce lo fanno usare per pochi soldi per oggi, no? Addirittura ChatGPT è uscito gratuito. Quindi il prodotto siamo noi, noi che lo usiamo, siamo oggi sfruttati per farlo crescere, per farlo apprendere, per migliorarlo.   

MHB: Sei al corrente dell’esistenza di progetti europei stile ChatGPT

GB: Certo, esistono, ma da parte di chi? Accenture, Leonardo, i soliti grandi gruppi.  

MHB: Però da quanto capisco sviluppano soluzioni utente, come voi. Non i modelli, il cuore dei sistemi
Ad esempio, Leonardo afferma “(our) aim is to create fully customisable ‘proprietary’ models that have a high degree of complexity (in terms of parameters) and that can be trained by exploiting the computational power of the davinci-1 supercomputer”. Cercano di confondere con il nome “davinci-1”, ma noi capiamo come stanno le cose, giusto? È sempre ChatGPT (anzi, un modello superato visto che l’attuale è davinci-003).

GB: Certo, perché per fare quello che dici tu servono immense potenze di calcolo. A cui noi non possiamo accedere. 

Fatevi da parte 

MHB: In conclusione, se tu potessi mandare un messaggio al ministro delle imprese e made in Italy (che prima si chiamava “sviluppo economico”), o anche all’Europa, cosa chiederesti? 

GB: Molto semplice. Fatevi da parte, lasciate spazio a giovani nerd, quelli che capiscono le capacità della tecnologia. E dateci a disposizione potenza di calcolo gratuita. A disposizione di chi ha progetti, conoscenze e capacità di competere.

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