L’8 gennaio 2023 sul sito nicolaporro.it è apparso un articolo a firma Ugo Spezia che analizza la correlazione tra i cambiamenti climatici e lo sviluppo delle civiltà dall’anno 3000 a.C. in poi. La tesi sottostante – almeno ci sembra – è quella che i periodici cicli di aumento delle temperature (la terra ha sempre alternato aumenti a diminuzioni) non siano necessariamente negativi (ad esempio la civiltà romana pare aver beneficiato di 400 anni di aumento delle temperature).
Mike Griffin
La stessa tesi che aveva sostenuto l’ex amministratore della Nasa Mike Griffin nel 2007: “Vorrei sapere a quale essere umano deve essere accordato il privilegio di decidere se il clima che abbiamo qui oggi è il migliore che abbiamo mai avuto e di conseguenza prendere iniziative per decidere che non cambi”, aveva affermato.
Griffin aveva però il torto di essere stato scelto da George W. Bush e nonostante le sue sette lauree era stato immediatamente sottoposto a infinite critiche da parte sostanzialmente di tutti. Alcuni climatologi lo avevano perfino definito “ignorante” (nel “senso buono”, immaginiamo).
Misurare le temperature del passato
Ma quanto stanno aumentando effettivamente queste temperature? Perché il metodo citato da Spezia (le carote di ghiaccio che contengono campioni dell’atmosfera dei millenni passati) è senz’altro ottimo, ma non ne abbiamo trovato indicata la precisione (tipo: +/- 0,1 gradi o qualcosa di simile).
Come giustamente osserva Nate Silver nell’imperdibile “Segnale e rumore: perché così tante previsioni sono errate – ma alcune no”, analizzare con precisione le temperature passate presenta due difficoltà.
La prima, che ci sono ben poche serie storiche disponibili (nel libro viene citata come ottima la serie di rilevazioni al Central Park di New York, che però vanno solo 150 anni indietro).
La seconda, che fluttuazioni tra anno e anno sono enormi, come mostra questo grafico:
Alcune di queste fluttuazioni sono oltretutto periodiche, quali quelle causate dai cicli solari (circa 11 anni di durata), o dalle emissioni solforiche dei vulcani, che hanno un effetto che oggi verrebbe considerato “positivo”, in quanto tendono a raffreddare il pianeta.
Raffreddamento globale
Tanto importanti da aver convinto Time a pubblicare, nel 1975, questa copertina allarmata: il mondo stava entrando nel global cooling, raffreddamento globale.
Centro Meteorologico dell’Aeronautica
Per fare chiarezza abbiamo cercato dati storici delle temperature medie relative all’Italia. Il sito del Centro Meteorologico dell’Aeronautica recita:
Un periodo di riferimento idoneo all’analisi dell’andamento dei parametri atmosferici ai fini climatici dovrebbe coprire lo spazio di 30 anni. Ovviamente, grazie al lavoro di misura senza soluzione di continuità e di archiviazione dei dati rilevati, siamo in possesso di serie storiche che coprono periodi ben più lunghi. Volete sapere quale sia stata la temperatura più bassa registrata in una delle nostre stazioni, magari quella più vicina al posto dove vivete? Oppure quella più alta? Da oggi basta andare sulla nostra nuova pagina La Storia del Tempo.
Abbiamo provato ma questo è il risultato: “Pagina di errore – Le informazioni cercate non sono disponibili alla presente URL”.
Milano
Proviamo allora con il sito Wunderground. Possiamo andare indietro circa 25 anni: osserviamo ad esempio nel mese di dicembre a Milano (aeroporto di Linate) un aumento “medio della temperatura media” compreso tra i 5,43C e i 2,18C, con punte nel 2022 e 2002:
Il ruolo della CO2
Il periodo è troppo corto per trarre conclusioni utili, proviamo dunque a correlare l’aumento della temperatura con il crescere della concentrazione di Co2 nell’atmosfera. Quanto incide l’aumento di Co2 sull’aumento delle temperature?
Il computo, a quanto afferma Silver, non è affatto facile. Ma un mix di dati storicamente trovati da G.S. Callendar nel 1938 e alcune recenti simulazioni effettuate su supercomputer portano a concludere che ogni raddoppio di Co2 (espresso in ppm) porti ad un aumento delle temperature medio compreso tra 2 e 3C.
Qui sotto il grafico della concentrazione di Co2 nell’atmosfera a livello mondiale, fonte Statista. Facendo il calcolo si ottiene ad esempio, nel periodo 2001-2021, un teorico aumento medio di 0,5C a livello globale. Non corrisponde con quello di Milano, ma comprendiamo bene come non si possa trarre conclusioni da un caso particolare come quello lombardo.
Al Gore
Veniamo ora alla sfida Armstrong-Gore. E si tratta di una sfida veramente affascinante. Oltre che vicepresidente degli Stati Uniti, Al Gore è stato il paladino dell’allarme sul clima, dopo che il suo precedente cavallo di battaglia, la “information superhighway” era divenuta poco mediaticamente spendibile in quanto… realizzata (da Tim Berners-Lee e Marc Andreessen).
Nel 2006 Gore aveva prodotto il famoso film “An Inconvenient Truth”, una verità sconveniente (“se amate i vostri figli / dovete vedere questo film”), che descriveva scenari catastrofici quali Manhattan sommersa dalle acque causa scioglimento dei ghiacciai. Con un budget di 1,5 milioni di dollari il film aveva incassato circa 49,8 milioni.
La sfida Armstrong-Gore
Ed eccoci alla sfida lanciata nel 2007 dal professor Scott Armstrong. Professore all’università della Pennsylvania e autore del libro “Principles of Forecasting”, Armstrong ha postulato una teoria alternativa a quella mainstream, detta “no change”: la temperatura media globale sarebbe rimasta per decenni stabile ai livelli del 2007.
I modelli che avevano consenso all’epoca (formulati del “Panel on Climate Change”) postulavano invece un aumento di +3C per secolo. In palio 10 mila dollari.
I dati utilizzati per la scommessa sono ricavati da satellite e riguardano la parte bassa dell’atmosfera (dunque una media su ampie aree e non una location specifica, quale Milano o il Central Park).
Vincitore il modello che accumula il minor errore nel corso del tempo, in altre parole quello con il minore “E” in E = Σe(t), dove e(t) è l’errore all’istante t. I dati sono pubblicati ogni mese a questo indirizzo.
Un cretino
Svariati anni fa avevamo chiesto ad un* famos* metereolog* attiv* nel campo della sensibilizzazione alle tematiche ambientali un commento su questo approccio che ci pareva particolarmente interessante. Risposta tranchant: Armstrong è un cretino.
Probabilmente – è una nostra ipotesi – il motivo è lo stesso che durante la pandemia ha portato a non dare importanza alle analisi – anche incredibilmente interessanti – di chi non fosse un guru del settore, in quel caso i “virologi”: Armstrong ha solo un PhD in Management e una laurea in scienze applicate, poco affidabile dunque (l’adesione ad un think tank conservatore e libertario oltretutto peggiora la situazione).
I dati
In ogni caso, guardare a dati concreti ci pare più interessante delle previsioni degli esperti basate su modelli che non ci comunicano, per cui ecco il grafico di quanto rilevato in questi anni dal Climate Bet.
La linea rossa rappresenta l’ipotesi di Al Gore, i famosi +3C per ogni secolo. La verde l’ipotesi di Scott Armostrong. Le curve interessanti sono la nera e la blu, rispettivamente l’”anomalia” mensile e quella su base annua.
Possiamo osservare come dal 2007 fino all’inizio del 2013 Armstrong avesse decisamente ragione: le temperature addirittura diminuivano. Successivamente le cose sono cambiate e abbiamo assistito ad un aumento quasi costante dal 2013 fino al 2018, con un picco al 2017. Motivo che ci aveva personalmente fatto concludere che Al Gore avesse “meno torto” di Armstrong.
Ma poi, ironia forse della sorte, proprio dopo la fine della prima scommessa le temperature sembrano essere tornate alla ragione.
Questi gli ultimi commenti ai dati, a cura di theclimatebet:
L’anomalia globale del mese di novembre 2022 è scesa dagli 0,32ºC di ottobre a 0,17ºC. Quella di dicembre è stata di nuovo inferiore a soli 0,05ºC dalla media dal 1991 al 2020. Sulla terraferma, dove vivono le persone, l’anomalia è stata di -0,06ºC a dicembre. Per i 48 stati contigui degli Stati Uniti, la cifra era di -0,21ºC e per l’Australia -0,38ºC. L’anomalia media per l’anno 2022 è stata di 0,174ºC rispetto alla cifra dell’anno base 2007 di 0,023ºC. Durante i 15 anni della bet, cinque anni sono stati più caldi del 2022 e nove più freddi.
Queste infine le conclusioni: mediamente, l’errore delle previsioni catastrofiste (Gore) è stato del 10 per cento superiore a quello dell’ipotesi di nessun cambiamento postulata da Armstrong.
Proiezioni sballate
Che potremmo forse rifrasare con parole nostre: indubbiamente il global warming esiste. Ma la sua progressione è decisamente meno rapida di quanto la narrazione prevalente (che tende a non fornirci mai numeri) vuole farci credere.
Come conclude theclimatebet: “Despite the evidence, policy makers bizarrely continue to act as though the dangerous warming projections from the IPCC et al. were credible”.