Economia

Euro digitale: a grandi passi verso socialismo e sorveglianza alla cinese

Francesco Simoncelli: evoluzione del sistema Fiat, deriva verso un’economia centralizzata e un comando e controllo più pervasivo, inflazione spinta e credito sociale

Economia

L’inarrestabile ascesa del debito pubblico americano, le criptomonete, l’Euro digitale, il controllo sociale e le aspettative sull’inflazione. Su questi argomenti abbiamo intervistato lo scorso 2 giugno Francesco Simoncelli. La conversazione è durata quasi un’ora, quindi vi invitiamo ad ascoltarla integralmente a questo indirizzo, mentre quello che segue è un estratto dei passaggi più significativi.

MARCO HUGO BARSOTTI: Chi è Francesco Simoncelli? 

FRANCESCO SIMONCELLI: Sono un divulgatore che ha iniziato la sua carriera nel 2010 aprendo il sito web francescosimoncelli.com. Sono attivo da oltre 13 anni e mi sono principalmente concentrato su argomenti economici e geopolitici, da una prospettiva austriaca e utilizzando gli strumenti metodologici della Scuola austriaca.

Sono traduttore di diversi libri, tra cui “L’economia in una lezione” e “Il fallimento dell’economia keynesiana” di Henry Hazlitt e autore di “L’economia è un gioco da ragazzi”. Nel 2020, ho pubblicato “La fine delle fallacie economiche”, e attualmente sto lavorando al mio terzo libro intitolato “Il grande default”. Oltre a queste attività, sono anche coinvolto nel mondo delle criptovalute, in particolare Bitcoin. Ogni tanto mi piace ricordare di essere stato credo uno dei primi divulgatori a parlare di Bitcoin, almeno in Italia, fin dal lontano 2011.

Il grimaldello austriaco 

MHB: Potrebbe spiegare cosa è la Scuola austriaca e perché ha scelto di aderire a questa linea di pensiero economico?

FS: Certamente. La Scuola austriaca è un filone di pensiero economico che si è sviluppato nella seconda metà dell’Ottocento, in particolare con i principi di economia scritti da Carl Menger nel 1871. Questa scuola di pensiero ha ribaltato l’approccio accademico precedente che vedeva l’economia come una scienza oggettiva.

Invece, ha introdotto la teoria soggettiva all’interno del pensiero economico, da lì si è sviluppato il filone che ci ha dato pensatori come Ludwig von Mises, Murray Rothbard e altri. Ho scelto di aderire a questa scuola di pensiero perché ritengo che metta insieme i vari tasselli dell’economia in modo coerente e offra una teoria che può essere facilmente compresa anche da chi si avvicina per la prima volta a questa disciplina.

Trasforma l’economia da una scienza triste ad un grimaldello che apre le porte a una serie di concetti economici deducibili, a partire dal singolo assioma dell’azione umana, il principio cardine della Scuola austriaca.

Le odiate criptovalute

MHB: La sua posizione rispetto alle criptovalute? 

FS: La mia posizione sulle criptovalute è che esse giocano un ruolo significativo nella società di oggi e potrebbero avere un ruolo ancora più importante in futuro, se riusciranno a ottenere una diffusione più ampia. È evidente che le criptovalute sono oggetto di odio da parte dei media e degli Stati, spesso associate a fenomeni negativi come il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo e la pedofilia.

Tuttavia, ritengo che sia importante fare una distinzione tra la tecnologia delle criptovalute e gli abusi che possono avvenire attraverso di esse. Le criptovalute offrono numerosi vantaggi, come transazioni veloci e sicure, decentralizzazione e accesso finanziario per le persone non bancarizzate. La loro adozione diffusa potrebbe portare ad una maggiore inclusione finanziaria e ad un cambiamento significativo nel modo in cui gestiamo le transazioni economiche.

MHB: Uno dei punti a sfavore sembra la natura misteriosa della nascita delle criptovalute, che vedono addirittura un inventore fantasma, Satoshi Nakamoto: neppure si sa se sia mai esistito. Potrebbe spiegarci la sua opinione su questo argomento?

FS: Ho scritto qualche anno fa un articolo in cui affermavo l’importanza del non sapere chi sia Satoshi. Credo che il fatto che la sua identità rimanga sconosciuta garantisca la decentralizzazione e permetta di concentrarsi sullo sviluppo della tecnologia Bitcoin.

Anzi: non solo si sta sviluppando la tecnologia stessa, ma anche l’architettura socio-economica. Tutt’attorno Bitcoin non è solo una moneta, ma è diventato un’industria, un’intera sfera economica. In un mondo in cui non c’è una gestione economica dall’alto verso il basso, tutti sono chiamati a contribuire con il loro piccolo sforzo allo sviluppo e alla diffusione di questa tecnologia.

La “mano invisibile”

MHB: Potrebbe fornire un esempio concreto di come le criptovalute possano influenzare positivamente la vita delle persone?  

FS: Certamente. C’è una corrente di pensiero secondo cui l’utilizzo di mezzi economici come le criptovalute può portare ad una maggiore ricchezza e benessere collettivo, anche se attraverso il concetto della “mano invisibile”, teorizzato dal filosofo dell’economia Adam Smith. Questo dimostra l’aspetto empirico di come le criptovalute possano essere considerate uno strumento per migliorare la condizione umana, se utilizzate correttamente e con intenti positivi. 

Non dimentichiamo che quando le persone utilizzano un mezzo per soddisfare i propri bisogni, spesso lo fanno per alleviare uno stato di insoddisfazione o per raggiungere uno scopo desiderato. In ambito economico, non si deve tenere conto della morale, ma studiare il fenomeno in sé. È compito degli studiosi comprendere e analizzare questi fenomeni senza pregiudizi morali, lasciando l’etica come ambito di discussione separato. 

La trasparenza di Bitcoin

MHB: Lei ha recentemente fatto un’affermazione assolutamente contrarian: anziché favorire business illegali quali traffico d’armi e child-porn, le criptovalute favorirebbero i comportamenti virtuosi. Può spiegare perché? 

FS: Certamente, posso spiegarlo meglio. Nel contesto delle criptovalute, come ad esempio Bitcoin, il meccanismo di validazione delle transazioni svolge un ruolo fondamentale per favorire comportamenti virtuosi ed emarginare coloro che hanno cattive intenzioni. La validazione delle transazioni è in effetti un processo algoritmico basato su numeri primi e non si concentra sul contenuto specifico delle transazioni stesse, come ad esempio il tipo di prodotto acquistato…

MHB: E quindi? 

FS: Consideriamo Il mining, che coinvolge diverse operazioni matematiche eseguite da attori distribuiti in tutto il mondo. Il meccanismo di validazione garantisce che solo le transazioni legittime siano considerate valide e incluse nel registro distribuito. In altre parole, i comportamenti virtuosi e le transazioni legali sono promossi all’interno della rete Bitcoin

MHB: Mi pare però che confondiamo il livello tecnico, di protocollo, con quello dei contenuti. 

FS: Vediamola così: le criptovalute come Bitcoin favoriscono comportamenti virtuosi in quanto il processo di validazione e il meccanismo di mining creano un incentivo per gli attori a seguire le regole e a impegnarsi in transazioni lecite. Questo sistema disincentiva coloro che intendono utilizzare le criptovalute per scopi illegali come il traffico d’armi o la pedopornografia, poiché tali transazioni non supererebbero la validazione e non sarebbero incluse nel registro distribuito di Bitcoin.

Inoltre, gli studi condotti da diverse fonti dimostrano che i malintenzionati sono attualmente una minoranza all’interno della comunità Bitcoin. La trasparenza e immutabilità della blockchain di Bitcoin riducono le transazioni illecite o gli scambi di materiali illeciti rispetto a sistemi tradizionali come Swift

MHB: Comunque ci pare un’affermazione veramente rivoluzionaria: come dire, hanno torto (quasi) tutti…. no? 

FS: Ovviamente si tratta della mia opinione. Secondo me è un mix di entrambi. Se si guarda alla recente Bitcoin Conference 2023 tenutasi in Florida, si può notare la partecipazione di diversi attori politici, come Robert Kennedy e un altro candidato indiano il cui cognome è… è difficile da pronunciare. Se si cerca “Bitcoin Conference” online, si troverà l’elenco completo dei partecipanti e si potrà vedere che molti attori politici negli Stati Uniti sono favorevoli al Bitcoin.  

Non hanno nulla contro il Bitcoin, ma sono contrari alle cosiddette Stablecoin, quelle legate a valute tradizionali. In Europa, la situazione è diversa. C’è una certa ignoranza o indifferenza verso la tecnologia e si tende a cadere in luoghi comuni, come abbiamo affrontato nella domanda precedente.  

Inoltre, l’Europa probabilmente sarà il teatro dell’introduzione dell’Euro digitale, il che eliminerà la concorrenza. Tornando alla sua domanda, sono favorevole a Bitcoin rispetto alle monete pegged.

L’Euro digitale

MHB: Torniamo all’Euro digitale. Mi sembra di aver letto che ha una visione molto negativa su questo progetto. Può spiegarci nuovamente cos’è l’Euro digitale e condividere la sua opinione? 

FS: L’Euro digitale è essenzialmente l’evoluzione della moneta Fiat nel contesto digitale. Una deriva sempre più marcata verso il “comando e controllo”, verso un’economia centralizzata rispetto all’economia di mercato.

Queste derive distopiche e socialiste servono a mantenere lo status quo. Visto che lo status quo da sé non riesce a mantenersi, perché la pianificazione centrale non è in grado di creare ricchezza reale, ma solo di prenderla altrove, ecco che ha bisogno di nuovi meccanismi per incamerare sempre più ricchezza.

Quindi, l’Euro digitale non è altro che l’ennesimo tassello di quell’economia che si avvicina sempre di più al socialismo e si allontana dal libero mercato.

MHB: Domanda tecnica, la quantità di moneta tradizionale dovrebbe diminuire per essere progressivamente rimpiazzata, mentre viene gradualmente introdotto l’Euro digitale, o si tratta di un’aggiunta?

FS: Bella domanda! Sarà interessante vedere come si evolverà. Inutile dirlo, in Cina l’esperimento va a avanti da un bel po’, ma dubito fortemente che vedremo una CBDC (Central Bank Digital Currency, ndr) negli Stati Uniti, molto probabilmente la vedremo in Europa.

Recente il lancio di eNaira in Nigeria, una CDBC a tutti gli effetti, ma l’esperimento è stato disastroso. In quei Paesi, Bitcoin è un mezzo per permettere alle persone devastate dall’inflazione dei prezzi e dal sistema socialista-marxista di quei posti, di avere un accesso al mondo esterno. Quasi nessuno ha scaricato la app su cui avrebbero trovato la nuova valuta digitale, un totale flop. La notizia la potete trovare su CoinTelegraph, basta cercare eNaira.

Possiamo dire no

MHB: Forse c’è una speranza. Se ci rifacciamo alle famose app che ci volevano far installare durante il Covid… quelle che dovevano controllare se ci avvicinavamo troppo a qualche presunto untore durante la pandemia. Il Contact Tracing. Ma c’è stato il rifiuto popolare di usarle, nonostante la stampa tendesse a dare dell’irresponsabile a chi non la scaricava. Anche qui in Francia, patria delle libertà. Forti pressioni, in prime time televisivo. Ma niente, la gente si è rifiutata. C’è quindi qualche speranza che possiamo rifiutare come cittadini di usare l’Euro digitale se anche arriva, o riusciranno a obbligarci?

FS: Come dico spesso, gli esseri umani sono sia i migliori carcerieri che i migliori liberatori di se stessi. Quindi sì, come cittadini abbiamo la possibilità di rifiutare l’uso dell’Euro digitale, proprio perché è nella natura umana emanciparsi. Inoltre, non dimentichiamoci che abbiamo una alternativa, proprio Bitcoin, e abbiamo visto solo una frazione delle sue potenzialità.

E poi dobbiamo ricordare il più grande fallimento della pianificazione centrale del secolo scorso: l’Unione sovietica. Quindi, sì, c’è la possibilità di emanciparsi.

Con le CBDC inflazione più spinta

MHB: Lei afferma che stampare denaro in un mondo basato sulle CBDC corrisponderebbe ad una nazionalizzazione di fatto. Perché le banche centrali perderebbero indipendenza?

FS: Se fino ad oggi, almeno di facciata, le banche centrali sono entità indipendenti dai governi, con le CBDC tornerebbero ad essere un tutt’uno, ci sarebbe un canale diretto tra stampante monetaria e l’economia più ampia.

Dal 2009 al 2019 la stampante monetaria in qualche modo è stata, come dire, arginata. Il nuovo flusso di liquidità immesso nell’economia è stato arginato dalle banche commerciali, nonostante tutto, attraverso le cosiddette riserve in eccesso. In qualche modo si è creato un argine al trasferimento di quella mole di denaro a tutta l’economia, andando a salvare tutto e tutti, invece chi è stato salvato è stato scelto ad hoc.

Con l’avvento delle CBDC sarebbe tutto a discrezione di un piccolo gruppo di individui facenti riferimento alla Banca centrale, senza la mediazione delle banche commerciali.

Se in precedenza c’erano più filtri, anche se non ottimali, bisognava sempre passare dal sistema bancario commerciale, quindi si allargava la platea di soggetti che potevano mettere i bastoni tra le ruote, con le CBDC abbiamo un manipolo più ristretto di persone.

Se dal 2009 al 2019, infatti, lo tsunami di liquidità è stato frenato dal sistema bancario commerciale, dal 2020 ad oggi, con lo tsunami monetario seguito all’emergenza Covid abbiamo visto una inflazione dei prezzi molto più spinta rispetto al decennio precedente, perché c’è un canale diretto tra banche centrali e l’economia più ampia.

Verso la Cina

Ecco cosa potranno fare le banche centrali con le CBDC, creare denaro dall’oggi al domani e immetterlo direttamente nell’ambiente economico. Ma questo significa anche che si diventa totalmente dipendenti e si arriva a quello che succede in Cina con il sistema di credito sociale.

Non ci si comporta correttamente, non si è allineati ai dettami delle autorità? Lo stipendio può essere censurato. Non sei stato eco-sostenibile questo mese? Un credito in meno nel tuo punteggio di credito sociale. O, semplicemente, il blocco deciso centralmente a determinate spese.

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