È bastato l’annuncio della tassa extraprofitti ad affossare i titoli bancari in Borsa, causando perdite per circa 9 miliardi di euro in un colpo solo, poi solo in parte recuperate. Ma ormai è andata. In questo momento, indubbiamente, le banche devono fare la loro parte all’interno di un piano complessivo, ma sarebbe miope e dannoso per il nostro sistema economico colpirle in maniera così indiscriminata. È giusto, perché no, chiedere alle banche un sostegno, in vista anche del bilancio allo Stato, però bisogna fare in modo che questo sostegno sia concepito con criterio, diversificando.
Piccole banche e made in Italy
Sarebbe dannoso, per esempio, fare la guerra alle realtà piccole, ma è necessario chieder loro di aiutare famiglie e imprese in un momento di difficoltà. Per questo bisogna scrivere bene la norma. Soprattutto se a pagarne le spese sono le piccole imprese famigliari e il mondo dell’artigianato, già in grave sofferenza. Il rilancio dell’economia italiana parte proprio dal sostegno, dalla valorizzazione del made in Italy, dal nostro artigianato locale, un valore inestimabile amato nel mondo, ma messo, così, a dura prova.
Indubbiamente l’intervento del governo si è reso necessario, soprattutto dopo il continuo rialzo dei tassi deciso dalla Bce. Purtroppo, però, a farne le spese non sono i grossi colossi mondiali, i grandi investitori, bensì le imprese, specie chi ha mutui a tasso variabile, ed oggi c’è il rischio che i mutui non pagati si trasformino in crediti deteriorati che potrebbero creare altri problemi. E le tante famiglie che pagano il mutuo della loro prima casa.
Colpire le banche, senza distinguo, è un errore. I piccoli istituti di credito, per esempio i crediti cooperativi, cioè le realtà locali vicine alle famiglie ed alle piccole medie imprese, spesso composte da soci di attinenza al territorio, verrebbero colpiti allo stesso modo di quelle banche di grandi dimensioni che hanno peso molto maggiore, e si troverebbero, così facendo, in grave difficoltà. E così, di conseguenza il settore dell’artigianato e delle piccole realtà economiche trainanti l’economia italiana, che si regge su finanziamenti e sul sostegno proprio di quelle piccole realtà bancarie. Attanagliarle, con questa misura, rischia di affondare il made in Italy.
La proposta di Forza Italia
Cosa fare, quindi? Condivisibile la proposta di Forza Italia di escludere dalla extratassa quelle banche che non sono sotto il controllo della Bce: sono i piccoli istituti, sono le banche di prossimità, quelle che raccolgono soprattutto al centro-sud i risparmi degli italiani e che sono più vicine alle esigenze di famiglie e imprese. E sono proprio le banche che potrebbero maggiormente patire le conseguenze del provvedimento. Finirebbero per essere più a rischio delle stesse banche straniere presenti sul territorio italiano. Inoltre, bisogna fare in modo che sia deducibile e confermare che sia una tantum.
La forza della bellezza
Per questo bisogna intervenire urgentemente, allo stesso tempo con una misura che preveda di tagliare le tasse sul lavoro, che può dare risposte alternative al salario minimo.
Il made in Italy è il nostro grande patrimonio, se dovesse sparire a causa di continue pressioni fiscali e aumenti di spesa, verremmo a perdere quanto di più grande abbiamo e per il quale siamo amati dal tutto il mondo. La forza della bellezza e della qualità, della manualità e autenticità. Dopodiché, sarebbero soggetti esteri, molto meno qualitativi a occupare questo spazio meraviglioso. E sarebbe la fine della nostra storia.