Fine del Mercato Tutelato: un pericolo o un’opportunità per le famiglie?

Risponde un esperto: costi maggiori per chi è già passato, mancanza di adeguate campagne di informazione e troppe variabili. Ecco cosa accadrà in pratica al passaggio

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Ormai il momento è quasi giunto: dal 10 gennaio 2024 per le forniture gas e dal 1° aprile per quelle luce, per le famiglie italiane ci sarà il passaggio obbligato dal mercato tutelato (in cui le condizioni economiche e contrattuali vengono regolate dall’Authority, Arera) al mercato libero, in cui le suddette condizioni vengono definite dalle compagnie fornitrici di energia – oltre 700 in Italia – in concorrenza tra loro.

Il rischio concreto paventato da molti è di vedere le bollette raggiungere di nuovo delle pericolose vette, che minaccerebbero le capacità di risparmio degli italiani, già messe a dura prova negli ultimi anni. Ma è davvero così o dobbiamo vedere, piuttosto, questo passaggio come un’opportunità per avere più concorrenza, e quindi maggiori possibilità di trovare contratti e tariffe vantaggiose?

Per capire come stanno le cose, ne parliamo con l’ingegnere Mirko Sitta, che ha alle spalle una lunga carriera nel campo degli approvvigionamenti energetici, avendo fondato fra l’altro alcune S.p.A. che forniscono luce e gas (Duferco ed Energetics); attualmente dirige una piccola società, la Sagme, che gestisce – su mandato – i contratti energetici per conto di migliaia di clienti finali domestici, aziendali e industriali.

La mancanza di informazione

MARIO MENICHELLA: Come tecnico, dal suo osservatorio privilegiato cosa pensa dell’ultima e imminente fase del passaggio al mercato libero? È più un pericolo o più un’opportunità per gli utenti coinvolti?

MIRKO SITTA: Premetto che sono favorevole al mercato libero, perché offre opportunità di risparmio, anche ai clienti domestici ancora sul mercato tutelato. Il problema, semmai, è la mancanza di campagne di informazione adeguate: i cittadini sono davvero poco informati, tanto che oggi un italiano su 4 non conosce ancora la differenza fra mercato tutelato e mercato libero, né le opportunità offerte da quest’ultimo.

Ora, nel contesto del libero mercato dell’elettricità, in genere sono disponibili diverse proposte vantaggiose rispetto all’offerta del mercato di Maggior Tutela; tuttavia, i consumatori hanno difficoltà ad apprezzare i risparmi possibili sulla bolletta – e men che mai quelli reali – per cui spesso optano per non effettuare una scelta o finiscono per scegliere un’offerta meno conveniente rispetto al mercato tutelato.

Va peraltro ricordato che, secondo i dati di Arera di luglio, sono già sul mercato libero il 69,3 per cento degli utenti domestici per quanto riguarda l’energia elettrica e il 68,1 per cento per quanto riguarda il gas, sebbene esista una certa disomogeneità regione per regione o provincia per provincia. Possiamo comunque dire che, quasi ovunque in Italia, oltre il 60 per cento dei clienti domestici è in realtà già sul mercato libero luce e gas.

Troppe variabili

MM: Cosa è accaduto a chi è già passato al mercato libero nei mesi scorsi? Cosa ci dice l’ultimo rapporto di “Monitoraggio degli utenti retail” effettuato dall’Authority?

MS: Il rapporto dell’Authority pubblicato a luglio parla chiaro, come mostra la figura che ho estratto. Secondo i dati di Arera relativi agli italiani che nel primo semestre 2023 sono passati al mercato libero, per loro i costi energetici sono stati maggiori: in media circa 1 utente su 10 ha speso meno della controparte tutelata, gli altri 9 di più: ad esempio, chi ha scelto offerte gas a prezzo fisso, in media, ha finito per spendere oltre il doppio; mentre, per chi ha scelto il prezzo variabile, la forbice è stata minore.

Incidenza, nelle uscite dalla Maggior Tutela, di cambi di fornitore più o meno vantaggiosi rispetto al mercato tutelato nel periodo gennaio 2022-giugno 2023 (fonte: Arera, Rapporto “Monitoraggio sull’evoluzione dei mercati di vendita al dettaglio di luce e gas”, Luglio 2023)

Analizzando la situazione più in dettaglio, come recita lo stesso rapporto di Arera, per i clienti domestici l’incidenza di passaggi al mercato libero meno vantaggiosi rispetto alla Maggior Tutela è stata: tra luglio 2020 e dicembre 2021, del 67,6 per cento per le offerte a prezzo variabile e dell’80,6 per cento per quelle a prezzo fisso; nel 2022, del 65,4 per cento per il prezzo variabile e del 79,6 per cento per quello fisso; nel primo semestre del 2023, addirittura del 94,3 per cento per il prezzo variabile e del 97,2 per cento per il prezzo fisso.

Il dato recente è però in controtendenza rispetto a certi periodi precedenti, come ad esempio l’autunno del 2022, quando sul mercato libero si registrava un risparmio anche del 30 per cento rispetto a quello tutelato. La convenienza ora di un mercato ora dell’altro dipende, in effetti, da molte variabili difficili da gestire per il grande pubblico, compreso il fattore “tempo” e le scelte stesse dei consumatori. 

Si noti, infatti, che più del 50 per cento dei consumatori mantiene la propria fedeltà al fornitore “storico” al momento del passaggio al mercato libero, dimostrando la robustezza del vantaggio competitivo detenuto dai gruppi energetici che forniscono anche il servizio di Maggior Tutela. Ciò è un’ulteriore conferma della difficoltà degli utenti domestici nel confrontare le offerte e nello sfruttare le opportunità del mercato.

Chi è obbligato a passare

MM: Chi è obbligato a passare al mercato libero alle scadenze del 10 gennaio per il gas e del 1° aprile per la luce? E come fare a sapere se si rientra in questo gruppo di utenti?

MS: Dei 9,5 milioni di famiglie ancora sul mercato a Maggior Tutela, sono obbligate a passare al mercato libero poco più della metà: in pratica, parliamo di circa 4,5 milioni di nuclei familiari. Questo perché sono escluse dall’obbligo del passaggio le famiglie che hanno al loro interno persone con più di 75 anni di età, oppure i soggetti cosiddetti “vulnerabili”, quali ad esempio i portatori di disabilità.

Gli altri soggetti esclusi comprendono chi si trova in condizioni economicamente svantaggiate (ad es. i percettori di bonus), chi versa in gravi condizioni di salute tali da richiedere l’uso di apparecchiature medico-terapeutiche alimentate dall’energia elettrica (o le famiglie presso le quali sono presenti persone in tali condizioni), chi risiede in strutture temporanee a casa di calamità naturali e chi, infine, ha un’utenza in un’isola minore non interconnessa alla rete.

Quindi innanzitutto occorre capire, da un’occhiata ai propri contratti luce e gas attuali, se si è nel mercato libero o in quello tutelato. Ciò è molto semplice, poiché ogni bolletta riporta in evidenza l’indicazione “Servizio di tutela” oppure “Mercato libero”. Se si è ancora nel mercato tutelato, occorre verificare se vi sono o meno le precedenti condizioni per essere considerati clienti “vulnerabili”.

Il momento migliore?

MM: Secondo lei, il passaggio al mercato libero capita nel momento storico più opportuno oppure si poteva scegliere un momento migliore, nel passato o magari nel futuro?

MS: La fine del mercato tutelato, inizialmente fissata per luglio 2019, fra rinvii e proroghe è slittata ben quattro volte. A mio avviso sarebbe stato più opportuno che avvenisse molto prima, perché negli ultimi due anni il mercato tutelato ha avuto dei sovraccosti che sarebbero stati evitati a una larga fetta di popolazione: per farle un esempio, nell’autunno 2022 i clienti sul mercato tutelato pagavano l’energia elettrica circa 500 €/MWh, mentre quelli da noi gestiti sul mercato libero la pagavano intorno a 160 €/MWh.

In realtà, se guardiamo la figura che mostra la percentuale di clienti domestici che sono via via passati sul mercato libero, si nota una crescita costante nel tempo; per cui anche senza introdurre l’obbligo, molto verosimilmente, il passaggio si sarebbe completato nell’arco di circa 3 anni, considerato che – come dicevo prima – 4 milioni di famiglie “vulnerabili” hanno diritto a rimanere sul mercato tutelato e, quindi, alla fine vi sarà comunque una certa percentuale di italiani che rimarranno in regime di Maggior Tutela.

Percentuale di utenze elettriche domestiche italiane che erano sul mercato libero (in rosso) negli ultimi 11 anni, a partire dal 2012. In blu, invece, è mostrata la percentuale di quelle ancora in regime di Maggior Tutela. La crescita delle utenze domestiche sul mercato libero risulta essere sostanzialmente lineare, se non più, nel tempo (fonte: Arera, Rapporto “Monitoraggio sull’evoluzione dei mercati di vendita al dettaglio di luce e gas”, Luglio 2023)

Questo travaso naturale verso il mercato libero certamente è dovuto a vari fattori, non ultimo il fatto che le nuove generazioni sono più propense a cambiare operatore, come per la telefonia. Se infatti leggiamo l’analisi fatta da Arera a riguardo, scopriamo che i clienti domestici più “dinamici” sono quelli delle fasce 18-29 anni, con un tasso di cambio fornitore nel periodo gennaio-giugno 2023 del 13,3 per cento, e i 30-49enni, con un tasso superiore al 10 per cento; mentre, a partire dai 70 anni, i tassi risultano significativamente più bassi.

Cosa accadrà in pratica

MM: Cosa accadrà, in pratica, a una famiglia ancora sul mercato tutelato se non sceglierà un nuovo fornitore gas di qui al 10 gennaio, quando il regime di Maggior Tutela finirà?

MS: Se la famiglia è un cliente “vulnerabile” nel senso illustrato in precedenza, potrà continuare ad essere servita, anche successivamente alle date previste per il passaggio al mercato libero, nel servizio di Maggior Tutela: in pratica, sarà trasferita in automatico (senza alcuna interruzione) nel “Servizio di tutela della vulnerabilità” dell’Autorità per l’energia, senza necessità di fare alcunché.

Naturalmente, anche il cliente vulnerabile può in ogni momento scegliere un’offerta del mercato libero, se vuole. Un problema si pone, invece, qualora il cliente rientri nei requisiti di “vulnerabilità” ma non sia stato identificato come tale dal proprio fornitore. In tal caso, il cliente potrà attestare la sua condizione compilando un apposito modulo da far pervenire al suo fornitore di Maggior Tutela.

Se invece la famiglia è un cliente normale, cioè non “vulnerabile”, alla scadenza del 10 gennaio del regime di Maggior Tutela, passerà automaticamente – senza interruzione del servizio – ad una fornitura gas con condizioni stabilite dall’Autorità: l’offerta si chiama Placet, ossia “prezzo libero a condizioni equiparate di tutela”, ad eccezione di un’ulteriore componente tariffaria fissa annuale definita dal venditore. Pertanto, sarà il vecchio gestore ad applicare al cliente la nuova tariffa prevista dall’offerta Placet.

Non avere fretta

MM: Cosa succederà invece ad aprile, quando cesserà il mercato libero per le utenze luce domestiche? E come devono regolarsi le persone che non sono pronte al “grande salto”?  

MS: Il meccanismo di addio al mercato tutelato è, in sostanza, identico a quello del gas. In assenza di una scelta diversa da parte del cliente, la fornitura passerà automaticamente al cosiddetto “Servizio a tutele graduali” (Stg), il quale avrà una durata di tre anni, cioè fino al 2027. Le condizioni del Servizio a tutele graduali corrispondono a quelle delle offerte Placet. Nel caso della luce, però, il fornitore potrebbe cambiare, in quanto ogni area territoriale avrà solo un fornitore selezionato per il servizio Stg.

Va detto che, nei mesi scorsi, i clienti del mercato tutelato hanno iniziato a ricevere lettere dai loro attuali fornitori con le possibili nuove offerte di mercato libero e il dettaglio delle scadenze per aderirvi. Di conseguenza, i clienti possono scegliere se restare con il loro attuale fornitore, ma con un contratto in regime di mercato libero, oppure individuare un nuovo fornitore; o, ancora, lasciare che scatti la procedura automatica appena illustrata nel caso delle utenze elettriche e in quello del gas metano.

Ciò che però è importante dire è che l’utente non deve avere fretta: infatti, non esiste il pericolo di una interruzione della fornitura, usato da molti agenti e agenzie di vendita poco corrette come spauracchio per spingere le persone a firmare dei nuovi contratti. Il Servizio a tutele graduali serve proprio per dare del tempo in più alle persone meno attrezzate per la scelta dell’offerta sul mercato libero.

Prezzo fisso o variabile?

MM: Che tipo di contratto luce e gas consiglierebbe a chi sta per passare al mercato libero? Indicizzato, ovvero agganciato a un qualche indice energetico, oppure a prezzo fisso?

MS: In questo momento sconsiglierei senz’altro di sottoscrivere un contratto a prezzo fisso, perché i prezzi attuali di tali proposte scontano le tante perdite che i fornitori hanno avuto in precedenza. Nel periodo di marzo-aprile 2021, invece, cioè quando si era appena all’inizio della grande impennata dei prezzi di mercato, sicuramente sarebbe convenuto un prezzo fisso, offerto da aziende fornitrici che non avevano la visione di un mercato al rialzo. Ma, col senno di poi, naturalmente è tutto più facile…

Più in generale – quindi astraendo dalla situazione di questa fase del mercato – non credo che si possa rispondere a cuor leggero alla sua domanda, poiché bisogna capire il modo di consumare del cliente e, di conseguenza, comprendere l’impatto del prezzo fisso sul suo profilo di consumo, sul suo flusso di cassa, etc., cose che per un’attività commerciale o un’industria non sono bazzecole. Si tratta di un’analisi che, a mio avviso, soltanto un esperto può essere in grado di fare con cognizione di causa.

Per il piccolo consumatore, invece, a causa degli strumenti limitati di cui dispone, anche scegliere fra i vari contratti a prezzo variabile – ad esempio indicizzati alla Borsa elettrica o a quella del gas – risulta difficile, poiché il prezzo della materia prima su cui si concentrano di solito le persone in realtà è solo uno dei tanti parametri da considerare ed, esaminato da solo, purtroppo non permette affatto un confronto reale fra le centinaia di offerte luce e gas sul mercato; anzi, molte volte risulta ingannevole!

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