Economia

Impauriti senza motivo. L’Italia va, denatalità unica vera emergenza

Smettiamo di piangerci addosso, problemi ci sono ma non andiamo peggio degli altri europei. Il declino non è un destino inesorabile. Cosa dice il rapporto Censis

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Una nazione che va bene pensando di andare male. Una popolazione impaurita senza averne motivo. Un serio problema di nascite (“bomba demografica”). E un Parlamento che disattende le richieste del 74 per cento dei propri elettori. Questo quanto esposto nell’interessantissima presentazione del rapporto Censis 2023 a cura del direttore generale Massimiliano Valerii, che è possibile ascoltare con un po’ di pazienza a questo indirizzo (consigliamo di partire dal minuto 27, saltando a piè pari l’interminabile premessa di Brunetta).

Ma purtroppo l’abitudine di Censis di associare un titolo o un tema alle proprie ricerche – quest’anno “sonnambuli” – da modo alla gran parte dei commentatori di partire per la tangente, esibendosi in inutili commenti moralistici (senza numeri) che ci sembrano poco correlati ai dati stessi. Vediamo di rimediare in modo rapido, mettendo se possibile in evidenza alcuni punti chiave.

Record di occupati

L’Italia? Va bene. Difficile dirlo dopo decenni di continue presunte crisi e di politici che sparano sistematicamente a zero contro chi li ha preceduti. Questi i numeri del rapporto, nelle parole del direttore Valerii: “Siamo passati rapidamente dagli allarmi per gli alti tassi di disoccupazione al record di occupati, con il dato del numero di occupati più elevato di sempre”.

Il più alto da quando abbiamo le serie storiche (il 1977): 23 milioni e mezzo di occupati, mentre il sistema produttivo lamenta sempre di più la carenza di manodopera. Nel 2022 gli occupati erano aumentati del 2,2 per cento rispetto all’anno precedente: 545.000 occupati in più. Un numero straordinariamente significativo che si è consolidato quest’anno con un ulteriore 2 per cento. E attenzione: si tratta di rapporti di lavoro permanenti, a tempo indeterminato: se l’occupazione è aumentata del 2 per cento, quella a tempo indeterminato è aumentata di oltre il 3 per cento, con una contestuale diminuzione dei contratti a tempo determinato. 

Servono altri commenti? E – in caso ci siano dubbi in merito – non pensiamo si tratti di meriti o demeriti di specifici governi. L’economia, per la fortuna di tutti, è più influenzata dalla situazione globale che non dai singoli ministri provvisoriamente in carica. 

Impauriti senza motivo 

Passiamo ad un altro dato interessante. Sempre nelle parole del direttore generale di Censis:  

L’80 per cento della popolazione è convinta che l’Italia sia irrimediabilmente in declino. L’84 per cento degli italiani è impaurita dal clima impazzito. Per il 59 per cento il nostro Paese non è in grado di difendersi da attacchi terroristici di stampo jihadista e il 50 per cento è convinto che l’Italia non sarebbe in grado di difendersi se aggredita da un Paese nemico.

Il lettore ci conceda qualche considerazione. Il “clima impazzito” viene citato come dato di fatto, ma tale non è. Stiamo assistendo a un aumento delle temperature che causano aumenti piuttosto evidenti di fenomeni estremi, come spesso abbiamo raccontato su Atlantico Quotidiano. Ma non si tratta di impazzimento, piuttosto di conseguenze possibili dell’attuale situazione. Una situazione cui si può rimediare, come ci ha spiegato proprio su queste pagine Paolo Corazzon.

L’Italia non sarebbe in grado di difendersi da attacchi terroristici? Chi scrive abita in Francia e ha visto il camion di Mohamed Lahouaiei-Bouhle uccidere 84 persone il 14 luglio 2016. E ricorda i tanti e continui attentati avvenuti in Francia, gli ultimi pochissimi mesi fa. A noi pare proprio che l’Italia eccella, disponendo probabilmente di una rete di intelligence che ha svolto finora un ottimo lavoro evitandoci stragi simili a quelle avvenute in tanti altri Paesi europei.

Quindi sì, l’opinion poll sul “sentiment” degli italiani è interessante ma non è specchio di una situazione reale: piuttosto un riflesso del modo click-bait-istico e non basato sui fatti che ci somministra da anni il sistema dei media nostrano.

Bomba demografica 

Questo è a nostro avviso il solo e vero punto veramente grave evidenziato dal Censis. Il declino demografico del Paese, quello contro cui Elon Musk – quasi avesse letto il rapporto Censis – ci ha messo in guardia alcuni giorni fa.

Nei prossimi trent’anni – ha affermato Valerii – scompariranno due città quali Roma e Milano. Non le città in quanto tali: ma un numero di italiani pari a quello che le abita. E vi risparmiamo i tristi numeri sull’invecchiamento della popolazione e le sue conseguenze, che potete sentire nel video dopo il minuto 30.

Diritti 

Terminiamo con la questione diritti. Afferma il direttore del Censis:

Secondo le nostre rilevazioni oggi il 74 per cento degli italiani si dice favorevole all’eutanasia. Il 70 per cento approva l’adozione di figli da parte di single. Il 66 per cento è a favore del matrimonio egualitario da parte di persone dello stesso sesso. Il 54 per cento è d’accordo con l’adozione di figli da parte di coppie dello stesso sesso, mentre rimane invece minoritaria la quota d’italiani che approvano la gestazione per terzi, soltanto il 34 per cento. Il 72 per cento si dice favorevole all’introduzione dello ius soli. E il 77 per cento è favorevole allo ius culturae, la concezione della cittadinanza agli stranieri che abbiano frequentato un percorso formativo nel nostro Paese. 

Per parte nostra non siamo necessariamente favorevoli a tutti i punti sopra esposti. Ma certamente se queste sono le percentuali – e abbiamo chiesto proprio a Censis un’intervista per chiarire le metodologie utilizzate per la ricerca, giusto per convincercene – allora non comprendiamo come i vari parlamenti possano evitare costantemente di occuparsi di tali questioni. Anche quando la Corte costituzionale stessa lo imporrebbe.

Conclusioni 

Tre rapide conclusioni. (1) Conviene dedicare il tempo necessario per ascoltare in prima persona l’esposizione di Valerii, chiara, pacata, efficace e piena di cifre. È il miglior modo per difendersi dai titolisti, dagli articolisti e dalle loro reprimende morali sulla nostra presunta decadenza.

(2) Smettiamo di piangerci addosso, in quanto noi italiani non siamo affatto peggiori della media degli europei, e questo sotto tanti punti di vista. E (3) facciamoci valere con i nostri rappresentanti. Li abbiamo eletti per rappresentarci, non per essere prudenti sulla base di raccomandazioni di Stati terzi, magari anche di trascurabile superficie.