L’azienda turca Baykar Technologies, nota per la produzione dei droni Bayraktar TB2, venduti in molti Paesi ed efficacemente impiegati in diversi teatri di guerra, alla fine del 2024 ha concluso un accordo con l’italiana Piaggio Aerospace che le ha ceduto le sue controllate Piaggio Aero Industries e Piaggio Aviation, con tutti gli asset materiali ed immateriali connessi.
La Baykar, con sede principale ad Istanbul, si caratterizza per avere forti legami con l’attuale élite governativa turca, essendo guidata da Selҫuk Bayraktar, il genero del presidente Erdoğan. Con questa acquisizione l’arrembante conglomerato anatolico cerca di proiettarsi verso i mercati occidentali, in particolare quelli dei Paesi appartenenti alla Nato, dove attualmente non può vantare una presenza rilevante.
Un know how prezioso per l’Italia
Sul versante degli asset immateriali, acquisiti da Baykar, attraverso l’operazione con la Piaggio, si possono sicuramente menzionare l’expertise ed il know how maturati dalle risorse umane della storica azienda italiana, nel corso dei decenni, in settori particolarmente sensibili, quali i processi di certificazione aeronautica a livello globale e la manutenzione avanzata di propulsori aeronautici, soprattutto di fabbricazione “occidentale”.
Una tale acquisizione consentirebbe, dunque, all’azienda turca di accedere a clienti, anche governativi, di Paesi afferenti al campo euro-americano e di penetrare mercati, nel settore della difesa, altrimenti inaccessibili.
Un altro aspetto sensibile dell’attività di Piaggio, che passerebbe all’acquirente turco, riguarda i simulatori di volo e in particolare un simulatore di volo avanzato progettato per l’addestramento degli equipaggi che utilizzano il noto aeromobile Piaggio P180 Avanti II, detto la Ferrari dei cieli, fornito anche alla forza aerea italiana.
Implicazioni per la sicurezza nazionale
A questi settori, di primaria importanza per l’industria nazionale, occorre aggiungere tutto il sistema dell’indotto che ruota attorno alle due aziende (es. cablaggi, lavorazioni, strumentazione, componentistica meccanica, fornitura di materiali metallici), il quale potrebbe essere progressivamente delocalizzato determinando una perdita per il nostro Paese, oltre che economica, soprattutto di competenze; nel caso in cui venisse invece integrato all’interno del gruppo Baykar, costituirebbe una supply chain critica, il cui perimetro industriale andrebbe attentamente monitorato.
Gli ambiti appena evidenziati sono tutti connotati da elementi rilevanti per la sicurezza nazionale, sui quali occorre senza dubbio vigilare attentamente, per valutare i possibili rischi dal punto di vista del trasferimento tecnologico ad un Paese, la Turchia, formalmente appartenente all’Alleanza Atlantica ma in grado di compiere manovre di equilibrismo geopolitico piuttosto spericolate.
Una su tutte l’acquisto, diversi anni fa, dei sistemi di batterie antiaeree S-400 dalla Russia, che indusse il governo Usa ad escludere Ankara dal programma per l’F-35, il nuovo caccia di quinta generazione. Sembra poi che di recente, compiendo una nuova giravolta, il governo turco stia negoziando con Washington per poter rientrare nel programma F-35, promettendo di dismettere i sistemi antiaerei russi.
Il rischio geopolitico
La Turchia, pertanto, attraverso l’operazione Baykar-Piaggio potrà disporre di una porta d’ingresso certificata nel ricco e crescente mercato occidentale, con tanto di capitale umano dotato di skill elevate. Ma per il nostro Paese quali sono i rischi di perdita connessi ad un tale trasferimento tecnologico e di know how?
Il tema si pone, dunque, come perno centrale attorno al quale sviluppare l’analisi circa un possibile “rischio geopolitico” legato all’operazione in corso e determinato dall’ampia autonomia politica di cui gode la Turchia di Erdoğan.
La politica estera dell’ultimo ventennio, infatti, è stata caratterizzata da un notevole attivismo da parte di Ankara, sia nelle Repubbliche turcofone, un tempo facenti parte dell’Urss, che in Libia e nel Corno d’Africa, oltre che nei Balcani e da ultimo in Siria. Tutte zone turbolente, dove l’influenza della Sublime Porta ha ancora un peso, o per via di affinità etnico-culturali, in nome del “panturchismo”, o per il retaggio derivante dall’estinto impero ottomano.
Il Golden Power
L’operazione Baykar-Piaggio, per le sue delicate implicazioni di sicurezza nazionale è, dunque, necessariamente soggetta all’approvazione del governo italiano attraverso il meccanismo del Golden Power, volto a proteggere settori vitali del nostro Paese. Come noto, questo è uno strumento legislativo che attribuisce al governo italiano poteri speciali per tutelare gli asset nazionali in settori di alta rilevanza, come la difesa, l’energia e le telecomunicazioni.
Il meccanismo consente, pertanto, all’esecutivo di intervenire in operazioni societarie, come fusioni o acquisizioni, che coinvolgono imprese considerate strategiche per la sicurezza e l’interesse nazionale.
Il Golden Power prevede, infatti, che il governo possa imporre condizioni specifiche, stabilendo requisiti o limitazioni per garantire la tutela degli interessi strategici e debba, successivamente vigilare sul rispetto di tali condizioni, monitorando l’adempimento delle prescrizioni imposte e assicurando i necessari interventi, in caso di inadempienze.
Nei casi in cui si valuti che operazioni societarie riguardanti asset strategici possano compromettere la sicurezza nazionale, l’ordine pubblico o altri interessi fondamentali dello Stato, il Golden Power prevede la possibilità di opporsi all’operazione, bloccando l’acquisizione o la fusione in corso.
Si aprono nuovi scenari?
Nell’evenienza in cui l’operazione Baykar-Piaggio non superi questo vaglio, occorrerà individuare altre soluzioni che consentano di salvaguardare l’azienda italiana, mantenendola nel perimetro dell’interesse nazionale. Potrebbero dunque aprirsi nuovi scenari fondati sul potenziamento del trasporto intermodale nel nostro Paese, che prevedano la valorizzazione di un vettore aereo a corto raggio, come il P180 Avanti II, fiore all’occhiello di Piaggio.
Da ultimo, va inserito, nell’equazione complessiva del dossier Baykar-Piaggio, il recente memorandum of understanding firmato dall’azienda turca con l’italiana Leonardo, per lo sviluppo di sistemi aerei senza pilota (unmanned), certamente foriero di nuove e rilevanti implicazioni per i nostri interessi nazionali.