Economia

Le mani di Microsoft su ChatGPT, l’Europa in grave ritardo

Stiamo entrando in un mondo di reti separate, filtrate, militarizzate. Blocchi di applicazioni e incertezza sulla proprietà dei dati. Ue drammaticamente impotente

Economia

Nel mese di dicembre 2022 Atlantico Quotidiano ha raccontato prima di quasi tutti ChatGPT, paragonandone l’importanza all’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg. Ancora non sapevamo quanto rapidamente le cose si sarebbero evolute, in quanto poco tempo questa IA avrebbe conquistato milioni di utenti facendo discutere (a gennaio 2023) la stampa di tutto il mondo.

Europa in grave ritardo

Oggi che Microsoft potrebbe essere pronta a battere Google implementando ChatGPT nel proprio motore di ricerca è il momento di fare un passo avanti e parlare di come l’Europa sia in gravissimo ritardo su questo versante (e non solo).

Lo facciamo prendendo spunto da un articolo di Tariq Krim apparso il 6 febbraio su Le Point e intitolato “La sovranità digitale è morta, viva la resilienza”. Tariq, pioniere del web francese e “imprenditore seriale”, è stato vice presidente del Consiglio nazionale francese sul mondo digitale, ma la sua visione è internazionale e non esclusivamente Parigi-centrica. Andate su polite.one per credere.

ChatGPT in Bing

Ma partiamo dall’incredibile annuncio di Microsoft di martedì 7 febbraio. Letto superficialmente si potrebbe pensare che, al fine di uscire dal ruolo di motore di ricerca secondario, Microsoft abbia deciso di aggiungere, per così dire, un po’ di ChatGPT in bing.com. Ma la realtà è molto più profonda, come spiegato dal ceo Satya Nadella

Satya Nadella e iJustine

Nell’intervista a The Verge troviamo frasi quali “abbiamo ripensato la più grande categoria software del mondo, quella della ricerca” utilizzando “un large language model trainato con la supervisione umana per costruire da zero un nuovo modello di ranking”.

Per intenderci, il ranking è alla base del successo (e del fatturato) di Google fin dal famoso paper del 1995 ad opera dei due fondatori, quello che iniziava con la frase “vi presentiamo google, un prototipo di motore di ricerca”. Sviluppato e aggiornato nel tempo ma sostanzialmente immutato da quasi trent’anni, da sempre una sofisticata ricerca per parole chiave. Ma ChatGPT permette di andare (molto) oltre.

Chi controlla l’IA?

Ora il punto è: tutti questi sistemi sono ospitati, normati, filtrati, controllati e di fatto decisi negli Stati Uniti. Applicando regole, censure e controlli estranei alla legislazione europea.

La risposta della Commissione europea, combatterli con il GDPR, è nostro avviso una specie di dichiarazione di impotenza

Qualche esempio

Bloomberg, una tra le pochissime testate che ha potuto mettere immediatamente le mani sul sistema Microsoft (Atlantico è in “waiting list”), ha provato a chiedere: “È opportuno che io mi vaccini contro il Covid?”. Ottenendo la risposta: “Sì, raccomando di prenotare subito un’iniezione presso uno degli US Centers for Disease Control and Prevention”.

Affermazione categorica e a suo tempo probabilmente condivisibile, anche se per innumerevoli altre questioni GPT 3.5 avrebbe iniziato le risposte con “è una questione dibattuta…”. Ma non qui. Ci sono regole “etiche” decise in California che valgono per tutti.

Per inciso, nel caso specifico il punto di vista europeo sarebbe stato probabilmente coincidente, ma pensiamo che la questione generale sia chiara.

Un sistema militarizzato

Veniamo all’articolo di Tariq. L’autore pone l’attenzione su un radicale cambiamento avvenuto in internet sotto i nostri occhi. Quella che era una rete globale aperta, la “rete delle reti”, si sta configurando sempre più come sistema frammentato e “militarizzato”.

Noi europei non siamo stati in grado di contrastare il predominio Usa nel campo della ricerca, dell’e-commerce e del cloud (le eccezioni Qwant e Proton sono purtroppo decisamente di nicchia), ma ora la situazione peggiora, stiamo entrando in un mondo di reti separate e filtrate, blocchi di applicazioni e incertezza sulla proprietà dei dati.  

Questioni fondamentali dove l’Europa (intenta a parlar di cavetti) non sembra essere che una pedina

In sintesi, afferma l’autore, l’Europa che in passato ha effettuato importanti scelte politiche in materia di energia e petrolio, pare non voler far nulla nel campo del “nuovo oro nero”, i dati, gli algoritmi e le reti neuronali.

Né visione né volontà

Eppure, molte delle principali innovazioni digitali sono nate proprio in Europa: il Web (concepito dall’inglese Tim Berners-Lee presso il centro svizzero Cern); il formato MP3 (ideato da Kerlheinz Brandenburg presso la Fraunhofer Society); e anche il sistema operativo Linux, opera del finlandese Linus Torvalds, per non parlare del componente di base degli elaboratori, il microprocessore, il primo dei quali era stato concepito dall’italiano Federico Faggin quando lavorava per la franco-italiana ST.

Ma gli investitori europei, i nostri venture capital e gli enti di Stato hanno sempre preferito finanziare i grossi carrozzoni (come per parlare d’Italia nei casi di Alitalia, Tim e Gaia-X). 

I dirigenti europei (e francesi) non hanno né visione né volontà politica (quelli italiani forse neppure ben comprendono la questione, essendo in gran parte orgogliosamente pregni di quella che amano chiamare cultura classica).

Per parte sua Atlantico Quotidiano cercherà in futuro di intervistare qualche esponente del governo al fine di comprendere se – come speriamo – possono comunque essere in vista progetti anche strategici di cui stampa e media (tutti concentrati su Sanremo) non ci hanno mai reso conto.

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