I recenti avvistamenti, numerosi e confermati, di diversi droni in volo di formazione nei cieli del New Jersey, ma non soltanto in quello stato americano, costituiscono un caso di enorme risonanza mediatica in tutto il mondo.
Anche noi di Atlantico vogliamo parlarne, ma evitando le dietrologie e le facili elucubrazioni complottistiche, ma, soprattutto, senza la pretesa di avere la verità in tasca. Ci atterremo ai dati certi e a quelle peculiarità tecniche che permettano di esaminare i fatti di questi giorni con la necessaria obiettività. Stamo ai fatti accertati. I filmati e le fotografie ci sono e molti di questi sono credibili e probabilmente non manomessi.
Gli avvistamenti
Il segretario del Department of Homeland Security, Alejandro Mayorkas, ha ammesso, in una conferenza stampa congiunta con le autorità di polizia, che vi sono stati numerosi avvistamenti, ma che non sarebbe questione di sicurezza nazionale : “No evidence at this time that the reported drone sightings pose a national security or public safety threat or have a foreign nexus”, mentre un po’ diversamente la pensa l’ex governatore dello Stato del New Jersey, il quale polemizza con Mayorkas: “To say this is not unusual activity, it’s just wrong. I’ve lived in New Jersey my whole life. This is the first time that I’ve noticed drones over my house”.
Insomma, una guerra di parole ma nessuna autorità statunitense, almeno finora, ammette né smentisce quei fatti che moltissimi stanno in vari modi documentando sui giornali e sui social. Com’era immaginabile, gli avvistamenti stanno scatenando una ridda di teorie, alcune delle quali francamente risibili, e il dibattito è più che mai aperto non soltanto negli Usa. Che si tratti di apparecchi “nemici” del governo americano o che siano apparecchi operati direttamente o indirettamente da questo, è ancora tutto da dimostrare, ma le tecniche per fare chiarezza non mancano, come meglio vedremo nel prosieguo.
Cosa sono i “droni”
Mi sia permesso premettere di conoscere abbastanza la materia, avendo avuto l’opportunità di utilizzare per lavoro dai primissimi modelli di droni commerciali, intorno al 2010, a quelli più evoluti. Ho quindi seguito “sul campo” lo straordinario sviluppo tecnologico e operativo di quegli apparecchi volanti che formano un elemento imprescindibile della tecnologia civile e militare di oggi e di domani. Mi è capitato più volte, in quei primi anni, che gli abitanti della cittadina ove abitavo, magari vedendo “danzare” nel cielo notturno le luci di posizione di uno dei miei droni, telefonassero a carabinieri e vigili del fuoco, gridando all’UFO! Per inciso: capita tuttora non di rado che uno o più droni vengano scambiati per oggetti volanti non identificati!
Che si parli dei (più o meno) semplici quadricotteri radiocomandati (ma ne esistono anche a sei, otto o dieci rotori) per uso prevalentemente ricreativo, ai modelli più sofisticati per impieghi militari e per la ricerca scientifica, occorre tracciare subito alcune distinzioni. Partiamo proprio dall’inizio, con qualche definizione. Cosa sono, esattamente, i droni?
Il termine “drone” deriva dalla lingua inglese, e significa “fuco”, ossia il maschio dell’ape. Ciò è direttamente collegato al rumore ronzante di molti di essi, azionati da un motore elettrico collegato a una o più eliche tradizionali. Nel linguaggio militare, il drone è indicato con l’acronimo UAV (unmanned aerial vehicle), ossia veicolo aereo non pilotato dall’uomo, benché, tecnicamente, sia più corretto l’acronimo RPV (remotely piloted vehicle), per indicare veicoli a pilotaggio remoto.
Alle categorie sopra indicate, si aggiungono, soltanto nella terminologia ufficiale italiana, i cosiddetti APR (aeromobili a pilotaggio remoto). È del tutto ovvio che la confusione tra le sigle impiegate in sostituzione del più diffuso termine “drone” sia assai comune anche e soprattutto nel linguaggio giornalistico e dei media, laddove sarebbe auspicabile semplificare, utilizzando soltanto due termini, molto più esplicativi e di facile comprensione: “droni civili” e “droni militari”.
I droni militari
Ciò premesso, esaminiamo per grandi linee i droni militari, nati molto prima di quelli civili, alla quale categoria possiamo addirittura ascrivere i celeberrimi razzi V1 e V2 utilizzati dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, i quali disponevano di una tecnologia che permetteva loro di “memorizzare” una data rotta all’interno di quegli ordigni volanti.
Sia detto per chiarezza, senza addentrarci troppo nei particolari, che persino la maggior parte dei siluri navali lanciati prevalentemente da sommergibili in immersione venivano “programmati” con complessi meccanismi a orologeria e meccaniche di precisione, per seguire una certa rotta dopo il loro rilascio, spesso non rettilinea ma conseguente ai calcoli (parzialmente automatizzati) della centrale di tiro, che tenesse conto di angolazione relativa del bersaglio rispetto al sottomarino, rotta e velocità della nave da colpire.
Il siluro era, quindi, regolato per compiere un percorso ben determinato ad una altrettanto precisa velocità e con due possibili tipi di meccanismo di detonazione (a impatto contro la fiancata della nave nemica oppure attivati dalla rilevazione del campo magnetico emesso dalla sua grande massa metallica). Possiamo dire, semplificando un po’, che i primi modelli di droni per uso militare avessero molto in comune con i siluri navali, poiché con questi condividevano gran parte della tecnologia per guidarli verso un dato obiettivo o, più spesso, per sorvolare un territorio ben circoscritto oltre le linee nemiche a fine di ricognizione.
Vantaggi del drone
I vantaggi dell’utilizzo di un drone rispetto a un aeromobile classico sono, principalmente, i seguenti:
- Nessun rischio di perdita delle vite dei piloti in caso di incidente o abbattimento del velivolo incursore.
- Scarsa o nulla visibilità ai radar, sia per la loro modesta massa, che per l’utilizzo di materie non metalliche (plastica, ceramica hi-tech ecc.), tenendo presente che i radar, in sostanza, inviano dei segnali radio, i quali vengono riflessi dal metallo dei loro bersagli e rimandati all’antenna radar.
- Silenziosità superiore a qualsiasi aeromobile tradizionale (quasi sempre sono spinti da motori elettrici a bassa rumorosità).
- Autonomia eccellente (anche migliaia di chilometri) soprattutto con l’utilizzo delle più recenti batterie al litio sovente accoppiate a pannelli solari ad alta efficienza.
- Possibilità di ospitare a bordo un payload della più varia natura: dagli esplosivi che possono essere sganciati con estrema precisione sopra un dato bersaglio anche in condizioni di scarsa o nulla visibilità, alle sostanze chimiche “deterrenti” rilasciate a pochi metri di altezza sul bersaglio ed elevata selettività anche sui campi di battaglia più complessi.
- Possibilità di agire come emettitori di frequenze radio di disturbo verso le apparecchiature elettroniche nemiche o per coadiuvare quelle amiche oltre confine, operando in circling, fungendo così da ripetitori radio provvisori per permettere l’utilizzo di piccolissimi ricetrasmettitori, persino integrati nei caschi dei militari in operazioni speciali.
- Possibilità di effettuare riprese aeree a quota bassissima, e quidi dettagliatissime.
- Possibilità di operare in modalità kamikaze, con pecisione centimetrica anche su bersagli in movimento o singole persone. Sappiamo che questo è un impiego molto diffuso in ogni conflitto attuale e in ogni operazione anti-terrorismo.
- Possibilità di auto-distruggersi a comando o in automatico, non lasciando prove nè relitti utili al nemico dopo lo schianto del drone.
- Possibilità di decollare praticamente da ovunque, senza rampe di lancio complesse e senza dover impiegare tempi lunghi per la preparazione al lancio o luoghi particolarmente adatti ad ospitare i lanciatori. Un micidiale drone di ultima generazione può essere trasportato persino con una station wagon o un furgoncino qualsiasi.
Quelle sopra descritte sono soltanto parte dell’immenso campo d’impiego militare dei droni e, ovviamente, con l’avanzare della tecnologia, ancora molto avranno da dire in un futuro prossimo.
I droni, in sostanza, sono la prima fase di una nuova epoca dell’aeronautica, quella senza pilota a bordo. Da ciò deriva l’enorme importanza strategica e tattica per ogni forza militare moderna ed è facilmente comprensibile che dietro lo sviluppo di sempre più piccoli e prestanti veicoli a pilotaggio remoto vi siano considerevoli interessi militari.
I droni civili
Ma veniamo ai droni d’uso civile. Sviluppatisi intorno al 2010 come evoluzione puramente ludica degli elicotteri radiocomandati (RCH – radio controlled helicopters) rappresentano, senz’ombra di dubbio, una delle più eclatanti “scoperte scientifiche” del nostro tempo. A differenza dei droni militari, aventi forme simili a piccoli aerei o piccoli razzi con alette direzionali, quand’anche non abbiano ali vere e proprie, questi sono ancora più piccoli, leggeri e di semplice gestione operativa, anche perché dotati di tecnologia mista GPS/ultrasuoni che ne permettono, oltre all’esatto posizionamento in tre dimensioni spaziali su un dato punto geografico rimanendo in hovering come elicotteri , l’atterraggio automatico nello stesso identico punto da cui sono decollati, anche in condizioni “ognitempo” e persino in assenza di operatori ad attenderli al suolo.
Già questa caratteristica ha dello straordinario, poiché permette di recuperare i droni a fine missione per essere subito rilanciati per una nuova. Il tempo di cambiare le batterie e via! Economicità estrema di utilizzo (soprattutto per quelli elettrici, che sono ormai la maggioranza) e totale assenza di infrastrutture di lancio, hanno fatto dei droni civili qualcosa di assolutamente insostituibile in molte situazioni di emergenza e protezione civile.
I vantaggi
Si pensi all’utilizzo di ricognizioni fotografiche anche a bassissima quota in zone contaminate, a rischio di crollo, allagate o, comunque non ispezionabili se non attraverso strutture di difficile approntamento e senza mettere a rischio la sicurezza degli operatori del soccorso. Il drone vola decollando e atterrando ovunque, con vista d’aquila (e anche di più, poiché esistono quelli a visione infrarossa o termica), precisione di avvicinamento centimetrica e documentazione immediata di quanto “veda” il drone, anche mediante sistemi a realtà aumentata (AR – Augmented Reality) e visori FPV (First Person View) che permettono agli operatori al suolo di vedere esattamente quanto vedrebbero i loro occhi se fossero sulla prua del drone.
V’è poi una funzionalità, già presente sui primi modelli commerciali di oltre quindici anni fa, che ebbi modo di sperimentare e che funzionava già allora perfettamente: mi riferisco alla possibilità di tracciare una data rotta anche molto complessa su Google Earth ed immettere i dati risultanti nella memoria del drone. Esso decollava e seguiva, uno dopo l’altro, i waypoint inseriti, peraltro alla quota esatta programmata per ciascuno di essi, per poi far ritorno al punto di decollo.
Spettacoli luminosi
Benché pericolosa e a tutt’oggi vietata in Italia, tale funzionalità è stata, come ben si può immaginare implementata e perfezionata assai e proprio (grosso modo) con tale tecnica si ottengono oggi gli stupefacenti spettacoli luminosi di centinaia o migliaia di droni in volo contemporaneo e perfettamente sincronizzato, a formare spettacoli notturni d’incredibile efficacia e complessità.
Di tale abilità a formare complesse figure in movimento nel cielo sono maestri (guarda caso) i cinesi, mentre gli americani sono stati tra i primi a sfruttare commercialmente tali spettacoli dronotecnici (mi permetterete il neologismo). Ad oggi sono una mezza dozzina le ditte italiane ad offrire tali spettacoli, utilizzando fino a 1.000 droni in volo coordinato.
Proprio la possibilità di programmare preventivamente ed immettere nelle memorie di piccoli droni commerciali rotte molto complesse, apre un mondo di possibilità. Alcune delle quali per fini leciti, altre per commettere dei crimini. Come sempre, la macchina, da sola, non ragiona e non agisce se non attraverso l’interazione con il suo deus ex machina.
Ma di questo, e sulle misure che possono essere messe in atto per prevenire utilizzi illeciti oppure decisamente ostili dei droni civili, come degli aspetti legali riguardanti l’utilizzo dei droni civili, ne parleremo nella prossima puntata, se vi andrà…
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