Economia

Sul caro-voli un altro “capolavoro”: tetti e divieti faranno aumentare i prezzi

Andrea Giuricin: mossa controproducente. Impossibilitate a ottimizzare, le compagnie aumenteranno il prezzo medio dei voli. Dalle politiche green ulteriori rincari

Il ministro Adolfo Urso in conferenza stampa Il ministro Adolfo Urso in conferenza stampa

C’è un altro intervento tra quelli annunciati dal governo lunedì sera, altrettanto, se non più invasivo e distorsivo delle dinamiche di mercato rispetto all’extratassa sulle banche, ma di cui si è parlato molto meno in questi giorni. Sono le norme volute dal ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, simpaticamente ribattezzato Adolfo Urss da Annarita Digiorgio. Ne abbiamo parlato con Andrea Giuricin, economista dei trasporti presso l’Università di Milano Bicocca e studioso dell’Istituto Bruno Leoni.

Misura controproducente

TOMMASO ALESSANDRO DE FILIPPO: Prof. Giuricin, che ne pensa del provvedimento varato dal governo contro il cosiddetto “caro-voli”?

ANDREA GIURICIN: Agire sul revenue management, ovvero come in questo caso varare dei cap massimi sui voli domestici verso le isole provoca dei problemi: impone alle compagnie aeree un prezzo massimo per le tratte, da non poter superare. Pertanto, esse aumenteranno il prezzo medio dei voli, così da recuperare quanto perso a causa dei limiti imposti dal governo.

Le compagnie si ritroveranno inoltre impossibilitate ad ottimizzare il riempimento degli aerei. La scelta del governo – oltre ad essere illiberale – è quindi anche nei fatti non solo sbagliata, ma controproducente.

TADF: Si rischia di aver compiuto un gesto prevaricatore nei confronti dei principi di libertà economica e libero mercato senza neanche aver ottenuto i risultati sperati?

AG: Il risultato ci sarà, ma in senso negativo. Come detto, i prezzi medi delle tratte aumenteranno e la differenza sarà pagata dalla larga parte dei viaggiatori comuni.

Le vere cause dell’aumento dei prezzi

TADF: Quali sono le reali cause degli aumenti dei prezzi dei voli? Esiste davvero una “speculazione” delle compagnie?

AG: Sono cause di mercato: osserviamo un forte rialzo della domanda in primis. Il 2023 vedrà un numero record di viaggiatori che si contrappone ai livelli dell’offerta, non ancora eguale e pertanto in deficit. In secondo luogo, dobbiamo annotare che se l’offerta è inferiore rispetto all’epoca pre-Covid è anche a causa della capacità operativa tutt’ora limitata di alcuni aeroporti nord europei. Inoltre, i produttori di aerei sono in ritardo con le consegne, fattore che crea un “collo di bottiglia” all’interno del mercato.

Quanto al tema del carburante, osserviamo poca conoscenza e profonda confusione da parte dei commentatori e dei decisori politici: se è vero che il prezzo puntuale del carburante è inferiore di circa il 20 per cento rispetto a quello del 2022, è anche vero che le compagnie acquistano il carburante cercando di “coprirsi” dai rincari. Ovvero, acquistano in anticipo il carburante necessario per l’anno successivo.

È automatico immaginare che questi fattori siano alla base dell’innegabile e problematico rialzo dei prezzi nel settore. Il dossier è delicato e reale, ma la “cura” proposta dal governo va assolutamente fuori strada.

TADF: Ritiene che tra le cause dei rincari vi siano anche le politiche climatiche europee?

AG: C’è il rischio che le politiche green comportino in prospettiva un incremento importante ed ulteriore dei costi per le compagnie aeree, che scaricheranno le conseguenze su clienti e consumatori, come sempre accade.

La tassa sugli “extraprofitti” bancari

TADF: Quanto alla tassazione sugli “extraprofitti” bancari, perché può essere controproducente per correntisti, clienti e lavoratori del settore, oltre che intollerabile sul piano dei principi?

AG: La tassa ha valore retroattivo dato che andrà in vigore anche per gli introiti del 2022. Pertanto, produce molta incertezza perché pone ogni azienda dinanzi allo spettro di ricevere una mazzata economica ex post, relativa a danaro incassato in precedenza legalmente.

I soldi che saranno versati al governo dalle banche sarebbero serviti a garantirne la solidità e la stabilità, che adesso è più a rischio, dato che vige un dannoso clima di incertezza. Inoltre, la tassa dovrebbe servire – stando a quanto afferma il governo – a sostenere chi ha scelto i tassi variabili e non fissi per i propri mutui. Questo sfavorirà chi scelse i secondi in maniera legittima ed ora si vedrà alzare le commissioni ed i costi, data la necessità per le filiali di far rientrare gli utili persi.

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