La scorsa settimana il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato in visita ufficiale nella Cina Popolare. Durante la sua visita ha incontrato, tra l’altro, il presidente cinese Xi Jinping, il primo ministro Li Quiang e il presidente dell’Assemblea nazionale del popolo Zhao Leji.
Da rilevare, innanzitutto, che il viaggio segue quello del primo ministro italiano Giorgia Meloni in estate. Il governo di Pechino ha voluto sottolineare questa successione temporale e Zhao Leji non si è fatto sfuggire l’occasione di dire a Mattarella che è “altamente insolito” che due visite di alto livello si svolgano così vicine l’una all’altra, sottolineando che, da parte sua, “ciò dimostra quanto sia importante per voi italiani sviluppare legami ancora più stretti con la Cina Popolare”.
Commercio e investimenti
Come già emerso in estate, Mattarella ha fatto presente al premier cinese Li Qiang che anche per lui appare evidente che gli investimenti cinesi in Italia sono “al di sotto del potenziale” e dovrebbero aumentare. Il commercio dell’Italia con la Cina Popolare, pur raddoppiato dal 2016 al 2022 arrivando a 74 miliardi di euro, richiede un “riequilibrio” tra importazioni ed esportazioni, ha osservato Mattarella.
Da parte sua, il premier cinese ha osservato che attualmente le relazioni Italia-Cina Popolare hanno mantenuto uno sviluppo sano e stabile, gli scambi e la cooperazione in vari campi sono stati approfonditi e sono stati raggiunti nuovi risultati pratici. In particolare, Pechino è pronta a collaborare con l’Italia per cogliere l’opportunità del 20° anniversario dell’istituzione del partenariato strategico globale tra i due Paesi, continuare a portare avanti la tradizionale amicizia, rafforzare la cooperazione a tutto tondo reciprocamente vantaggiosa e spingere le relazioni bilaterali a un livello più elevato.
Li ha sottolineato, inoltre, che Pechino è disposta a collaborare con Roma per promuovere un’apertura bidirezionale, migliorare continuamente il livello di facilitazione del commercio bilaterale e degli investimenti, espandere l’ampiezza e la profondità della cooperazione tra le piccole e medie imprese, creare nuovi punti di crescita della cooperazione nell’innovazione e nei settori green, ottenere benefici reciproci e risultati vantaggiosi per tutti e promuovere congiuntamente lo sviluppo e la prosperità.
La Cina Popolare accoglie con favore un maggior numero di aziende italiane che investono nel Paese e spera che l’Italia crei un ambiente imprenditoriale giusto, sicuro e non discriminatorio per le aziende cinesi in Italia. Li ha inoltre invitato le due parti a lavorare sul meccanismo di cooperazione culturale Cina Popolare-Italia, ad approfondire la cooperazione su cultura, turismo, media, istruzione e affari locali e a promuovere meglio gli scambi interpersonali.
La sintesi della risposta di Mattarella è che l’Italia attribuisce grande importanza allo sviluppo di relazioni amichevoli con la Cina Popolare e attende con impazienza di lavorare con Pechino per attuare l’importante consenso raggiunto dai leader dei due Paesi, approfondire la cooperazione pratica nel commercio, negli investimenti, nelle piccole e medie imprese, nello sviluppo green e nella lotta ai cambiamenti climatici, rafforzare gli scambi e l’apprendimento reciproco nel campo della cultura, dell’istruzione e in altri campi e spingere per lo sviluppo duraturo e approfondito di un partenariato strategico globale bilaterale.
Il nostro presidente ha tenuto a ribadire che sia Roma sia Pechino sostengono il multilateralismo, il libero scambio e la cooperazione aperta e si oppongono al protezionismo, sottolineando che l’Italia è disposta a rafforzare la comunicazione e il coordinamento con la Cina Popolare negli affari multilaterali, ad affrontare congiuntamente le sfide globali e a svolgere un ruolo positivo nella promozione delle relazioni Ue-Cina Popolare.
Ucraina e Medio Oriente
Il presidente Mattarella ha poi tenuto una lectio magistralis all’Università Beida di Pechino, durante la quale ha evidenziato che senza la Cina Popolare, o senza l’Unione europea, sarebbe impossibile cercare di corrispondere positivamente ai sogni di apertura, di pace, di futuro dei nostri giovani. E “senza dialogo e collaborazione sarebbe inconcepibile poter affrontare i costi sociali, economici e ambientali delle sfide che l’umanità si trova a fronteggiare”.
Quindi il passaggio sulla guerra in Ucraina. Non è accettabile, per Mattarella, che la Russia, membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, vale a dire del massimo organo deputato alla difesa della pace, abbia violato, come ha fatto, invadendo l’Ucraina, le norme fondamentali del diritto internazionale e i principi dell’Onu, usando la forza contro un vicino più piccolo per imporgli la propria volontà. La Cina Popolare è uno dei protagonisti fondamentali della vita internazionale e quindi Mattarella ha voluto sottolineare proprio a Pechino che accondiscendere a un tale comportamento significherebbe consegnare alla barbarie la comunità degli Stati.
L’Italia si aspetta quindi che Pechino “faccia uso della sua grande autorevolezza sul proscenio internazionale per ribadire la sua tradizionale posizione a sostegno delle norme di convivenza della comunità internazionale, adoperandosi per porre termine alla brutale aggressione russa all’indipendenza e alla integrità dell’Ucraina, primo passo per una pace giusta sulla base dei principi della Carta delle Nazioni Unite e delle norme del diritto internazionale, incluse quelle sulla sovranità, indipendenza e integrità del territorio degli Stati”.
Un’altra area che secondo il nostro presidente sollecita l’impegno di tutti per bloccare la spirale di violenza è il Medio Oriente, “martoriato dal criminale attacco terroristico di Hamas contro inermi cittadini israeliani e dall’allargamento del conflitto al Libano meridionale”. Mattarella ha sottolineato nel suo intervento sia che occorre fermare subito la guerra, per “avviare soluzioni anche all’immane crisi umanitaria che ne è derivata”, sia di confidare che il governo cinese “vorrà aggiungere la sua voce” affinché i diversi attori regionali esercitino moderazione e possa essere finalmente applicata una soluzione a due Stati tra Israele e la Palestina.
Il richiamo di Mattarella è anche a “mantenere libero e sicuro il transito navale nei mari della regione, dove attualmente attori non statuali, sostenuti anche da potenze dell’area, minacciano il libero commercio in spregio al diritto internazionale – come avviene nel Mar Rosso – è importante per l’Italia, per la Cina, per tutti gli altri Paesi. Non si può consentire un così grave precedente: le vie del commercio nella storia hanno aperto le strade ai rapporti pacifici e d’incontro tra le civiltà”.
Silenzio su Taiwan
Il presidente Mattarella non ha mai nominato direttamente la democratica Repubblica di Cina-Taiwan che viene quasi quotidianamente minacciata d’invasione dalla Cina Popolare. Analizzando l’intervento all’università, tuttavia, ha espresso “preoccupazioni” per la “instabilità” anche nella regione dell’Indo-Pacifico. “È appena il caso di osservare che l’attenzione dell’Europa in quest’area è tesa a ribadire elementi, come libertà di navigazione e di sorvolo, nonché quelli previsti dal diritto internazionale. Mattoni della costruzione di un mondo in pace, di quell’ordine internazionale giusto che costituisce aspirazione comune”.
Probabilmente per non far “indispettire” Pechino, Mattarella ha solamente aggiunto: ”È indispensabile che vi sia saggezza da tutte le parti coinvolte, perché ci si astenga da iniziative unilaterali che possono esacerbare le difficoltà già esistenti, in questo come in altri quadranti geografici. In tutto il mondo vi sono problemi e preoccupazioni a questo riguardo. È indispensabile che tutti gli attori, senza esitazioni, indossino l’abito della cooperazione”. Come disse Boccaccio: “A buon intenditor poche parole”!