Esteri

Sorpresa: Lula ha deforestato l’Amazzonia più del doppio di Bolsonaro

A dirlo sono i dati presenti sul sito dello stesso partito di Lula. Un’altra narrazione del Corrispondente Unico della sinistra smentita

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Parliamo di Amazzonia e di deforestazione in Brasile, ma da un punto di vista, e con notizie e dati, che il Corrispondente Unico dei media di sinistra vi ha sempre nascosto e mai vi rivelerà.

E per farlo, non utilizziamo dati e notizie fatti circolare da soggetti vicini a Jair Bolsonaro o da giornalisti “controcorrente”. No, utilizziamo dati e notizie “di parte” ma dei suoi avversari, ovvero forniti dal sito dello stesso partito di Luiz Inácio Lula da Silva, il Partido dos Trabalhadores (PT).

Il diagramma che vedete, pubblicato sul sito del PT, mostra l’andamento (presunto, perché di parte, ma ipotizziamo l’affidabilità di questi dati) della deforestazione in Amazzonia a partire dall’inizio del governo di Fernando Henrique Cardoso (1995), del Partito Socialista Democratico del Brasile, fino ad oggi, lungo gli 8 anni dei due governi Lula (2002-2010) i sei anni dei 2 governi Dilma Roussef (2010-2016), i 3 anni del governo Temer (vice presidente dei governi Dilma) e i quasi 4 anni di governo Bolsonaro.

Narrazione vs realtà

Secondo la narrazione del Corrispondente Unico di sinistra, come sapete, dall’arrivo di Bolsonaro sarebbe esploso in Amazzonia il fenomeno di una deforestazione incontrollata, senza freni, consentita da un governo di destra che difenderebbe gli interessi dei criminali imprenditori del “desmatamento” della regione e consentirebbe la distruzione di quello che viene continuamente definito dalla propaganda ambientalista come il “polmone verde del pianeta” (definizione contestabilissima, ma non fa niente).

Il diagramma mostra invece una realtà assai diversa. Nei primi tre anni del governo Bolsonaro (2019-2021) la deforestazione annuale dell’Amazzonia è stata in media pari a 11.400 chilometri quadrati (ripeto: dati del PT). In aumento rispetto agli anni di Dilma (5.900 kmq/anno), ma di gran lunga inferiore alle medie annuali dei governi socialdemocratici di FHC (19.000 kmq/anno) e socialisti di Lula (15.400 kmq/anno).

Secondo i dati del PT, quindi, sarebbe evidente che durante i primi tre anni del governo Bolsonaro si è verificato un aumento della deforestazione rispetto agli anni Dilma/Temer (dal 2019 al 2021 il “desmatamento” annuale è passato da 10.100 kmq a 13.200 kmq/anno).

Ma è davvero ridicolo che, oggi, si gridi allo scandalo di un Bolsonaro distruttore dell’Amazzonia quando i dati relativi alla deforestazione durante i governi di Lula sono assai più alti di quelli di Bolsonaro. Nei primi tre anni di governo Lula sono stati disboscati in media 24.500 kmq/anno, più del doppio dei primi tre anni del governo Bolsonaro (il 105 per cento in più).

Sconfitta la pasionaria ambientalista

Non è un caso, quindi, che nelle elezioni per la Camera nello Stato di San Paolo, la storica pasionaria ambientalista, Marina Silva, “figlia” dell’Amazzonia, simbolo della lotta contro la deforestazione, sia stata letteralmente travolta dal voto per l’ex ministro dell’ambiente di Bolsonaro, astro nascente del Partido Liberal, Ricardo Salles, che ha preso tre volte i voti di Marina.

Il quale ha commentato, dopo il voto: “Era tanto amata in Amazzonia che non si è voluta neppure candidare nello Stato di Acre (storico fortino elettorale di Marina in Amazzonia occidentale, ndr) ma è venuta a candidarsi a San Paolo (dove il PT e la sinistra in generale sono più forti, ndr)”. Dove Salles l’ha stracciata.

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