Anno Domini 2024: Occidente ad un bivio esistenziale

Come l’Impero Romano del Terzo Secolo, si trova di fronte a sfide destabilizzanti: invasioni barbariche, crisi economiche, instabilità politica, cancel culture

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In questo Anno Domini 2024, l’Occidente si trova davanti al grande bivio esistenziale. Un complesso di questioni aperte si intersecano, determinando una serie di crisi o scenari che assomigliano molto ai turbolenti eventi del Terzo Secolo dell’Impero Romano.

Mentre l’Impero Romano affrontava invasioni barbariche, crisi economiche e instabilità politica, l’Occidente contemporaneo deve confrontarsi con sfide altrettanto destabilizzanti, che spaziano dalla geopolitica all’economia, passando per le trasformazioni sociali e climatiche.

Instabilità economica e sociale

L’Occidente è attualmente alle prese con un aumento delle disparità economiche che ha radici profonde. L’inflazione crescente, le disuguaglianze in aumento e una recessione globale minacciano la stabilità delle economie avanzate. La disparità di reddito e l’accesso disuguale alle risorse stanno alimentato tensioni sociali, creando un clima di incertezza e insoddisfazione.

Le politiche economiche messe in atto finora non sono riuscite a ridurre significativamente questi problemi, portando a un crescente malcontento tra le classi medie e basse.

Instabilità politica

Simile alla crisi del Terzo Secolo, l’Occidente sta vivendo un periodo di instabilità politica. La polarizzazione estrema non vede più obiettivi che uniscano una “comunità di destino” verso il futuro.

Il dibattito pubblico è sempre più dominato da retoriche divisive e dalla disinformazione, rendendo difficile raggiungere un consenso su questioni cruciali. Questa instabilità politica non solo mina la coesione interna dei Paesi occidentali, ma compromette anche la loro capacità di agire in modo coeso a livello internazionale.

La cultura woke

L’imposizione di una nuova cultura woke volta a cancellare le radici del passato. Questa volontà di resettare il passato assomiglia molto per analogia storica alla volontà delle classi nobiliari del Terzo Secolo dell’Impero Romano.

Le classi dominanti dell’epoca, messa da parte la nobiltà cittadina dei tempi di Cesare, si era trasformata in un club di grandi possidenti terrieri, influenzati culturalmente da una forte connotazione orientale; proprio in quei tempi si scelse di imporre un nuovo sistema, il culto del “Sol Invictus” che doveva sostituire i vecchi dei che resistevano dai tempi della Repubblica.

Anche oggi la nuova narrativa imperante esige di sostituire i vecchi modelli, dalla stessa famiglia all’alimentazione, passando al concetto di lavoro e del sacrificio. Infatti, si va verso nuove logiche più consumistiche e del momento. Un’inversione degli schemi che vede i giovani dell’Eurovision come modello per il futuro dei nuovi europei.

I nuovi “europei”

Tuttavia, questa impostazione woke si sta sciogliendo come neve al sole rispetto alla forte connotazione identitaria dei “nuovi europei”, infatti le migrazioni in Europa hanno per la stragrande maggioranza, però, religione islamica.

Le migrazioni di massa, causate da conflitti, cambiamenti climatici e crisi economiche, rappresentano un’ulteriore sfida per l’Occidente. La gestione delle migrazioni ha sollevato dibattiti accesi su integrazione, sicurezza e identità culturale. Le politiche migratorie spesso permissive non sono riuscite a risolvere il problema, alimentando sentimenti a volte xenofobi. Questa situazione ricorda le pressioni migratorie che affrontò anche l’Impero Romano, contribuendo alla sua instabilità.

Momento cruciale

Nonostante queste sfide, l’Occidente ha anche molte opportunità davanti a sé. La storia del Terzo Secolo dell’Impero Romano ci insegna che i periodi di crisi possono portare a significative trasformazioni e rinnovamenti. Proprio la diffusione del cristianesimo nell’Impero fu in prima battuta un limite ma successivamente un punto di forza che permise grazie alla conversione dei nuovi imperatori a partire da Costantino il Grande, di allungare la vita dell’Impero occidentale sino al 476 dC e per l’Impero orientale per un ulteriore millennio.

Anche oggi una parte dell’élite, al momento minoritaria, però sembra aver capito che il tranciare di netto le storiche radici giudaico-cristiane pone le basi solo per un futuro distopico. La lotta soprattutto culturale tra i moderni Optimates e Populares si farà sempre più serrata e senza esclusione di colpi, a partire dalle prossime elezioni presidenziali americane. Anche l’Europa sarà sempre più coinvolta in questa divaricazione nel chi vorrà proseguire nella Cancel Culture e chi invece ritiene che buttare il bambino con l’acqua sporca sia un enorme errore.

In conclusione, il 2024 rappresenta un momento cruciale per l’Occidente. Le sfide che affrontiamo oggi richiedono una risposta concertata e lungimirante, capace di affrontare non solo le crisi immediate, ma anche di costruire le basi per un futuro capace di rispondere alle nuove sfide ancorato però alle proprie millenarie tradizioni e libertà.

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