Esteri

Attacco senza precedenti, gli Houthi si fanno beffe dei “penultimatum” Usa

Il “più grande e complesso attacco” nel Mar Rosso, ma le “conseguenze” minacciate da Usa e alleati non arrivano. Houthi addestrati in un’accademia navale in Iran

HMS Diamond Houthi Mar Rosso Immagine dalla HMS Diamond mentre respinge un attacco Houthi nel Mar Rosso (Ministero della difesa britannico)

Solo una settimana fa l’avvertimento degli Stati Uniti e dei loro alleati agli Houthi. Avvertimento che però la milizia filo-iraniana che controlla lo Yemen ha non solo ignorato, ma apertamente sfidato nelle scorse ore.

Attacco senza precedenti

Martedì notte, infatti, navi da guerra Usa e britanniche hanno dovuto abbattere un numero senza precedenti di droni e missili lanciati contro numerose navi commerciali di passaggio nel Mar Rosso, in quello che è stato descritto come “il più grande e complesso attacco” dal 19 novembre ad oggi – e precisamente il 26esimo.

Come reso noto dal CentCom, 18 droni, due missili da crociera antinave e un missile balistico antinave lanciati dallo Yemen sono stati intercettati e distrutti dagli aerei da combattimento F-18 della portaerei USS Eisenhower e da quattro cacciatorpediniere (USS Gravely, USS Laboon, USS Mason e la britannica HMS Diamond).

Ieri, in un discorso televisivo, il portavoce militare Houthi ha rivendicato l’attacco, diretto contro una nave americana che “forniva sostegno” a Israele. Non solo gli Houthi proseguono impunemente a minacciare la navigazione nel Mar Rosso, ma pongono le loro condizioni per il passaggio. Hanno infatti avvertito che lasceranno passare solo le navi che dichiareranno di non avere legami con Israele.

E lo smacco per Washington e per l’Occidente è che alcune compagnie hanno cominciato ad obbedire agli Houthi, anziché affidarsi esclusivamente all’ombrello di difesa Usa, dichiarando di non avere nulla a che fare con Israele. Ricordiamo che nel Mar Rosso passa circa il 15 per cento del traffico marittimo globale per un valore di circa mille miliardi di dollari di merci l’anno.

Magra consolazione, ieri il Consiglio di Sicurezza Onu ha approvato una risoluzione che condanna e chiede l’immediata cessazione degli attacchi Houthi: 11 voti a favore, nessuno contrario e 4 astensioni, tra cui Russia e Cina – probabilmente perché non viene citato l’Iran.

Il penultimatum

Nel comunicato del 3 gennaio scorso, gli Stati Uniti, il Regno Unito e altri 10 Paesi, tra cui Germania, Italia e Giappone, avevano affermato che gli attacchi Houthi rappresentano “una minaccia diretta alla libertà di navigazione, che costituisce il fondamento del commercio globale”. E avvertito gli Houthi che “si assumeranno la responsabilità delle conseguenze qualora dovessero continuare a minacciare vite umane, l’economia globale e la libera circolazione commerciale nelle rotte marittime critiche della regione”.

Parole che sembravano inequivocabili e suonavano come un ultimatum: gli Houthi devono fermare gli attacchi o affrontarne le conseguenze.

Un nuovo attacco è arrivato ma le “conseguenze” ancora non si sono viste. Forse era un penultimatum, tanto che ieri sia il segretario di Stato Usa Antony Blinken sia il Ministero della difesa britannico si sono affrettati a ribadire il concetto: “Il Regno Unito, insieme ai suoi alleati, ha già chiarito in precedenza che questi attacchi illegali sono del tutto inaccettabili e che, se continuassero, gli Houthi ne pagheranno le conseguenze“.

Deterrenza Usa a rischio

Quali conseguenze non è ancora chiaro, visto che per ora gli Usa e i loro alleati si sono limitati ad abbattere droni e missili lanciati dagli Houthi, senza far pagare un prezzo alla milizia filo-iraniana, il che come abbiamo più volte osservato rappresenta un grave colpo alla credibilità della deterrenza Usa.

Non è la prima volta, dal 7 ottobre scorso, dall’attacco di Hamas a Israele, che l’amministrazione Biden parla di “conseguenze” nei confronti di attori statuali e non che tentassero di sfruttare la situazione intervenendo nel conflitto, senza tuttavia dar seguito alle sue minacce, lasciando quindi che le sue linee rosse vengano oltrepassate impunemente. Né Hezbollah, né gli Houthi sono stati direttamente attaccati, nonostante il loro palese coinvolgimento.

Attacco dopo attacco, l’assenza di una rappresaglia diretta e soverchiante contro gli Houthi e il loro sponsor, il regime iraniano, sta sgretolando la credibilità degli Stati Uniti come garanti della libertà e sicurezza della navigazione, uno dei pilastri – forse il principale – dell’ordine globale a guida Usa e della leadership americana.

L’ultimo attacco Houthi scatenerà probabilmente una risposta, ha detto ieri un funzionario del Dipartimento della difesa al Wall Street Journal. Staremo a vedere.

Sostegno iraniano

Il segretario di Stato Blinken, ieri in Bahrein, ha confermato che si è trattato dell’attacco “su più vasta scala che abbiamo visto finora e che è stato pienamente supportato dall’Iran con equipaggiamenti e servizi di intelligence”. E ha ricordato anch’egli che “se questi attacchi continueranno, ci saranno delle conseguenze“. Ma il verbo viene sempre declinato al futuro.

Blinken ha ricordato di aver “ripetutamente cercato di chiarire all’Iran che il loro sostegno agli Houthi deve finire”. Ma c’è un errore di fondo: la diplomazia non sostenuta da una minaccia credibile dell’uso della forza militare contro Teheran è destinata a fallire.

I miliziani Houthi sono stati addestrati presso un’accademia navale d’élite iraniana, l’Accademia di scienze e tecnologia navali “Khamenei” a Ziba Kenar, sulla costa del Mar Caspio a nord di Teheran, riporta il Telegraph citando fonti iraniane. Il primo corso per Houthi in scienza e tecnologia navale è stato lanciato nel gennaio 2020 e un gruppo di 200 miliziani è stato ospitato separatamente dagli altri studenti, ai quali è stato impedito di interagire con loro per evitare fughe di informazioni.

La piccola isola disabitata di Farur, nel mezzo del Golfo Persico, controllata dalla Marina dei Pasdaran, viene utilizzata anche per l’addestramento dei proxies iraniani, aggiunge il rapporto. Secondo le stesse fonti, la Guida Suprema, ayatollah Ali Khamenei, ha avuto un ruolo personale nel blocco del Mar Rosso… sostenendo l’ulteriore fornitura di armi ed equipaggiamenti agli Houthi.

Qualsiasi risposta militare, quindi, dovrebbe come minimo includere la nave spia iraniana Behshad dei Pasdaran nel Mar Rosso, che fornisce agli Houthi preziose informazioni su quali navi attaccare.

Approccio pericoloso

L’approccio di limitarsi a intercettare e abbattere droni e missili è molto pericoloso, perché da questo schema di gioco gli Houthi hanno solo da guadagnare e nulla da perdere: basta un solo colpo a segno per cogliere un clamoroso successo e disintegrare la credibilità della protezione Usa, ai quali invece è richiesta una precisione del 100 per cento