Dopo che già a febbraio le immagini degli ostaggi rilasciati Eli Sharabi, Ohad ben Ami e Or Levy avevano rivelato chiaramente le condizioni disumane nelle quali gli israeliani rapiti il 7 Ottobre sono stati tenuti a Gaza, di recente sono emerse ulteriori testimonianze di altri ostaggi che sono stati liberati.
Tra questi, vi è anche Yarden Bibas, al quale Hamas ha ucciso la moglie Shiri e i loro due figli, i piccoli Ariel e Kfir (proprio il terrorista che avrebbe rapito e ucciso i Bibas, Muhammad Hassan Muhammad Awad, sarebbe stato recentemente eliminato dall’IDF, secondo fonti israeliane).
Assieme ad altri suoi ex compagni di prigionia, Tal Shoham e i coniugi Keith e Aviva Siegel, hanno recentemente rilasciato delle interviste al programma televisivo 60 Minutes della CBS, nelle quali hanno raccontato ciò che hanno visto e subito da parte dei loro rapitori.
La famiglia uccisa e l’amico ancora prigioniero
Bibas ha raccontato di come i terroristi di Hamas lo abbiano costretto a sedersi davanti a una telecamera dopo averlo informato che sua moglie e i suoi figli erano stati uccisi in un attacco aereo israeliano, anche se ora sa che ad assassinarli sono stati proprio i terroristi. “Sono stati tutti assassinati a sangue freddo, a mani nude”, ha detto. “Loro (quelli di Hamas, ndr) mi dicevano: Oh, non importa. Ti prenderai una nuova moglie. Avrai nuovi bambini. Moglie migliore. Ragazzi migliori”.
Quando l’intervistatore Lesley Stahl ha chiesto a Bibas cosa avrebbe voluto dire al presidente americano Donald Trump se avesse potuto parlargli, questi ha risposto: “Per favore, fermati, ferma questa guerra e aiuta a riportare indietro tutti gli ostaggi”. Descrivendo il tempo trascorso nei tunnel, e in particolare quando c’erano i bombardamenti, ha spiegato: “È spaventoso. Non sai quando succederà. E quando succede, hai paura per la tua vita. Tutta la terra si muove come un terremoto, ma sottoterra. Quindi tutto potrebbe crollare da un momento all’altro”.
Bibas ha anche parlato del suo amico compagno di prigionia David Cunio.
Questo è David. Lo conosco dalla prima elementare. E questo è suo fratello minore, Ariel. Sono entrambi ancora in cattività. E non so se hanno ricevuto abbastanza cibo e acqua. Soprattutto ora, da quando la guerra è ricominciata. Abbiamo fatto tutto insieme. Era con me in ogni importante momento della mia vita. Era al mio matrimonio. E ora che mi sta succedendo probabilmente la cosa più difficile, che devo andare avanti con la mia vita, David non è con me. Ho perso mia moglie e i miei figli. Sharon (la moglie di Cunio, ndr) non deve perdere suo marito.
La violenza sessuale sulle prigioniere
Anche l’ex ostaggio Keith Siegel ha parlato con 60 Minutes insieme a sua moglie Aviva, rapita anche lei il 7 Ottobre. “Siamo stati trascinati a Gaza e poi portati in un tunnel, sentendoci in pericolo, sentendo le nostre vite minacciate, con i terroristi intorno a noi armati. Stavamo ansimando nel respirare”.
Siegel ha anche raccontato: “Ho assistito ad una giovane donna che veniva torturata dai terroristi. Intendo letteralmente, sai, tortura, non solo in senso figurato”, ha detto. “Mi hanno fatto guardare. Ho visto aggressioni sessuali sulle donne in ostaggio”. Ha anche descritto le condizioni della prigionia:
I terroristi sono diventati molto cattivi, molto crudeli e violenti. Mi picchiavano e mi facevano morire di fame. Penso che mi facessero fare la fame apposta, e spesso mangiavano davanti a me e non mi offrivano cibo. Mi lasciavano fare una doccia una volta al mese. Era come mezzo secchio d’acqua con una tazza da versare sul nostro corpo, acqua fredda. […] Sentivo di dipendere completamente dai terroristi, che la mia vita faceva affidamento su di loro, se mi avrebbero dato da mangiare, portato acqua, protetto dalla folla che voleva linciarmi. Sono stato lasciato solo più volte ed ero molto, molto spaventato dal fatto che forse non sarebbero tornati più e sarei rimasto lì. E allora cos’avrei fatto?
Siegel ha descritto il rilascio della moglie nel primo accordo sugli ostaggi nel novembre 2023. “Dovevamo salutarci. Ero sollevato e speravo che stesse davvero tornando a casa. Ma quando ho visto il suo rilascio in tv, la folla lì urlava e urlava in un modo molto ostile. Non ero sicuro che Aviva fosse tornata a casa viva. Era molto stressante”. Nell’intervista, Aviva ha chiesto un accordo per riportare indietro gli ostaggi rimasti: “Serve un accordo che li riporti indietro, e ponga fine a tutta questa faccenda”.
Siegel ha anche descritto la “cerimonia di rilascio” organizzata da Hamas per lui, Bibas e l’ostaggio Ofer Calderon. “Mi hanno detto in anticipo di salire sul palco, salutare la folla e dire ‘grazie’. Grazie ad Hamas. Ho salutato. Ho salutato la folla. Non ho detto grazie. Mi sentivo ansioso che qualcosa potesse andare storto e che in realtà non sarei stato liberato”.
Metodi per sopravvivere
L’ex ostaggio Tal Shoham, tenuto prigioniero assieme a Guy Gilboa-Dalal ed Evyatar David, ha parlato con le loro famiglie della prigionia. Descrivendo le condizioni in cui aveva visto Gilboa-Dalal, ha detto:
Un attimo prima sta festeggiando al Nova (il festival musicale, ndr), e in un secondo momento è nel posto peggiore del mondo. E credo che gli ci siano voluti cinque o sei giorni per smettere di piangere, per iniziare a rendersi conto che questa è la realtà adesso.
Shoham ha detto che venivano tenuti in uno stretto tunnel, picchiati quotidianamente e ricevevano da mangiare solo piccole porzioni di pita, riso e acqua. “A volte l’acqua sa di sangue, a volte di ferro. A volte era così salata che non potevi berla, ma non hai nient’altro. Non hai bisogno di troppo per rimanere in vita. Puoi mangiare solo un pezzo di pane al giorno e, se ne hai, 200 millilitri di acqua ogni giorno per rimanere in vita”.
Shoham ha ricordato che la loro guardia principale ha detto loro: “Posso portarvi questo tipo di quantità di cibo e sopravviverete, e vi manterrete così per cinque anni. E non morirai ma vivrai, tipo, il momento peggiore”. Hanno anche scoperto che una delle guardie si è divertita nel farsi fare i massaggi alla schiena. “Abbiamo fatto un accordo: lui riceveva un massaggio da noi ogni giorno, e in cambio, ci avrebbe portato del cibo extra. Cibo diverso: una lattina di carne, una lattina di tonno o sardine”.
Ha descritto la disperazione tra gli ostaggi. “Una delle cose più difficili che ho sentito dire da loro, che mi hanno detto più di una volta era: perché rimanere in vita adesso? Voglio dire, perché non togliersi la vita con le proprie mani e finirla, vorrei liberarmi da tutto questo. Non sono bambini, ma di tanto in tanto mi sentivo un padre con loro. Temo davvero che ora siano soli. E poi li hanno riportati nei tunnel. Quindi tutto questo può essere devastante per loro”.