Esteri

Biden-Xi/2: passeggiata nei boschi, ma si allungano le ombre su Taiwan

Comunicazioni militari ripristinate, da verificare l’intesa sul Fentanyl, improbabile pressing di Pechino su Russia e Iran e che Usa allentino guerra tecnologica

Biden Xi Jinping San Francisco

Si sono visti per una passeggiata nei boschi californiani il presidente americano Joe Biden e del presidente cinese Xi Jinping. Una giornata di incontri nell’eco sia dell’attacco terroristico contro Israele sia dell’aggressione russa all’Ucraina. Bisogna subito sottolineare che questa giornata potrebbe in futuro essere ricordata come uno dei momenti più rilevanti di quella che il presidente Xi giustamente definisce la “relazione bilaterale più importante del mondo”.

Le cose sono diventate piuttosto difficili tra le parti ultimamente. Gli Usa non vorrebbero un contrasto totale e ritengono che i due Paesi abbiano bisogno l’uno dell’altro se vogliono sopravvivere politicamente. Soprattutto Biden, oggi, ha bisogno di credibilità ad un anno dalle elezioni. Per Xi vale l’affermazione che sulla terra c’è spazio per entrambi i Paesi. Forse una minaccia di “spartizione” per il resto del mondo?

Lo stesso Biden ha infatti affermato che l’incontro includeva “alcune delle discussioni più costruttive e produttive che i due Paesi abbiamo avuto” e porterà a un dialogo più forte tra i due leader, ma tra meno di un anno ci sono le presidenziali americane…

Le comunicazioni militari

Bisogna anche ricordare che la Cina Popolare ha interrotto i contatti militari con gli Usa dopo che l’allora Speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi ha visitato Taiwan nell’agosto 2022.

In merito, i due leader hanno raggiunto un accordo per riprendere le comunicazioni militari. Ciò significa che il segretario alla difesa Lloyd Austin parlerà con il suo omologo cinese (una volta nominato) e incontri simili avranno luogo lungo tutta la catena di comando delle forze armate.

Il funzionario ha affermato che Biden è stato “molto chiaro” con Xi sul fatto che tali comunicazioni tra Stati Uniti e Cina Popolare dovrebbero essere istituzionalizzate e che “non sono fatte come un regalo o come un favore per entrambe le parti”.

Il nodo Taiwan

Biden e Xi hanno avuto una discussione chiarificatrice delle rispettive posizioni sulla Repubblica di Cina-Taiwan, l’argomento più delicato e conflittuale nelle relazioni tra i due Stati, quello con le maggiori possibilità di degenerare in una guerra aperta.

Biden ha ribadito di condividere la politica “Una Cina” e la sua convinzione che qualsiasi risoluzione debba essere pacifica. “Non cambierò la situazione”, ha detto Biden. Inoltre, ha aggiunto, gli Usa si aspettano che il governo cinese non interferisca nelle elezioni a Taiwan del 2024. Da parte sua, la Cina Popolare ha chiesto agli Usa di smettere di armare Taiwan e di sostenere la “riunificazione” pacifica della Cina. Dopo quello che Pechino ha ordinato e imposto agli uiguri, o a Hong Kong, questo parrebbe comunque improbabile.

Intesa sul Fentanyl

Biden e Xi hanno concordato che la Cina limiterà l’esportazione di prodotti legati alla produzione dell’oppioide Fentanyl, una delle principali cause di morte per overdose negli Stati Uniti. “Salverà vite umane”, ha detto Biden, aggiungendo di apprezzare “l’impegno” di Xi sulla questione.

Secondo l’accordo, la Cina Popolare perseguirà direttamente specifiche aziende chimiche che producono precursori del Fentanyl. Secondo fonti Usa ci sarebbe da fidarsi, ma pare necessario verificare le azioni cinesi sul farmaco. Credere pure a questo da parte di Pechino è un grande sforzo di ottimismo.

Iran e Russia

Nella sessione privata, Biden ha fatto appello a Xi affinché spenda la sua influenza per cercare di calmare le tensioni globali, in particolare esercitare pressioni sull’Iran perché non allarghi il conflitto tra Israele e Hamas. Certamente Pechino potrebbe usare la sua influenza per facilitare la liberazione dei “prigionieri di guerra” rapiti dai terroristi, ma questa pare una pura speranza.

Un funzionario americano ha riferito che Biden ha parlato per la maggior parte del tempo su tale questione, e che Xi ha per lo più ascoltato, ma che è troppo presto per dire che tipo di messaggio la Cina Popolare sta inviando a Teheran e come viene ricevuto. Biden avrebbe anche chiesto a Xi di continuare a negare il sostegno militare all’invasione russa dell’Ucraina. Anche questo appare molto difficile.

La guerra tecnologica

Secondo la descrizione dell’incontro fatta da Pechino, Xi avrebbe chiesto a Biden di revocare le sanzioni e modificare le politiche di controllo delle esportazioni di apparecchiature sensibili. Pechino sostiene che soffocare il progresso tecnologico della Cina Popolare non è altro che una mossa per contenere lo sviluppo di alta qualità del Paese e privare il popolo cinese del suo diritto allo sviluppo.

Non vi è alcuna indicazione che Biden accetterà di intraprendere tali passi, ma anche solamente il fatto di averne parlato durante il confronto stesso potrebbe tranquillizzare Pechino, dove ci sono stati segnali di diminuzione degli investimenti esteri.

Xi dittatore

Biden ha anche affermato di non aver cambiato idea sul leader cinese: “è un dittatore”. Questo sul piano della comunicazione e della diplomazia ha dell’incredibile, soprattutto se si considera che l’incontro era appena finito. Non vi è stata alcuna reazione immediata da parte della delegazione cinese ma va ricordata un’uscita simile di Biden a giugno, quando Pechino aveva definito le osservazioni assurde e provocatorie.

Comunque, in conclusione, il problema principale rimane la democratica Repubblica di Cina-Taiwan. L’ossessione, se cosi si può definire, del Comitato centrale del Partito comunista cinese e del suo leader è vedere Taipei “sottomessa”. Sia Biden che Xi sanno che ci potrebbe essere, su questo specifico argomento, una notevole differenza di approccio con il presidente Trump se dovesse essere eletto nuovamente. Mai dire mai…

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