Esteri

Controffensiva ucraina? Il conflitto durerà, prematuro parlare di diplomazia

Intervista ad Andrea Carteny: ad oggi, nessuna delle due fazioni ha raggiunto risultati militari che permettano di intavolare reali trattative diplomatiche

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La crisi di governo italiana vista dall’estero, il ruolo della disinformatia russa nella prossima campagna elettorale e l’andamento del conflitto in Ucraina sono tra gli argomenti trattati con Atlantico Quotidiano da Andrea Carteny, professore di storia delle relazioni Internazionali all’Università “La Sapienza” di Roma.

L’instabilità delle democrazie

TOMMASO ALESSANDRO DE FILIPPO: Professor Carteny, vogliamo iniziare da una panoramica sulla attuale stabilità, o instabilità politica dei Paesi occidentali. Anche l’Italia vive un momento complesso, a causa della caduta dell’Esecutivo guidato da Mario Draghi. Che impatto avrà a suo avviso a livello internazionale?

ANDREA CARTENY: Esaminerei in primis le caratteristiche politiche dei Paesi occidentali. Trattasi di democrazie rappresentative, che vivono momenti di conferma o cambio di legittimità al governo.

Queste problematiche, in situazioni critiche come l’attuale, impattano sulla stabilità del fronte occidentale tutto, perché altri stati come la Russia colgono l’occasione per incrementare la propria pressione autoritaria e possono giovarsi di modelli differenti di gestione del potere, che non necessitano di diretta approvazione popolare.

Ad esempio, in Italia le differenti posizioni interne ai partiti sulla strategia di risposta alla guerra in Ucraina hanno contribuito al logoramento della maggioranza di governo e la sua caduta.

Rischio influenza russa sul voto

TADF: In vista della campagna elettorale ritiene possano verificarsi dei tentativi di influenzare il dibattito tra i partiti e l’esito del voto da parte della Russia?

AC: Potrebbe verificarsi il fenomeno della “strategia della tensione”. Non possiamo dire per certo che ci siano dei finanziamenti da parte del Cremlino a dei partiti italiani, ma è chiaro che siano presenti delle sintonie politiche con alcuni di essi.

Questa sintonia sarà utilizzata per promuovere fake news (di cui ci si accorgerà solo in futuro) e chiavi di lettura politica e sociale utili ai promotori della propaganda stessa. Ritengo che la democrazia dell’attuale secolo debba valutare ciò come qualcosa di connaturato.

Si tratta di un potere sottile capace di energizzare determinate fazioni politiche in momenti chiave per la stabilità ed il futuro del Paese. Grazie alle nuove tecnologie ciò può avvenire anche in maniera sistemica.

TADF: Nel caso in cui alle urne dovesse verificarsi un successo di forze politiche ambigue rispetto alla collocazione dell’Italia in politica estera, ciò potrebbe condizionare almeno in parte la formazione del nuovo governo?

AC: L’approccio verso la Russia sarà parte del contenuto del dibattito elettorale, dato che abbiamo delle posizioni differenti tra le singole forze politiche. Pertanto, la nascita e la formazione del prossimo governo potrebbe essere influenzata a seconda dell’ascesa delle singole forze che si presenteranno alle elezioni.

L’Italia è tenuta d’occhio sul piano internazionale perché si ritiene che qui ci sia un sentimento popolare ampio che nutra simpatia verso nazioni “nemiche” come la Russia. Questo ovviamente influirà sul futuro politico e sulla nascita dei prossimi esecutivi.

Un conflitto prolungato

TADF: Ritiene che l’Ucraina possa riuscire a conquistare nuovamente i territori occupati dai russi in questi mesi di guerra? Se sì, è necessario maggiore supporto da parte dell’Occidente?

AC: La larga parte dei Paesi occidentali sostiene la linea dell’integrità territoriale ucraina, nonostante ciò comporti una prospettiva di conflitto a lungo termine e la necessità di maggiore supporto da parte degli Stati euro-atlantici nella consegna di armamenti.

Il governo Zelensky ha assunto questa posizione dall’inizio della guerra ed una modifica dei propri obiettivi ne comporterebbe una perdita di credibilità. Tuttavia, anche da parte russa c’è intenzione a non mollare la presa e proseguire nel perseguimento dei propri obiettivi, come dichiarato da Lavrov che ha spiegato come Mosca non intenda accontentarsi del Donbass.

Ad oggi, nessuna delle due fazioni ha raggiunto risultati militari che permettano di intavolare delle reali trattative diplomatiche: Kiev può provare a riconquistare le zone perse e Mosca ha raggiunto solo una parte degli obiettivi prefissati all’inizio del conflitto. Ritengo che nei prossimi mesi si proseguirà con questo tipo di conflitto e sia ancora prematuro parlare di risoluzione diplomatica della guerra.

Svezia e Finlandia nella Nato

TADF: Ha spesso trattato il tema dell’allargamento della Nato e dei rapporti tra Russia e Paesi baltici. Che valutazione può esprimerci in merito?

AC: L’allargamento della Nato a Svezia e Finlandia determina un punto d’avanzamento importante sul piano della sicurezza internazionale per l’Alleanza atlantica. È stata mantenuta la legittimità dell’allargamento da parte della Nato perché si è proceduto con cautela nell’inclusione delle nazioni, che hanno spontaneamente fatto richiesta.

Ciò nonostante, la Russia ha parlato di ripercussioni e dato vita a minacce verso l’Alleanza e le stesse Svezia e Finlandia. Mosca ha invaso l’Ucraina, a proprio dire, per evitare entrasse a far parte della Nato e si è ritrovata altri Stati che hanno abbandonato la neutralità e sono di fatto entrati nell’Alleanza atlantica. Questo è il dato più importante da considerare anche sul piano delle opinioni pubbliche.

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