Esteri

Cortocircuito Italia: embargo sulle armi a Israele e accordo con il Qatar

Bussola morale impazzita: niente armi a Israele che combatte il terrorismo di Hamas e Hezbollah; cooperazione militare con il Qatar che finanzia gli estremisti e destabilizza la regione

Meloni Al Thani (Chigi)

In settimana, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricevuto a Roma l’Emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, stipulando con Doha una gamma di accordi di cooperazione economica e militare.

Già di suo, la recente decisione del governo italiano di sospendere la fornitura di armi a Israele rappresenta un grave errore strategico, con ripercussioni negative sulla credibilità internazionale. Mentre Israele si trova impegnato in una lotta costante per la propria sicurezza contro gruppi terroristici come Hamas e Hezbollah, l’Italia ha scelto di adottare una posizione ambigua e in contrasto con gli interessi di lungo termine dell’Occidente in Medio Oriente.

Ma ora, parallelamente a questa decisione, l’Italia ha intensificato i rapporti commerciali e militari con il Qatar, un Paese che da anni finanzia attivamente organizzazioni terroristiche, inclusa Hamas. Questa evidente discrepanza tra l’atteggiamento verso Israele, una democrazia stabile e affidabile, e il Qatar, un regime che fomenta l’instabilità nella regione, pone seri interrogativi sulla coerenza e sull’efficacia della politica estera italiana.

Il contesto dell’embargo

Israele è uno Stato che si trova a dover fronteggiare minacce esistenziali provenienti da attori non statali, come Hamas e Hezbollah, che non nascondono il loro obiettivo di distruggere lo Stato ebraico. In questo quadro, la capacità di difendersi è fondamentale. L’imposizione di un embargo sulla fornitura di armi indebolisce la capacità di Israele di proteggere i propri cittadini, e di fatto non contribuisce in alcun modo a promuovere la pace.

L’embargo viene giustificato con la necessità di evitare che le armi italiane possano essere utilizzate in operazioni militari contro i civili palestinesi. Tuttavia, questa motivazione si basa su una lettura parziale e fuorviante del conflitto. Israele conduce operazioni di difesa contro minacce terroristiche che non solo mirano a colpire obiettivi militari, ma che attaccano deliberatamente civili israeliani. Il diritto internazionale riconosce a ogni Stato il diritto di difendersi, e Israele, di fronte a attacchi di razzi e infiltrazioni terroristiche, esercita questo diritto fondamentale.

L’anomalia del Qatar

Il Qatar rappresenta una delle maggiori anomalie nella politica estera italiana in Medio Oriente. Pur essendo uno dei principali sostenitori di Hamas, il Qatar mantiene solidi legami con le nazioni occidentali, compresa l’Italia. Negli ultimi anni, Roma ha rafforzato i rapporti con Doha attraverso accordi economici e militari, culminati nella recente fornitura di elicotteri d’attacco. Questa scelta appare difficile da giustificare alla luce del ruolo destabilizzante che il Qatar gioca nella regione.

Da un lato, il Qatar continua a finanziare gruppi islamisti radicali, tra cui Hamas, che minacciano costantemente la stabilità di Israele e di altri Paesi arabi moderati. Dall’altro, Roma prosegue nella sua politica di cooperazione con Doha, apparentemente ignorando il contributo che questo Paese fornisce all’instabilità in Medio Oriente. Tale comportamento non è solo incoerente, ma rischia di minare la credibilità dell’Italia come attore responsabile sulla scena internazionale.

Conseguenze per la sicurezza occidentale

L’atteggiamento dell’Italia nei confronti di Israele e del Qatar non è privo di conseguenze per la sicurezza dell’intero Occidente. Israele è, di fatto, l’unico baluardo democratico e stabile in una regione costantemente minacciata da movimenti jihadisti e da regimi autoritari. Indebolire Israele con misure come l’embargo sulle armi significa indebolire la capacità di tutta l’alleanza occidentale di proteggere i propri interessi nel Medio Oriente.

Al contrario, rafforzare i legami con il Qatar, un Paese che alimenta l’estremismo, comporta rischi significativi per la stabilità regionale e internazionale. L’espansione dell’influenza di Doha nei teatri di guerra come la Libia e la Siria ha già dimostrato quanto possa essere dannosa la sua agenda politica. Inoltre, l’assistenza finanziaria che il Qatar offre a gruppi come Hamas perpetua un ciclo di violenza che rende impossibile qualsiasi prospettiva di pace duratura nella regione.

La coerenza come principio guida

Il problema fondamentale dell’approccio italiano risiede nell’assenza di coerenza. Israele e il Qatar rappresentano due facce opposte della stessa medaglia: il primo è un alleato affidabile dell’Occidente, il secondo un regime che ha sfruttato la sua ricchezza per guadagnare influenza geopolitica, anche a costo di destabilizzare i suoi vicini. Continuare a sostenere il Qatar, mentre si punisce Israele con misure come l’embargo sulle armi, significa tradire i valori che dovrebbero guidare la politica estera italiana e occidentale: democrazia, stabilità e sicurezza.

In questo senso, è essenziale che l’Italia riveda la propria strategia e adotti una politica estera basata su principi chiari e coerenti. La revoca dell’embargo sulle armi a Israele non dovrebbe essere vista come un atto controproducente per la pace, ma come un necessario riconoscimento del diritto di uno Stato sovrano a difendersi da minacce esistenziali. Allo stesso modo, i rapporti con il Qatar dovrebbero essere rivalutati alla luce del ruolo negativo che questo Paese gioca nella regione.

Visione di lungo termine

La politica estera deve privilegiare alleati stabili e democratici, piuttosto che regimi autoritari o ambigui. La recente decisione di sospendere le esportazioni di armi a Israele e al tempo stesso stabilire una cooperazione militare col Qatar va nella direzione opposta e rischia di alienare un partner chiave non solo per la sicurezza della regione, ma anche per l’intera alleanza occidentale.

L’embargo sulle armi a Israele rappresenta un errore strategico che deve essere corretto al più presto, e i rapporti con il Qatar devono essere riconsiderati in virtù del loro impatto sulla sicurezza regionale. La credibilità internazionale dell’Italia dipende dalla capacità di agire con coerenza e determinazione nelle scelte di politica estera.

Fin dai tempi del Lodo Moro, quando l’Italia concedeva libero transito ai terroristi a patto che non colpissero obiettivi italiani, il Medio Oriente è rimasto il terreno di gioco per l’ambiguità italiana. Oggi, la storia si ripete, ma con un prezzo molto più alto.

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