Esteri

Ecco chi è Trudeau: bacchetta la Meloni, ma a casa sua libertà carta straccia

Caso da manuale di virtue signalling: a telecamere accese fa vedere quanto è moderno, progressista, inclusivo. In Canada un disastro: blocco dei conti ai manifestanti

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È preoccupato Justin Trudeau. Cos’è che tiene sveglio la notte il premier canadese? Cosa c’è di così grave da angosciare il paladino dei diritti più improbabili, noto al pubblico oltreoceano più che altro per le sue scelte discutibili in fatto di calzini e per la pessima figura rimediata dipingendosi di nero la faccia ad una festa?

Povertà e criminalità in Canada

Forse l’inflazione alle stelle, che ha reso impossibile per molti canadesi, specie a Vancouver e Toronto, comprarsi persino un monolocale? Magari la crescente povertà, con file sempre più lunghe alle “food banks”, i cosiddetti banchi alimentari, che a Toronto sono vicine al punto di rottura, visto il numero quadruplicato di affamati rispetto agli anni pre-Covid?

Per caso gli 8.000 morti l’anno per overdose da oppioidi e l’aumento della criminalità, come denunciato da un documentario appena uscito con un titolo che è tutto un programma, “Canada Is Dying” (il Canada sta morendo), e che descrive un aumento di reati violenti cui la polizia non sa rispondere perché i giudici rimettono i criminali in libertà quasi subito?

L’ansia per l’Italia

No, Justin “Capitan Woke” Trudeau, paladino di diritti che ancora non esistono, è preoccupato per l’Italia e per come l’Italia tratta la comunità Lgbtq, quella cui alcuni, trasudando odio transfobico da allarme rosso, si riferiscono come “alphabet people”.

Equivocando forse qualche rapporto dell’Intelligence canadese, deve aver pensato che in Italia siano stati allestiti campi di concentramento in cui vengono internati, gay, lesbiche, e chiunque si senta un tantino confuso sulla biologia di base che spiega cos’è un maschio e cosa una femmina.

Di qui l’ansia, anzi l’angoscia del premier canadese, nei confronti delle politiche italiane in tema di famiglia.

Virtue Signalling

Noi di Atlantico Quotidiano non abbiamo dubbi sulle buone intenzioni di Trudeau, impaziente di dare l’esempio all’Italia.

Solo una persona cattiva e rancorosa potrebbe pensare che in realtà a Trudeau non importi niente di gay e lesbiche, e che si tratti di un caso da manuale di virtue signalling, vale a dire far vedere al mondo, soprattutto a telecamere accese, quanto si è moderni, progressisti, inclusivi e tolleranti.

E se Trudeau non riesce nemmeno a pronunciare correttamente il nome della categoria sempre in cima ai suoi pensieri, come in questo video, sarà senz’altro per via dell’emozione, anzi della commozione, nell’affrontare un argomento di tale portata.

Così come siamo certi che presto il nostro supereroe, con una foglia di acero stilizzata sul petto al posto della “S” di Superman, si recherà presso le ambasciate di Iran ed Arabia Saudita ad Ottawa, per muovere qualche doveroso rimbrotto a Paesi poco noti per le loro politiche gay-friendly ed inclusive.

Il trattamento dei non vaccinati

Resta da chiedersi come sia possibile che tanti canadesi mettano in dubbio la purezza di intenti del primo ministro, a giudicare dagli ultimi sondaggi che parlano di una popolarità in caduta libera.

State pensando che forse i canadesi ricordano ancora gli insulti che Trudeau l’incompreso ha rivolto a chi ha deciso di non farsi vaccinare? O le offese all’indirizzo dei partecipanti alle imponenti proteste del Freedom Convoy dell’anno scorso, poi sedate a colpi di cariche a cavallo da parte della polizia, definiti “minoranza marginale”, “suprematisti”, “misogini”? O i conti correnti bloccati a semplici cittadini colpevoli di aver donato un centinaio di dollari a chi osava protestare?

Magari state pensando che chi ha violato la costituzione di casa propria (quella canadese protegge esplicitamente la libertà di movimento), dovrebbe scusarsi per aver costretto migliaia di persone agli arresti domiciliari dopo essere semplicemente tornate da un viaggio, anziché guardare cosa combinano gli altri a casa loro.

O forse credete che non sia stato in nome della sicurezza di tutti lasciare senza stipendio i dipendenti federali non vaccinati, inclusi quelli che, lavorando da remoto, non mettevano mai piede in ufficio.

Beh, non siate omofobi-bisfobici-transofobi anche voi. Non unitevi alla schiera di chi, mostrando più dimestichezza del premier canadese con l’alfabeto e giocando con le lettere del suo cognome, gli ha affibbiato l’affettuoso nomignolo di Turdeau (con un riferimento fin troppo evidente alla parola inglese turd).

Faccia tosta

Apprezzate invece il volto fotogenico del progressismo mondiale che, dopo aver fatto carta straccia delle libertà a casa sua, si preoccupa di fare la morale ad altri (solo ad alcuni, a dire il vero).

Servono una dose di ipocrisia in formato famiglia ed una faccia tosta di tutto rispetto per riuscirci. Doti che certamente non mancano a Justin Trudeau. E allora dedichiamogli tutti un caloroso applauso, nella speranza riesca a coprire il rumore delle pernacchie.

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