Esteri

Ecco quanto possono costarci gli attacchi Houthi nel Mar Rosso

La Un rapporto della Banca Mondiale fa luce sulle potenziali perdite che l’Egitto, l’intera regione e il resto del mondo potrebbero subire

crisi Suez

La Banca Mondiale nel recente rapporto Conflict and Debt in the Middle East and North Africa ha svelato dettagli sulle potenziali perdite che l’Egitto, l’intera regione e il resto del mondo potrebbero subire nel corso dell’anno a causa dei continui attacchi portati avanti dagli Houthi che prendono di mira le navi mercantili nello stretto di Bab al-Mandab e nel Mar Rosso.

Gli assalti alle navi dei terroristi yemeniti sostenuti dall’Iran potrebbero allungare ulteriormente i tempi di spedizione e far lievitare i costi per diversi Paesi della regione. Se l’instabilità geopolitica nella regione dovesse aumentare, i mercati petroliferi e dei capitali potrebbero risentirne e gli investitori stranieri potrebbero essere meno disposti a concedere prestiti alla regione.

Le perdite dell’Egitto

Per un’economia di importanza regionale sistemica come quella egiziana, la vulnerabilità alle crisi della bilancia dei pagamenti potrebbe essere aggravata da una riduzione più lunga del previsto del traffico marittimo attraverso il Canale di Suez.

Nel rapporto leggiamo che la diminuzione del traffico nel Canale di Suez fino al 40 per cento nel 2024 potrebbe comportare perdite stimate in 3,5 miliardi di dollari, pari al 10 per cento delle riserve internazionali nette dell’Egitto. Il Canale di Suez è fonte di valuta estera per il Paese, con le sue entrate che hanno raggiunto gli 8,8 miliardi di dollari nell’ultimo anno fiscale, rappresentando il 25 per cento delle riserve internazionali nette.

Gli attacchi degli Houthi intensificati negli ultimi tempi hanno causato una drastica riduzione del traffico nel Canale di Suez, il 42 per cento tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, come riportato dalla Banca Mondiale. Questo calo non solo mina la sicurezza delle rotte commerciali internazionali, ma ha anche un impatto diretto sulle entrate e sull’economia egiziana nel suo complesso e ripercussioni sull’economia dell’intera regione.

Aumento dei prezzi

Dallo scorso anno, le principali compagnie di navigazione internazionali hanno sospeso le loro operazioni nel Canale di Suez e sono state costrette a dirottare le navi attorno al Capo di Buona Speranza in Africa, aggiungendo dai 7 ai 10 giorni di viaggio. Secondo il rapporto “l’impatto economico del conflitto a Gaza è rimasto relativamente limitato sul resto dei Paesi della regione, ma l’incertezza è aumentata”, rilevando che le interruzioni a lungo termine del traffico attraverso il Canale di Suez “potrebbe aumentare i prezzi dei beni di prima necessità a livello regionale e globale”.

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