Esteri

Europa campo di battaglia per Teheran: reclutati anche criminali comuni

Svelato in Francia un nuovo piano di attentati terroristici in Europa contro ebrei, israeliani e dissidenti. Reti criminali utilizzate per reclutare killer

Alì Khamenei (BBC)

La scorsa settimana un’inchiesta del sito francese Mediapart ha svelato un nuovo piano di attentati in Europa, orchestrato da cellule terroristiche legate all’Iran. La polizia francese ha arrestato una coppia accusata di preparare attacchi contro cittadini europei ebrei e/o con cittadinanza israeliana in Francia e Germania, con il supporto di reti criminali connesse a Teheran.

Il caso, noto come “Marco Polo”, è stato documentato dalla Direzione generale della sicurezza interna (DGSI), che ha segnalato come tali attentati farebbero parte di una strategia iraniana di omicidi mirati, intensificata dal 2015 e aggravata ulteriormente dal conflitto attuale tra Israele e Hamas.

Ad inizio maggio, Abdelkrim S. e Sabrina B. sono stati incriminati a Parigi per il loro presunto coinvolgimento in piani di attacchi sponsorizzati dall’Iran contro obiettivi ebraici e israeliani in Francia e Germania. Il loro legame con l’Iran si sarebbe concretizzato tramite reti criminali, in particolare trafficanti di droga, utilizzate per reclutare killer. L’obiettivo era colpire civili per aumentare il senso di insicurezza tra gli oppositori del regime iraniano e nella comunità ebraica e israeliana.

Abdelkrim S., trentenne franco algerino, già noto per precedenti penali, avrebbe ricoperto un ruolo chiave nella cellula, che progettava anche attentati contro aziende di proprietà israeliana nel sud della Francia. Tra gli obiettivi del gruppo figuravano ex dipendenti di una società di sicurezza israeliana e cittadini israelo-tedeschi. L’Europa è un campo di battaglia per Teheran.

Il precedente

Già nel 2018, il diplomatico iraniano Assadollah Asadi venne arrestato mentre pianificava un attentato contro un convegno di dissidenti iraniani in Francia, al quale partecipavano personalità come Rudy Giuliani, ex sindaco di New York, stretto amico di Trump che dava filo da torcere ai mullah (in quella sala c’era anche l’allora ministro degli affari esteri Giulio Terzi).

L’arresto di Asadi, il primo diplomatico processato in Europa per attività terroristiche, ha rappresentato una chiara dimostrazione dell’impegno dell’Iran nel perpetrare il terrore globale. Questo avveniva proprio mentre i leader europei cercavano di riaprire il dialogo sul nucleare iraniano, sottolineando una pericolosa cecità di fronte alla realtà delle operazioni del regime degli ayatollah. Ad oggi, se ne sta tranquillo a Teheran, nonostante un tribunale belga lo avesse condannato alla pena massima di 20 anni. Ma questa è un’altra storia.

Torniamo in Europa. Anche la Svezia ha recentemente denunciato la presenza di reti criminali utilizzate dall’Iran per colpire dissidenti e interessi israeliani. Nel 2023, la violenza delle gang in Svezia ha raggiunto livelli allarmanti, con un tasso di omicidi da armi da fuoco ben superiore alla media europea, favorendo l’infiltrazione di attività terroristiche iraniane nel Paese.

La miopia europea

Nonostante tutto ciò, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, ha distolto l’attenzione dalle minacce reali proponendo pochi giorni fa sanzioni contro due ministri israeliani -senza specificarne i nomi – accusati di “messaggi di odio” contro i palestinesi. In un momento in cui l’Iran espande le sue operazioni terroristiche in Europa, la proposta di Borrell appare non solo fuori luogo, ma pericolosamente miope.

L’Europa deve prendere coscienza che l’Iran non è solo una minaccia per Israele, ma anche per la sua stessa sicurezza. L’arresto di Asadi nel 2018, così come i recenti sviluppi in Francia e Svezia, dimostrano chiaramente l’intensificazione delle operazioni clandestine iraniane sul suolo europeo.

Continuare a ignorare questa minaccia, concentrandosi su sanzioni contro Israele, rappresenta un doppiopesismo allarmante che mette a rischio la sicurezza dell’intero continente. Di fronte a un Iran che recluta criminali per portare avanti attentati in Europa, il tempo delle esitazioni è finito. L’Unione europea, invece di indebolire Israele con misure punitive ingiustificate, dovrebbe concentrare le sue energie sulla minaccia reale e crescente del terrorismo di Stato iraniano.

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