Molte persone hanno liquidato l’affermazione di Donald Trump secondo cui potrebbe porre fine alla guerra russo-ucraina in 24 ore. Trump è stato vago sui dettagli, e quasi sicuramente ha esagerato sui tempi, sua caratteristica dato che è un venditore, anche se mantiene spesso le sue promesse.
Le opposte propagande
Trump non crede alla propaganda anti-Putin secondo cui il leader russo starebbe cercando di conquistare l’Europa o il mondo. Questo è il ritornello che viene sbandierato per giustificare l’entrata in un conflitto armato (in questo caso, Paesi europei contro la Russia).
Certo, Putin ha una mentalità da “Sudeti”, ha lamentato il trattamento nei confronti dei russi che vivono all’estero in Paesi “ostili”. Vorrebbe vedere la Bielorussia e l’Ucraina riassorbite nella Madre Russia. Appena prima di invadere l’Ucraina, ha tenuto una sconclusionata conferenza “storica” sul perché nella sua mente l’Ucraina è uno stato creato artificialmente che non dovrebbe esistere.
Tuttavia, entrambi i Paesi hanno chiarito che ciò non accadrà. Putin si è addirittura illuso che gli ucraini avrebbero accolto i russi a braccia aperte. Ormai ha voltato pagina da quel sogno. Dopotutto è un realista (per prima cosa, la mancanza di sostegno cinese gli ha aperto gli occhi).
C’è stata molta propaganda da entrambe le parti (o per procura) secondo cui una parte o l’altra stesse esaurendo forze di combattimento e giocando per guadagnare tempo: che l’Europa e l’America si sarebbero stancate di sostenere l’Ucraina e si sarebbero fatte distrarre dal prossimo oggetto luccicante o, al contrario, che Putin stava per essere rovesciato a causa del tritacarne che la guerra è diventata o che il suo intero esercito stava per disertare.
Inoltre, la propaganda pro-Russia si è concentrata all’interno dell’America nel sottolineare la corruzione in Ucraina (qualcosa che Zelensky stava tentando di sradicare) e i presunti nazisti nel Paese e nelle forze armate. La propaganda nell’Europa orientale si è concentrata anche sulla presunta persecuzione delle enclave rumene e polacche in Ucraina da parte degli ucraini.
Il piano Trump
L’accordo che Trump probabilmente proporrà sarà logico e permetterà ad entrambe le parti di rivendicare la vittoria, salvando così la faccia. In primo luogo, un cessate il fuoco mentre si svolgono i negoziati.
In secondo luogo, Trump chiederebbe che entrambe le parti ritornino ai loro confini originali. Se la Russia non fosse d’accordo, l’America potrebbe togliersi il guinzaglio e le truppe europee potrebbero partecipare alla guerra, strettamente all’interno dell’Ucraina, a partire dalla primavera.
Poiché la Russia ha reclutato truppe da altri Paesi per dare una mano nella guerra (Corea del Nord, Cuba, ecc.), Trump farebbe notare che ciò che è bene per l’uno è bene anche per l’altro. Putin sa bene che se le sue truppe non hanno ancora sconfitto gli ucraini, non potrebbero certamente resistere alle forze congiunte europee. Lo stesso vale per una minaccia nucleare, una minaccia vuota che viene sollevata ogni due settimane. Se la Russia non riesce a sconfiggere l’Ucraina, cosa fa pensare che possa sconfiggere il resto dell’Europa messa insieme?
In terzo luogo, anche se gli ucraini chiederebbero legittimamente che i bambini ucraini rapiti e i prigionieri di guerra vengano scambiati, non potrebbero avanzare altre richieste (come risarcimenti per gli ingenti danni). La Russia, a sua volta, potrebbe addirittura pretendere spudoratamente un risarcimento per i carri armati distrutti dall’Ucraina.
Indipendenza ucraina
In quarto luogo, e questa è la chiave, l’Ucraina non potrebbe aderire alla Nato, né all’Ue, ma rimarrebbe uno stato cuscinetto. Ciò verrebbe garantito da un trattato formale invece che dalle presunte assicurazioni verbali date alla Russia che la Nato non si sarebbe espansa verso est.
Questo trattato includerebbe anche la garanzia dell’indipendenza ucraina. Il trucco di stazionare forze Nato, compresi i missili, in Ucraina senza aderire formalmente alle organizzazioni costituirebbe un’ovvia violazione del trattato. Una clausola del trattato affermerebbe apertamente che qualsiasi violazione del trattato comporterebbe un conflitto non nucleare.
Pertanto, l’Ucraina potrebbe vantarsi di aver mantenuto la propria indipendenza, di aver respinto il potente esercito russo, anche se rimpiangerebbe di non essere membro dell’Ue o della Nato. D’altro canto, la Russia potrebbe vantarsi di aver dato una lezione all’Ucraina e di aver raggiunto l’obiettivo originario di arrestare l’espansione della Nato. Altrettanto importante per la Russia è che cesserebbe di essere un paria politicamente ed economicamente.
Si spera che ciò porti anche alla fine del tiro alla fune segreto, vecchio di vent’anni, condotto internamente per delega dell’Ue e della Russia affinché il Paese si unisca a una parte o all’altra.
La Russia farà del suo meglio per mantenere il Donbass e la Crimea per una ragione estremamente importante. Quelle regioni sono ricche di gas naturale e il gas è un’arma potente nell’obiettivo della Russia di distruggere l’unità dell’Europa. Se anche l’Ucraina acquisisse quei giacimenti di gas, andrebbe persa una potenziale arma, per non parlare del reddito che ne deriverebbe. Vedremo cosa succederà.