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Gli attentati a Trump già spariti e il dibattito presidenziale truccato

Una fonte interna alla ABC rivela: domande e fact-checking concordati con la Campagna Harris. E Hillary invoca sanzioni contro chi diffonde “disinformazione”

Trump Harris dibattito Abc (Nbc)

Se il primo e più “spettacolare” (perché ripreso in video) attentato a Donald Trump, durante un comizio a Butler, Pennsylvania, è stato mediaticamente sepolto in un paio di settimane con la decisiva complicità dei media di sinistra, soverchianti, questo secondo tentativo di assassinare l’ex presidente, che ancora qualcuno ha qualificato come presunto o ipotetico, non è rimasto su tv e giornali che un paio di giorni.

Il tema del controllo della narrazione continua ad essere centrale. I politici di sinistra e i media tradizionali – sia per partigianeria politica che per sopravvivenza economica – vanno all’attacco delle “fake news” e delle piattaforme social che, come X, non si adeguano alle richieste di censura, quando in gioco semmai c’è il monopolio della disinformazione e della narrazione.

Hillary Clinton lo dice apertamente, in una intervista alla NBC, quando si chiede perché sia “così difficile per la stampa avere una narrazione compatta su quanto sia pericoloso Trump. La maggioranza dei media mainstream non le basta, vorrebbe veder scomparire anche le poche sfumature rimaste. E arriva a invocare incriminazioni penali e sanzioni civili contro gli americani “coinvolti” nella diffusione di “propaganda”: “c’è bisogno di una qualche deterrenza”. Proprio lei, che nel 2016 ha fatto confezionare contro il suo avversario la bufala Russiagate, che per quattro anni ha avvelenato (e ancora oggi avvelena) la politica americana.

Dibattito truccato

La prima a dover essere arrestata sarebbe proprio lei, insieme alla candidata Dem Kamala Harris, per la serie di fake news propagandate durante il dibattito con Trump alla ABC. Pochi giorni fa il nostro articolo sul fact-checking fazioso di ABC News, i cui due moderatori, Linsey Davis e David Muir, hanno sottoposto a verifica “in diretta” sole le affermazioni di Trump, per cinque volte, spesso a sproposito, mentre hanno lasciato che le dichiarazioni palesemente false di Harris rimanessero incontestate.

Qualche esempio? Trump è stato smentito da Muir quando ha detto che i tassi di criminalità sono aumentati drasticamente durante l’amministrazione Biden-Harris. Ma aveva ragione. Secondo i dati del Dipartimento della Giustizia, i crimini violenti sono aumentati del 37 per cento dal 2020 al 2023, lo stupro del 42 per cento, le rapine del 63 per cento e la violenza da parte di stranieri è aumentata del 61 per cento.

Un caso isolato? No. Trump è stato sfottuto per aver detto che Harris ha sostenuto la transizione di genere per le persone prive di documenti. Ma l’ex presidente ricordava bene. Nel 2019, Harris ha dichiarato all’ACLU non solo di aver sostenuto tali operazioni, ma di aver lavorato attivamente affinché almeno una di queste procedure avesse luogo. Quando è stato riportato da Andrew Kaczynski sulla Cnn, la conduttrice Erin Burnett è rimasta sbalordita. Anche il New York Times ha poi ammesso che la “linea di attacco più selvaggia” di Trump era “sostanzialmente vera”.

Poi il tema aborto. Trump ha criticato Harris anche per il suo sostegno a leggi che consentono l’aborto “nel settimo, ottavo o nono mese”, venendo sottoposto nuovamente al fact-checking dei conduttori. In realtà, molti stati, incluso il Minnesota del candidato vicepresidente Tim Walz, non prevedono limiti temporali, tutelando il diritto di una donna di abortire anche al nono mese. Gli aborti a termine sono rari, ma si verificano. Il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie ha stimato che nel 2019 circa 4.882 aborti sono stati eseguiti oltre le 21 settimane.

Le ammissioni

Dunque, l’ABC ha diffuso informazioni false e fuorviato gli spettatori con il pretesto del fact-checking.

Ora sappiamo che non si è trattato di un caso. Una fonte interna al network ha firmato una dichiarazione giurata, inviata anche allo Speaker della Camera Mike Johnson, in cui afferma di essere in possesso di registrazioni che dimostrerebbero come il dibattito presidenziale sia stato di fatto truccato da ABC News. La Campagna Harris avrebbe imposto restrizioni sui temi delle domande (nessuna domanda sulla sua percezione della salute di Biden, per esempio) e insistito affinché durante il dibattito venisse effettuato un “fact-checking” in tempo reale solo su Trump.

La conduttrice di ABC News Linsey Davis ha ammesso al Los Angeles Times che il suo fact-checking sull’ex presidente è stato influenzato dal precedente dibattito della Cnn risultato devastante per il presidente Biden, tanto da portare al suo ritiro: “La gente era preoccupata che le affermazioni di Trump potessero semplicemente passare senza venire contestate dal candidato o dai moderatori”, come avvenuto a giugno alla Cnn. Risultato? 5 fact-cheking a 0 contro Trump.

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