Gli studenti russi che hanno osato contestare Putin

Chi è Ivan Aleksandrovic Ilyn, il filosofo russo dalle simpatie naziste a cui Putin vuole intitolare la Scuola politica superiore dell’università Rsuh

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Putin

A dispetto della censura rigidissima che vige nella Federazione Russa, un nutrito gruppo di studenti ha osato contestare la politica culturale di Vladimir Putin. Nello scorso mese di aprile gli iscritti alla Rsuh, la “Università Statale russa delle Scienze umane” di Mosca, hanno pubblicato sulla piattaforma online Change.org una petizione in cui chiedono alle autorità di non intitolare al filosofo Ivan Aleksandrovich Ilyin il nuovo centro di specializzazione della Rsuh intitolato “Scuola politica superiore”.

Mette anche conto notare che, a dirigere tale centro, è stato chiamato l’ideologo ultranazionalista Aleksandr Dugin, teorico della “Eurasia” e del “Russky Mir” (“Il mondo russo”), concetti entrambi cari allo zar moscovita.

Chi è Ivan Aleksandrovic Ilyn

Ma chi è Ivan Aleksandrovic Ilyn? Nato a Mosca nel 1883 e morto in Svizzera, a Zurigo, nel 1954, fu un pensatore anticomunista e antisovietico. Nel corso della guerra civile, Ilyin fu un fervente sostenitore dell’Armata Bianca che combatté aspramente contro i bolscevichi, venendo alla fine sconfitta dall’Armata Rossa comandata da Lev Trotsky. Ilyin nel 1922 fu espulso dall’Urss dallo stesso Lenin ed emigrò prima in Germania e poi in Svizzera, dove morì.

Esponente della destra hegeliana, Ilyin credeva in una “politica dell’eternità”, vale a dire in uno Stato che coincidesse in toto con i suoi governanti e nel quale ogni tipo di dissenso fosse bandito. Un’esaltazione, insomma, della Russia zarista e profondamente ortodossa. La verità si era a suo parere incarnata nella Russia eterna, e ogni tentativo di sovvertirla costituisce un atto di disobbedienza ai piani divini.

Ovviamente presente anche l’antisemitismo, mentre grande spazio viene riservato alla decadenza morale dell’Occidente, dovuta all’individualismo e al liberalismo, che la Russia deve assolutamente evitare.

L’influenza su Putin

Monarchico e simpatizzante del fascismo, Ilyin scrisse molto. Le sue opere erano proibite nell’Unione Sovietica, anche se continuarono a circolare in forma clandestina. Per capire la loro influenza su Putin, basti dire che il leader del Cremlino ha promosso personalmente il trasferimento della sua salma dalla Svizzera in territorio russo, partecipando anche alla consacrazione della sua nuova tomba a Mosca nel 2005.

Chi si sforza di comprendere le motivazioni che hanno spinto Putin a invadere e devastare l’Ucraina incontra grandi difficoltà. Senza dubbio svolge un ruolo la nostalgia per l’Unione Sovietica. Non intesa, però, quale patria del “socialismo reale”, bensì come grande potenza militare in grado di imporre lo spirito e lo stile di vita russi alle nazioni confinanti e sottomesse.

Per il nuovo zar, Russia, Bielorussia e Ucraina formano un blocco unico nel quale lo spirito della “Russia eterna” si esprime al meglio, contrastando i valori borghesi e decadenti dell’Occidente. Sintonia totale, quindi, con la politica di Putin, anche se Ilyin simpatizzava con solo con il fascismo, ma anche con il nazismo hitleriano. Il problema è che uno dei motivi principali (almeno in teoria) della “operazione militare speciale” è quello di “denazificare” l’Ucraina, ed è quanto meno strano che Putin si ispiri proprio a un personaggio come Ilyin.

La protesta degli studenti

Gli studenti della Rsuh lo hanno notato, scrivendo nella loro petizione di “essere sinceramente indignati per la creazione di un centro educativo e scientifico intitolato al filosofo di estrema destra Ivan Ilyn. Nel XX secolo egli fu attivamente connivente con le attività del regime fascista tedesco, giustificò i crimini di Hitler e scrisse sulla necessità del fascismo russo”.

La petizione ha raccolto un gran numero di firme e l’appoggio di pochissimi deputati della Duma. Tuttavia, com’era facile prevedere, le autorità accademiche – e lo stesso Putin – non hanno risposto, limitandosi a confermare l’intitolazione del centro a Ilyin e la nomina di Dugin quale suo direttore.

A Putin la filosofia interessa ben poco, tranne quando gli serve per implementare la sua politica imperiale e a diffondere tra le masse i miti che giustificano le sue azioni. Forte anche dell’appoggio del capo della Chiesa ortodossa russa, Kirill I, il quale ha dichiarato che quella che si sta combattendo in Ucraina è una vera e propria “guerra santa”.

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