Mi trovo a scrivere per la prima volta un articolo in prima persona. Amo parlare delle mie opinioni, e come ben sa chi mi conosce, difenderle in modo appassionato, spesso conflittuale o magari pure aggressivo e arrogante. Non amo parlare dei miei sentimenti: quelli sono cosa privata che spesso non rivelo nemmeno a chi mi è più caro.
L’orrore
Questa volta no, questa volta non posso tacere. Ho bisogno di condividere con gli altri il senso di orrore che ho provato, come tutti quelli con un briciolo di umanità, per quanto avvenuto in Israele.
Forse è qualcosa di catartico, come il bisogno di liberarsi di tossine assorbite non dal corpo ma dall’anima, o forse il semplice bisogno di mettere lo sgomento in comune con gli altri, per sentirsi un po’ meno soli di fronte all’indicibile.
Le immagini di persone crivellate di proiettili, di famiglie sterminate, di persone inseguite per strada o uccise casa per casa per il solo fatto di essere ebree, ha demolito la mia fiducia nella razza umana. Il nazismo l’ho studiato sui libri di scuola; non l’avevo mai visto all’opera nella culla dell’ebraismo, quella terra che è tutt’uno con un popolo, la sua identità, la sua storia.
Concetti forse difficili da comprendere per noi occidentali materialisti, troppo spesso intenti a sputare sulla nostra stessa storia, troppo presi dall’odio per noi stessi che trasfiguriamo in un politicamente corretto nauseante e lava-coscienze.
Quando ho cominciato a ricevere notizie su Telegram dal canale dell’ottimo e ben informato analista politico Lion Udler [1] ho capito subito come fosse successo qualcosa di spaventoso, e non il “solito attentato”.
Il crimine orribile commesso contro il popolo d’Israele sembrava, almeno in un primo momento, aver smosso anche le coscienze più critiche nei confronti dello Stato ebraico: la condanna onesta e senza esitazione del massacro da parte di Laura Boldrini [2] andava di pari passo con quella di un Gad Lerner finalmente in grado di cogliere il punto ed ammettere che tanta violenza non può essere giustificata dal comportamento delle truppe israeliane, passato o presente [3].
In fin dei conti, se non ci si mette d’accordo nemmeno sull’orrore, allora c’è un problema di umanità, o meglio, di disumanizzazione dell’altro. Un po’ come i nazisti, che consideravano gli ebrei insetti da schiacciare.
Lo storico
Un rapido giro su X (l’ex Twitter) ha però oscurato nuovamente quel barlume di fiducia nell’umanità appena riacquisito, con un susseguirsi di bocconi avvelenati.
L’antipasto, in una lunga serie di portate impossibili da digerire, parte con le considerazioni del tutto fantasiose da parte di Andrea Lucidi, che sul social network di Elon Musk si presenta come storico e reporter [4].
Così ferrato in storia, da non sapere che nel 1967, dopo la Guerra dei Sei Giorni, Israele offrì il ritiro da tutti i territori occupati in cambio della pace, ottenendo il famoso triplice rifiuto da Arafat [5].
Anche il fatto che Gaza e Cisgiordania siano state sotto occupazione rispettivamente egiziana e giordana dal 1948 al 1967, pare essere notizia non pervenuta allo storico Andrea Lucidi, che così ben si guarda dal giustificare per quale motivo i palestinesi non abbiano mosso un dito per ben 19 anni.
Vera e propria perla è l’invertire causa ed effetto, attribuendo la strage operata da Hamas all’esasperazione dei palestinesi. Tradotto in parole semplice: quegli ebrei se la sono cercata [6].
Non una considerazione sul fatto che il terrorismo arabo anti-ebraico sia antecedente addirittura la nascita dello Stato di Israele, che la Striscia di Gaza dove Hamas spadroneggia, non sia più occupata da Israele dal 2005, e che Hamas, come da suo statuto, non si batta per la fine dell’occupazione israeliana, ma per la completa distruzione di Israele.
Hamas in fin dei conti non è così cattiva. Porta avanti anche programmi sociali [7]. E per fortuna che qualche anima pia gli fa notare che anche la mafia lo fa.
Il meglio però Lucidi lo tira fuori in qualità di reporter, sostenendo che i giovani palestinesi non possano uscire da Gaza [8], quando invece è noto che migliaia di abitanti di Gaza si recano quotidianamente in Israele muniti di regolare permesso di lavoro [9]. Legittimo a questo punto chiedersi se si tratti di giornalismo o di semplice propaganda.
Il sociologo
Sarebbe pure divertente, se non ci fosse di mezzo tanto sangue, leggere le assurdità del sociologo Alessandro Orsini, secondo cui “un’ampia letteratura scientifica, prodotta dai maggiori studiosi al mondo di relazioni internazionali, e i report dell’Onu, consentono di affermare che il governo Netanyahu è una delle dittature più brutali e razziste del mondo” [10].
Non ho personalmente dubbi che Orsini abbia avuto accesso a questa ampia letteratura, di cui ovviamente non fa alcun esempio, forte della sua ferrea padronanza della lingua inglese e del suo amore per l’aggettivo ampio, di cui fa… ampio uso ed abuso [11].
Il sociologo non va evidentemente d’accordo con la storia e si lascia andare ad una vera e propria farneticazione: “Quando si tratta dell’Ucraina, tutto è molto semplice: c’è un invaso e un invasore. Quando si tratta della Palestina, tutto è talmente complesso che non è più possibile distinguere l’invaso dall’invasore” [12].
Tra i tanti documenti che Orsini deve sicuramente aver consultato in merito all’annoso conflitto arabo-israeliano, manca probabilmente quello relativo alla risoluzione Onu 181 del 1947 che divideva il Mandato di Palestina in uno Stato arabo ed uno ebraico. Risoluzione respinta dagli arabi che invasero l’appena costituito Israele scatenando la I Guerra Arabo-Israeliana.
Il neneista
Può invece essere ascritto alla categoria del neneista Enrico Sola, in arte Suzukimaruti [13]. Il buon Enrico, pur condannando Hamas, proprio non ce la fa a solidarizzare con chi ha subito un nuovo pogrom. E allora né di qua né di là, un colpo né al cerchio né alla botte, quasi a sottintendere che se ci sono gli attentati (sbagliati), è colpa dell’occupazione israeliana (sbagliata).
Sostanzialmente la caccia all’ebreo da inseguire per strada e dentro casa per ucciderlo, decapitare neonati e bruciare vivi bambini, messi sullo stesso piano dei posti di blocco, delle perquisizioni e degli arresti (magari arbitrari). Insomma, così neutrale da fare invidia alla Svizzera.
Ancora una volta, il fatto che Israele in passato abbia offerto territori in cambio di pace e che il terrorismo preceda l’occupazione [14], sono considerazioni che non sfiorano nemmeno la mente di Sola.
Gli antisemiti
Anche Telegram regala un campionario di odio assortito. Su un canale che non citerò per rispetto dell’amministratore, che mai ha preso posizioni antisemite, un certo Daniele, che per tragica ironia della sorte porta un nome di origine ebraica, sostiene: “Non era chiaro che abbiamo problemi con il popolo ebraico? E mica io nello specifico. L’unico popolo che ha bisogno di continua propaganda di sostegno perché ovunque vada riesce a fare danni e rompere i coglioni… se non si fa domanda, a cosa serve entrare nel merito?”.
I complottisti
Un altro utente, con un nome ispirato a Babbo Natale, nel negare il massacro di civili perpetrato da Hamas, così si esprime: “Stanno uccidendo membri delle forze speciali di occupazione e repressione sioniste e coloni che armati e protetti distruggevano case e coltivazioni dei contadini palestinesi. È il Dio ebreo che disse chi è causa del suo male pianga se stesso”.
Anna invece, su X (15), ha saputo da “fonti del Mossad che dell’MI6” che “l’attacco contro Israele da parte di Hamas è stato orchestrato da Benjamin Netanyahu per creare una scusa per il massacro massa del popolo palestinese. Questo vuole essere un sacrificio a Satana destinato a iniziare un Olocausto”. Wow.
I comunisti
Non riesce a fare molto meglio la pagina Facebook di Potere al Popolo. Tra post menzogneri, dove si ripetono le consuete bugie sull’apartheid israeliano (inesistente e la cui idea è stata criticata perfino dal politico sudafricano Kenneth Meshoe [16]), e dove si manipola un elenco di risoluzioni Onu (tralasciandone alcune od omettendo parti di altre, non comode alla loro narrativa) [17], spicca un comunicato [18] in cui non si riesce a trovare neanche col microscopio un accenno, seppur minimo, di condanna della mattanza di ebrei compiuta dai loro idoli combattenti per la libertà.
Niente male, si direbbe, per chi vede fascisti ovunque e poi rifiuta di condannare chi adotta comportamenti nazisti, come la caccia all’ebreo, adducendo come scusa che i palestinesi sono vittime degli israeliani.
Peggio dei nazisti
Niente di nuovo sotto al sole: anche per i nazisti gli ebrei erano una minaccia per la nazione ariana. Con un’aggravante: come fattomi notare da un amico, le SS liquidavano gli ebrei con discrezione, nei campi di concentramento, lontano dagli sguardi dei tedeschi comuni; non li esibivano vivi o morti come macabri trofei tra ali di folla festanti per le strade a sputare sui corpi delle vittime.
Le radici dell’odio
Perché tanto odio contro il popolo ebraico? L’antisemitismo, perché di questo si tratta, inutile girarci attorno, si nutre prima di tutto della menzogna. Ne ho già scritto su Atlantico Quotidiano, proprio per smontare le bufale sugli israeliani nazisti, sul fantasioso apartheid di cui sarebbero vittime gli arabi, sulle terre rubate ai palestinesi, ecc. [19]
C’è però altro, che risale dagli abissi dell’orrore col suo tanfo di morte. Qualcosa di indicibile, puro male che non è possibile spiegare. Non lo è, nella misura in cui la razionalità non può comprenderlo, inquadrarlo, capirlo.
Sputare sui corpi delle vittime, come fatto dai terroristi, inneggiare ai campi di concentramento al grido “gassate gli ebrei” come fatto da alcuni musulmani a Sydney [20] o a Londra [21], quasi ci fosse una partita allo stadio, semplicemente non può essere capito. Di fronte a qualcosa di così grande e orribile mi fermo. Non posso né comprendere, né dare risposte.
Posso però fare una domanda: quando coloro che sostengono di essere rifugiati inneggiano ad Hamas, come accaduto in Grecia [22], lo fanno con l’intenzione di vivere in pace, o di portare con sé in Europa la guerra e l’odio da cui dicono di fuggire?