Esteri

La bella addormentata Europa che pensa ai conti ma snobba la difesa

Mentre le aree di crisi si moltiplicano, spesso a ridosso dei confini europei, le forze armate dei più importanti Paesi membri sembrano fatiscenti

Von der Leyen Michel Borrell Von der Leyen, Michel e Borrell durante il bilaterale con XI Jinping

Quando qualcuno si azzarda a dire che l’Unione europea non funziona è subito costretto a incassare critiche feroci, e gratuite, di anti-europeismo, come se Europa e Ue coincidessero. Magari fosse così, lo vorremmo tutti. E invece tra l’idea che avevano in mente i padri fondatori e il vorace e immenso baraccone burocratico di Bruxelles corre la stessa differenza che c’è fra giorno e notte.

Se poi quel qualcuno fa un passo in più e osa aggiungere che l’Unione europea sa solo “far di conto”, e neppure tanto bene, adottando una visione della realtà e una strategia di tipo puramente ragionieristico, si aprono le cateratte dell’indignazione.

Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo alcuni è sufficiente cedere parte della nostra sovranità. Compiuta tale mossa i problemi si risolverebbero come d’incanto e, finalmente, potremmo avviarci verso quel futuro luminoso auspicato da rampanti commissari baltici che rappresentano nazioni grandi come francobolli.

Minacce esterne crescenti

Si tratta naturalmente di mere fanfaluche, che non meriterebbero attenzione se non fossero il segnale allarmante di una scarsa consapevolezza circa quanto sta avvenendo al di fuori dei confini Ue. Parlo delle sempre più rilevanti minacce militari provenienti da aree molto vicine o addirittura contigue all’Unione.

In altre parole, mentre l’attenzione per i conti è spasmodica, quella per la difesa risulta assai minore. Non parlo solo dell’assenza di una politica della difesa comune, ma pure del fatto che le forze armate dei vari Paesi membri versano in una situazione incresciosa proprio nel momento in cui le minacce armate esterne diventano ogni giorno più concrete.

Forze armate fatiscenti

Le due ex potenze coloniali, Francia e Regno Unito, possono ancora contare su un discreto apparato militare, anche se i tagli di budget stanno coinvolgendo pure Parigi e Londra. In ogni caso gli anglo-francesi non sono in grado di garantire da soli la sicurezza Ue. Anche loro, come gli altri, devono alla fine contare sullo scudo americano.

Si apprende poi, con una certa sorpresa, che perfino la situazione delle forze armate tedesche è tutt’altro che brillante. La Bundeswehr, come hanno rivelato alcune inchieste, non è in grado di adempiere pienamente agli impegni Nato e, a causa dei continui tagli di bilancio, i mezzi a disposizione manifestano un’usura preoccupante.

Di Italia e Spagna meglio non parlare. A Madrid si è deciso di razionalizzare per mantenere operativo “almeno” il 10 per cento delle forze armate, mentre da noi la percentuale del Pil destinata alla difesa aumenta in misura minimale. Si possono infine tralasciare i Paesi minori – anche se non gradiscono essere definiti così – poiché il loro contributo è comunque minimo. Sono più a loro agio, come prima accennavo, quando si parla di conti e di parametri economici da far rispettare.

La stanchezza Usa

Il panorama non sarebbe così tragico se la situazione internazionale fosse relativamente tranquilla e se alla Casa Bianca ci fosse un presidente più deciso. Nell’un caso e nell’altro è esattamente il contrario. Le aree di crisi si moltiplicano e sono spesso a ridosso dei confini Ue. Dal canto loro gli Stati Uniti, e su questo punto Donald Trump ha ragione, si sono stancati di fare da scudo e pretendono che gli alleati spendano in modo adeguato per la loro difesa, senza supporre di poter pensare solo ai bilanci e delegando agli Usa quasi tutte le incombenze militari.

Di un dibattito serio su questi problemi a Bruxelles vi sono solo tracce minime. È davvero così strano denunciare tale fatto e dire che la Ue, se vuole sopravvivere, deve cambiare strategia? Prima la Russia di Putin e l’Iran sembravano estranei all’Unione. Ora i russi imperversano in Ucraina e l’Iran minaccia Israele, alleato chiave della Ue e del mondo occidentale. Quanto tempo ci vorrà ancora prima che Bruxelles finalmente si svegli?