Dopo la prima elezione di Donald Trump nel 2016, parole come “fake news” e “post-verità” si sono imposte sempre di più nel dibattito pubblico. Tuttavia, sebbene sia innegabile che su internet bufale e notizie false circolino spesso incontrollate, è altrettanto vero che queste non appartengono ad una sola area politica, come qualcuno vorrebbe far credere.
Spesso, anche esponenti di un certo peso della sinistra hanno veicolato informazioni false o incomplete. Ciò è particolarmente evidente per quanto riguarda Israele, verso il quale non mancano attacchi basati su ricostruzioni faziose dei fatti.
L’arresto di Ballal
Per fare alcuni esempi avvenuti di recente, basti pensare al caso del regista palestinese Hamdad Ballal, recente vincitore dell’Oscar per il documentario No Other Land. Recentemente, secondo le prime dichiarazioni, Ballan sarebbe stato tirato fuori da un ambulanza e arrestato dall’IDF in Cisgiordania, dopo essere stato preso di mira da dei “coloni” assieme ad altri palestinesi, per essere rilasciato alcune ore dopo.
Per come era stata data la notizia, in un primo momento sembrava che l’IDF avesse arrestato un artista innocente senza motivo. In realtà, secondo un comunicato dell’esercito israeliano, le violenze sarebbero iniziate “dopo che un certo numero di terroristi ha lanciato pietre verso i cittadini israeliani e ha colpito le loro auto”, vicino al villaggio di Masafer Yatta nel sud della Cisgiordania. “In seguito, è scoppiato un violento scontro che ha visto il lancio reciproco di pietre tra palestinesi e israeliani”.
Secondo l’IDF, quando le truppe sono arrivate sulla scena “per fermare gli scontri, un certo numero di terroristi ha iniziato a lanciare pietre contro le forze di sicurezza”. I soldati hanno poi arrestato tre palestinesi, tra cui Ballal, con l’accusa di aver lanciato pietre contro i soldati, così come un israeliano sospettato di aver preso parte alle violenze. Il comunicato aggiunge che un cittadino israeliano rimasto ferito è stato portato via per ricevere cure mediche, mentre nega che qualcuno dei palestinesi sia stato arrestato in ambulanza.
La verità su Masafer Yatta
Spesso, nel riportare questo tipo di notizie, i media e i social tendono a dare spazio unicamente o quasi a testimoni di parte filopalestinesi, cancellando o mettendo in secondo piano la versione israeliana.
Questo si vede anche nel documentario co-diretto dal regista: in No Other Land, si parla del tentativo da parte dell’IDF e dei coloni di sgomberare un villaggio palestinese chiamato Masafer Yatta. Se non ché, come ha spiegato il sito HonestReporting, molte delle case del villaggio sono vuote, e questa espansione è stata pianificata per creare l’illusione di una forte presenza palestinese nella zona e spingere la magistratura israeliana a far smantellare un campo di addestramento israeliano ivi presente dal 1980. Dopo una battaglia legale protrattasi per decenni, nel 2022 la Corte Suprema d’Israele ha dato ragione all’IDF.
Quando si parla di giornalisti e attivisti palestinesi morti a causa dei bombardamenti a Gaza, spesso viene omesso il fatto che gli stessi giornalisti spesso collaboravano con Hamas: dopo che, nel giugno 2024, venne liberata la giovane israeliana Noa Argamani, rapita da Hamas il 7 ottobre, è emerso che il suo carceriere, Abdallah Aljamal, era un giornalista che aveva collaborato con Al Jazeera.