Il modello Youngkin, l’alternativa a Biden nella democratica Virginia

Una “coalizione del buon senso” come argine alla crescente polarizzazione politica, maggiore controllo dei genitori sull’istruzione

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Negli ultimi anni le tensioni insite nella società statunitense sono esplose traducendosi in una crescente polarizzazione politica, che rafforza le preoccupazioni espresse da George Washington durante il suo Farewell’s Address. Tuttavia, in tale tossico contesto un imprenditore prestato alla politica è riuscito a portare avanti un progetto lontano dagli estremismi che ha dato vita ad una vera e propria alternativa al modello rappresentato da Joe Biden in uno Stato precedentemente considerato una roccaforte democratica.

Lo studente modello

Glenn Youngkin nasce il 16 marzo 1967 a Richmond, in Virginia. Da giovane diventa un promettente giocatore di basket durante il suo periodo di studio alla Norfolk Academy. Successivamente frequenta la Rice University di Houston, in Texas, grazie ad una borsa di studio per giocare a basket, dove consegue un Bachelor of Arts in studi manageriali e un Bachelor of Science in ingegneria meccanica.

Dopo due anni di lavoro nel settore bancario, nel 1992 inizia a studiare all’Università di Harvard, dove nel 1994 consegue un Master in Business Administration. L’anno successivo inizia a lavorare per il Carlayle Group, del quale scalerà i ranghi sino a diventarne co-ceo nel 2017. Nel 2020 si ritira dal suo ruolo, fondando la Virginia Ready Initiative, un’organizzazione no profit volta a fornire job training a residenti disoccupati dello stato, al fine di connetterli al mondo del lavoro. Tale atto segnerà l’inizio del nuovo impegno di Youngkin, non più indirizzato verso settore privato, ma verso la comunità.

La campagna del buon senso

Nel gennaio 2021 Glenn Youngkin ha annunciato il proprio ingresso in politica candidandosi alle primarie del Partito Repubblicano, per l’occasione condotte attraverso una convention e non un voto popolare. Dopo essere stato selezionato dai delegati del partito, l’ex ceo del Carlyle Group ha impostato una campagna elettorale diametralmente opposta rispetto ai recenti standard della politica statunitense, basata non sull’estremismo politico, bensì sul buon senso.

Il buon senso venne descritto da Peter Viereck nel suo capolavoro But-I’m a Conservative! nel 1940. Esso viene descritto come l’insieme dei valori fondanti di una società che consentono agli uomini di essere liberi, il buon senso rappresenta il principale argine all’estremismo politico, nonché la base per produrre politiche di successo.

Durante la campagna elettorale Youngkin ha espresso la sua disapprovazione circa l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021, asserendo inoltre che avrebbe certificato la vittoria di Joe Biden, non schierandosi a favore delle teorie dei brogli elettorali e chiedendo che l’anima trumpiana e quella anti-trumpiana del Partito Repubblicano potessero collaborare per vincere.

L’ex ceo del Carlayle Group si è pertanto focalizzato sulle cattive condizioni economiche del Paese e sui ripetuti fallimenti legislativi dell’amministrazione Biden. L’arma principale di Youngkin si è rivelata tuttavia essere l’istruzione. Proprio questo è stato il settore dove il buon senso è venuto maggiormente in aiuto al candidato repubblicano.

Youngkin si è infatti scagliato contro l’insegnamento della Critical Race Theory nelle scuole, al fine di impedire che bambini vengano a contatto con un concetto tanto divisivo. Al contempo, ha anche introdotto l’idea di garantire ai genitori un maggiore controllo sul materiale scolastico fornito ai figli.

Tale campagna ha formato una vera e propria “coalizione del buon senso” composta da elettori repubblicani trumpiani e anti-trumpiani, ispanici ed elettori suburbani centristi, i quali hanno portato Youngkin alla vittoria, in quello che ha costituito il primo successo per un repubblicano alle elezioni come governatore dal 2009. In particolare l’ex ceo ha ottenuto una netta maggioranza tra gli elettori aventi una cattiva opinione tanto del presidente Biden, quanto dell’ex presidente Trump.

La nuova Virginia

Il primo giorno di Glenn Youngkin come governatore è stato segnato dalla firma di diversi importanti ordini esecutivi. Il primo di essi ha posto in capo al sovrintendente dell’educazione dello Stato l’onere di rivedere e bandire le politiche intrinsecamente divisive promosse dal Dipartimento dell’Educazione (tra cui la Critical Race Theory).

Il neo governatore ha altresì firmato un ulteriore ordine chiedendo alle agenzie statali di ridurre del 25 per cento le normative non obbligatorie, auspicando una semplificazione senza precedenti. Il programma economico si è concentrato su un taglio delle imposte e su un incremento dei fondi volti a rendere maggiormente accessibili i prezzi degli immobili.

Tali iniziative in linea con la fiscal responsability conservatrice non ha tuttavia comportato lo sperpero del surplus di bilancio dello Stato. Il governatore ha inoltre favorito l’approvazione di un provvedimento di legge che rende il possesso di una quantità compresa tra quattro once e mezzo chilo un reato di classe 3, il quale viene considerato di classe 2 laddove ripetuto.

Youngkin ha altresì avviato una politica energetica lungimirante, istituendo il Virginia Power Innovation Fund, mirato a favorire le attività di ricerca e sviluppo di tecnologie energetiche innovative quali idrogeno, sistemi di carbon capture e immagazzinamento energetico, e istituendo contestualmente il Virginia Power Innovation Program, mirato a fornire fondi per i progetti di innovazione energetica e creare un hub di innovazione per l’energia nucleare.

Il pilastro però si è nuovamente rivelato il settore dell’istruzione. Il governatore ha infatti firmato una legge finalizzata ad incrementare il controllo dei genitori circa il materiale di studio caratterizzato da contenuti sessualmente espliciti, la quale consente ai genitori di visionare i libri di testo forniti ai figli, permettendo a questi ultimi di richiedere materiale alternativo in caso di presenza di tali contenuti.

Il budget statale dell’istruzione ha inoltre introdotto 100 milioni per reintrodurre nello Stato le cosiddette laboratory school, istituti volti alla sperimentazione scolastica. L’ex ceo ha altresì approvato diverse leggi volte a favorire la sicurezza scolastica, quali l’obbligo per gli istituti scolastici di redigere planimetrie dettagliate, l’obbligo per i presidi di comunicare alle forze dell’ordine i reati minori commessi dagli studenti e infine l’obbligo di formazione dei membri delle organizzazioni studentesche per prevenire il nonnismo al loro interno.

Un laboratorio politico

Negli ultimi anni la Virginia, in precedenza tendenzialmente repubblicana, era andata sempre più a sinistra, sino a diventare uno Stato safe blue. L’ascesa di Glenn Youngkin ha però determinato il venir meno di tale paradigma, riportando il Gop alla guida dello Stato.

Esponente della classe media che ha ottenuto successo tramite lo studio e il duro lavoro, Youngkin rappresenta il tipico padre della porta accanto, in grado di formare una coalizione tra differenti segmenti democratici fondata sul buon senso. Durante il suo mandato come governatore sta trasformando lo Stato in un vero e proprio laboratorio politico, approvando riforme lontane dagli opposti estremismi sempre più dominanti nella politica statunitense, sino a trasformare la democratica Virginia in una vera e propria alternativa al modello rappresentato dall’amministrazione Biden.

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